02/03/18

Torino - NOI STIAMO CON FLAVIA!

In relazione alla vicenda della nostra collega Lavinia Flavia Cassaro, maestra di Torino, filmata giovedì scorso davanti al plotone di polizia schierato a difesa del leader neofascista di Casa Pound, Simone Di Stefano, e “licenziata” in prima serata da Matteo Renzi durante la trasmissione “Matrix” (che ha mandato in onda i video in questione), noi docenti di Potere al Popolo – Potere alla Scuola di Torino, esprimiamo la massima solidarietà alla collega e ci opponiamo fermamente al procedimento disciplinare avviato, nei suoi confronti, dall'Ufficio Scolastico Regionale. Ricordiamo peraltro che Flavia è tra le migliaia di maestre colpite dall'ingiusta sentenza del Consiglio di Stato di dicembre e che per questo rischia già di perdere il proprio lavoro. Le parole del segretario del PD (seguite dall'anatema anche del Ministro dell'Istruzione Fedeli) e il conseguente procedimento disciplinare dell'USR, giustificato dal presunto comportamento incompatibile con la funzione di educatore anche se fuori dall'orario di servizio, come riportato da "La Tecnica della Scuola", si configurano come operazioni “liberticide” e “da Regime”, rispolverano il reato d'opinione e ci riportano ai tempi del Fascismo, quando un docente poteva essere punito, licenziato o persino arrestato per le sue idee politiche e le sue parole.
        
Noi docenti e lavoratori della scuola siamo, invece, con convinzione al fianco di Flavia, perché la libertà di espressione, il diritto di manifestare e il diritto al dissenso non si processano, perché è inaccettabile pretendere di licenziare qualcuno per una frase pronunciata in una situazione concitata, di tensione e di forte paura in cui, ricordiamo, la polizia aveva appena caricato con gli idranti circa 500 manifestanti antifascisti, tra i quali c'era la stessa Flavia; perché la nostra collega maestra in quella piazza non ha fatto male a nessuno e non ha esercitato violenza fisica contro nessuno, piuttosto l'ha subita insieme a tutti noi manifestanti antifascisti.
La nostra collega, giovedì, in piazza ha espresso liberamente il suo sdegno verso Forze dello Stato che, invece di impedire manifestazioni neofasciste, rivolgono i loro manganelli e sparano idranti contro chi invece difende i valori della democrazia, della libertà, della solidarietà e dell'antirazzismo. 

Giovedì in quella piazza c'eravamo tutte e tutti, per denunciare la presenza di un esponente politico come Di Stefano che, indisturbato e protetto da un imponente spiegamento di Polizia e Carabinieri, offende Torino, città medaglia d'oro della Resistenza. Flavia e noi eravamo lì per chiedere lo scioglimento della formazione neofascista Casa Pound la quale, da anni, contro i propri avversari politici e i propri capri espiatori (i migranti) non si limita a lanciare insulti, ma aggredisce fisicamente, ferisce e uccide. Per le Forze dello Stato invece giovedì l'emergenza a Torino eravamo noi antifascisti, tanto da impedire, con la forza, al corteo persino di muoversi e di manifestare per ricordare che la nostra Costituzione è antifascista e che creare formazioni politiche fasciste in Italia è ancora un reato.

La persecuzione mediatica prima, concreta ora, verso la nostra collega, le minacce fatte da un Ministro della Repubblica - che piuttosto dovrebbe preoccuparsi che il revisionismo storico non si insinui nelle aule degli istituti, e che gli studenti non vengano aggrediti, come spesso è già accaduto, da gruppi fascisti davanti alle scuole- e da un ex premier, hanno come unico scopo quello di intimidire tutti noi insegnanti, dissuaderci in futuro a protestare e a manifestare contro il neo fascismo e per la salvaguardia dei nostri diritti di cittadini e lavoratori. Il messaggio è “qualsiasi telecamera può inchiodarti a una parola di troppo, quindi tacete, obbedite e non partecipate”.

Ma noi non accettiamo la repressione contro il diritto costituzionale ad esprimere le nostre idee, e anche il dissenso. Noi non ci facciamo intimidire. Noi stiamo con Flavia e in quel corteo c'eravamo tutte e tutti: solidali con Flavia.

Potere alla Scuola /Torino

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