08/09/17

NON STIAMO PIU' PIEGATE, ALZIAMOCI IN PIEDI!... - dal blog tarantocontro

Il volantino distribuito venerdì scorso a Taranto in occasione della morte di una bracciante:



Per Giuseppina, per Paola,
per tutte le lavoratrici sfruttate e a rischio vita

Siamo qui alla bella sagra del vino di Carosino, per portare a tanta gente della provincia, alle donne in particolare, la denuncia dell'altra tragica morte nelle nostre campagne e un forte appello.

Un'altra bracciante, Giuseppina Spagnoletti, è morta nelle campagne di Ginosa di sfruttamento. Dopo la morte di Paola Clemente per le lavoratrici dei campi non è cambiato niente, si continua a morire di fatica, di disperazione, fino a 10 ore al giorno, con il caldo a 45 gradi e l'umidità soffocante, per un misero salario. Giuseppina è morta al 1° giorno di un lavoro a nero, a soli 39 anni!

Si cerca ora di dare la colpa soprattutto al fatto che soffrisse di una cardiopatia, ma, come fu per Paola, è lavorare in quelle dure condizioni il vero rischio per la vita di tante donne braccianti, ciò che le fa invecchiare precocemente, è il fatto di essere comunque costretta ad andare a lavorare anche se non stai bene per dare da mangiare ai figli, alla famiglia, è la mancanza di assistenza immediata nelle campagne, ecc.

Ora, come fu per Paola, si fanno i Tavoli istituzionali, se ne parla per qualche giorno, i sindacati confederali alzano la voce per un po' ma poi non organizzano la lotta quotidiana, il governo fa piccoli provvedimenti sul caporalato che però non toccano la questione centrale: lo sfruttamento “normale” delle aziende per avere più lavoro pagato alle donne con meno soldi, la condizione generale di ricatto verso le donne che le costringe ad accettare qualsiasi lavoro, anche a nero.
E' proprio su questo lavoro che non è “eccezionale” ma avviene quotidianamente che le aziende fanno i loro profitti (che nessuna Istituzione mette in discussione), e per cui usano il braccio sporco dei caporali per avere manodopera pronta, a disposizione quando e come serve.

Dobbiamo dire basta ma in altra maniera e in altre forme. E la prima questione è che siano le stesse lavoratrici a dirlo.
Non stiamo più piegate, alziamoci in piedi!
Non alziamo le braccia e le mani solo per stare ore ed ore sotto i tendoni, alziamole per ribellarci, per dire: ora lottiamo!

Serve autorganizzarci direttamente nei paesi, coordinarci tra i campi, unirci, per rompere anche le paure, i ricatti.

Facciamo noi direttamente una piattaforma di ciò che serve realmente a difendere le nostre condizioni di lavoro, i nostri diritti di lavoratrici e di donne, la nostra salute, la nostra vita.

Noi lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe di Taranto ci siamo!
e siamo pronte ad aiutare ad organizzarsi e lottare.

Contattateci: la nostra sede è a Taranto via Rintone 22 (aperta il martedì e giovedì dalle 17,30 alle 20) ma siamo pronte a venire e riunirci in qualsiasi giorno o ora. Telefono 3475301704 – 3451616390 – slaicobasta@gmail.com.
8.9.17
LAVORATRICI SLAI COBAS per il sindacato di classe
TARANTO
  

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