09/03/18

La lunga e intensa giornata dello sciopero delle donne l'8 marzo a Palermo


La lunga e intensa giornata dello sciopero delle donne l'8 marzo a Palermo è stata preparata con alcuni interventi di lavoratrici e compagne in delle scuole superiori. Sono state portate le locandine e gli adesivi sullo sciopero delle donne e l'inchiesta che  ha suscitato interesse tra le docenti. Alcune di esse hanno lamentato il fatto che i dirigenti scolastici non hanno fatto circolare in modo consono la proclamazione dello sciopero all'interno degli istituti esprimendo la condivisione dello sciopero e dei suoi contenuti. Anche diverse studentesse si sono incuriosite per l'inchiesta e hanno chiesto altre informazioni sull'iniziativa.

Bello che nelle università le studentesse hanno esposto dai balconi degli striscioni a sostegno dello sciopero delle donne, così come avevano annunciato all'assemblea cittadina dei giorni precedenti dove erano state invitate le lavoratrici dello Slai cobas sc., sindacato che ha indetto lo sciopero. 

E' seguita quindi la manifestazione in piazza che ha visto parecchie lavoratrici (scuola, sanità ed enti
locali), precarie (terzo settore/coop sociali), giovani disoccupate, mamme casalinghe animare con molta combattività e forza un' assemblea cittadina con diversi interventi al megafono, esposizione di cartelli, striscioni, volantinaggio; tutto questo ha suscitato molto interesse e curiosità in parecchie donne, giovani e turiste straniere  presenti in una piazza molto frequentata in bellissima giornata di sole, che si sono avvicinate ad ascoltare gli interventi, hanno preso la piattaforma dello sciopero, hanno fatto domande sull'inchiesta, uno strumento utile per conoscere meglio i bi/sogni delle donne e costituire anche una rete di collegamento e che si sta diffondendo a livello nazionale.



 l'inchiesta 



Le lavoratrici in sciopero, che hanno espresso più volte la loro unità e vicinanza a tutte le altre lavoratrici, operaie, precarie, migranti, donne in sciopero ma pensando  anche a  tutte quelle a cui non sarebbe stato possibile scioperare, hanno poi portato il messaggio dello sciopero alle commesse dei negozi circostanti che hanno accolto volentieri i volantini.


Nei vari interventi che si sono susseguiti in piazza è stato spiegato il senso dello sciopero delle donne, di uno sciopero vero come rottura contro i padroni, il governo, questo Stato con tutti i suoi apparati repressivi che sfruttano, opprimono, e violentano la maggioranza delle donne in diverse forme, strumentalizzando anche la violenza, vedi la questione dei migranti, per imporre politiche sempre più securitarie razziste.




Forte è stata la solidarietà lanciata da tutte le presenti a Lavinia, attaccata dal MIUR/governo in quanto maestra ma soprattutto come donna più che giustamente in lotta contro i fascisti nei giorni scorsi.




Uno sciopero come sfida (e su questo si è  anche rivendicato il diritto di scioperare per tutte le lavoratrici contro i tentativi del governo di impedirlo, vedi la questione delle franchigie post elezioni); uno sciopero come arma nelle mani delle donnedelle proletarie oppresse,  per portare avanti un percorso rivoluzionario di doppia lotta, di classe e di genere, contro questa società capitalista che non può essere né migliorata né riformata, sulla quale non ci si può illudere con le elezioni truccate della borghesia al potere, ma che deve essere solo rovesciata per una vera emancipazione e liberazione della maggioranza delle donne.






Le interviste alle donne presenti hanno fatto emergere tutta la denuncia contro le condizioni di lavoro sempre più pesanti che si vivono giornalmente, le discriminazioni, i problemi del lavoro di cura all'interno della famiglia, la violenza che colpisce le donne in ogni ambito fino agli odiosi femminicidi, frutto più marcio di questa società che fa della subalternità delle donne una sua base/cardine.





Forte è stato il legame espresso con tutte le altre donne  in sciopero e in lotta il'8 marzo   anche a livello internazionale proiettando lo sguardo doppiamente solidale alle compagne/donne che nei paesi oppressi dall'imperialismo hanno preso i pugnato le armi per combattere contro la doppia, tripla oppressione del sistema.

Un bel momento è stato quando le lavoratrici, donne in sciopero hanno occupato la grande scalinata del Teatro Massimo esponendo dei cartelli con su scritto SCIOPERO DELLE DONNE e scandendo continuamente slogan "la nostra vita non si tocca la difenderemo con la lotta"  " disoccupazione, precarietà, carovita con questi governi facciamola finita" "per ogni donna stuprata e uccisa non basta il lutto, pagherete caro pagherete tutto" "femminicidi, violenza sessuale è questa la società del capitale" " ma quale festa, ma quale celebrazione, le donne hanno bisogno della rivoluzione". Tantissime le foto dei giornalisti presenti e passanti che hanno solidarizzato.


Subito dopo le donne hanno dato vita ad un corteo vivo e determinato che che le lavoratrici hanno voluto concludere davanti il palazzo della Prefettura , contro cui si è levata di nuovo forte la protesta e la denuncia generale verso i palazzi del potere da cui vengono fuori le politiche di oppressione e repressione, sessiste e razziste contro la maggioranza delle donne.





Nel pomeriggio una delegazione di lavoratrici ha anche fatto un intervento al concentramento del corteo pomeridiano: in particolare si è diffuso il volantino della piattaforma dello sciopero e dell'inchiesta, trovando anche qui tra le donne di diverse età interesse e apprezzamento.


Lavoratrici, precarie, disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

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