09/05/17

DALLA SARDEGNA: NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA

3 giorni Rosa e 365 giorni Neri


La Sardegna in questi giorni si tinge di rosa, coprendo tutto ciò che di più scuro e triste abbiamo. Tra i nostri vari primati (visto che si tratta di una gara agonistica) vantiamo una disoccupazione giovanile tra le più alte dello stato italiano, il 60% delle basi italiane e Nato sono in Sardegna, le terre che le ospitano risultano a causa delle esercitazioni e delle sperimentazioni di armi inquinate e con alti livelli di radiazioni, si contano centinaia di morti tra le persone che vi abitano nei pressi, per non contare animali e bimb* nat* con malformazioni. Se ci spostiamo di qualche chilometro, troviamo le terre che tempo fa dovevano essere il simbolo del progresso e dell’occupazione: oggi senza futuro perché troppo inquinate per poter essere coltivate e piene di disoccupati perché i padroni delle fabbriche, dopo essersi presi i soldi, se ne sono andati. Se il “giro d’Italia” passasse per Ottana, Furtei, Porto Torres, Macchiareddu, ecc..ecc. troverebbe ancora le scorie e i veleni lasciati da questo finto progresso.
In queste giornate macchiate di rosa si continua a produrre morte nella fabbrica di bombe RWM di Domusnovas e, tra un tornante e l’altro, si arriva dove quelle bombe vengono testate.
Non basta il colore rosa per coprire lo sfacelo che viviamo ogni giorno, siamo stufi e stufe di colorarci a seconda delle scelte del padrone.
Le esercitazioni non si sono fermate per il Giro d’Italia. Perché dovremmo fermarci noi?



NESSUNA PACE PER CHI VIVE DI GUERRA
NESSUNA ECONOMIA DI GUERRA E SFRUTTAMENTO NELLA NOSTRA TERRA

Un commento da NUDM:

Condivido totalmente il messaggio e l'appello delle donne che denunciano la VIOLENZA della politica di guerra perpetuata in Sardegna,terra strategica per la Nato, con tutte le ricadute negative sulla popolazione locale e non solo.
Io vivo a Livorno uno degli 11 porti nucleari d'Italia e pure noi siamo mobilitate  
per avviare un processo di denuclearizzazione e dunque di sicurezza del territorio:
Livorno porto nucleare opera  in sinergia con la Base Militare di Camp Darby e l'Hub militare di Pisa areoporto.
Da marzo poi è ufficialmente attiva  una rotta  commerciale militare  mensile Livorno-Arabia Saudita-Giordania.
Io credo che proprio  noi DONNE dovremmo essere in prima fila 
per fare emergere un forte movimento di opposizione al MILITARISMO come mentalità
e alla GUERRA come pratica,
rivendicando l'urgenza di  una ECONOMIA DI PACE indispensabile per la nostra autodeterminazione e per la salvezza dell'ambiente.
Colgo l'occasione per ricordare che la giornata della mamma,  ora ridotta a puro evento consumistico, 
storicamente nasce come  GIORNATA DELLE MADRI CONTRO LA GUERRA
per iniziativa di una straordinaria donna pacifista statunitense di nome Julie Ward Hoven che nel 1870 
(in clima postbellico internazionale: guerra civile negli Usa e guerra franco-prusiana in Europa) 
propone di istituire il Mother’s Day for Peace
attraverso questo appello 

” Che si mobilitino tutte le donne che hanno un cuore !
Noi , donne di un paese,  non possiamo permettere che i nostri figli 
siano addestrati per ferire i figli di madri di altri paesi . 
In nome della femminilità e dell’umanità io chiedo seriamente 
un Congresso Internazionale delle Donne per   promuovere 
l’alleanza fra differenti nazionalità, 
l’amichevole soluzione delle questioni internazionali 
e ribadire il grande generale interesse per la Pace.”

Non è di certo la prima volta che intervengo su questo tema per me centrale.
E' importante  includerlo nel Piano Nazionale Femminista Contro la Violenza
Senza un' economia di pace non c'è futuro. 
La guerra genera violenza non solo dove è combattuta con le armi.
L'esempio della Sardegna (e non solo) è parlante.
G. P.
WILPF Italia
(Lega Internazionale Donne per la Pace e la Libertà)

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