31/05/17

La "marcia in più" delle donne contro il G7

Bella e combattiva presenza delle tantissime donne ai Giardini Naxos nella mobilitazione contro il G7 di Taormina. Il contingente delle compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario accende il concentramento e il corteo.
La voce, la lotta delle donne è stata presente fin dal giorno 26 nell'assemblea del controvertice, in cui nell'intervento sono state portate le doppie ragioni delle donne nella lotta contro gli imperialisti, la forza che continua dello "sciopero delle donne"; è stata forte nel denunciare la repressione, criminalizzazione fatta in ogni momento da polizia, carabinieri, GdF, per tentare inutilmente di fermare la manifestazione (con bus da diverse città bloccati, controlli frequenti e totali, compagne seguite anche nei bagni degli autogril); è stata ribelle e combattiva, soprattutto quella delle donne proletarie, durante tutto il corteo, negli interventi dal camion, nelle interviste; è stata anche in prima fila nel fronteggiamento con la polizia e nel resistere alle cariche vigliacche della stessa, a difesa dei padroni del mondo.

Anche contro il G7 abbiamo mostrato che, come abbiamo scritto nel volantino, "quando le donne prendono coscienza che la propria condizione non è inevitabile, ma frutto di questo sistema capitalista, non tornano indietro e comprendono che la lotta non può essere parziale, ma rivoluzionaria!".

Questa presenza delle donne poteva essere ancora più forte. Chi non è venuta a Taormina, preferendo, per esempio, proprio quel giorno fare un Tavolo a Napoli per "continuare la discussione delle precedenti assemblee nazionali di NonUnadiMeno", non ha voluto capire che significa continuare a far vivere dovunque e in ogni momento necessario la mobilitazione delle donne su ogni terreno, e vuole di fatto ridurre lo storico sciopero delle donne dell'8 marzo a discussioni e piani freddi, inutili senza le lotte.





La voce delle donne contro i padroni del mondo

L'intervento, applauditissimo, di Fiorella (MFPR) al controvertice:


Interviste a donne contro il G7


La militarizzazione e criminalizzazione non ferma la manifestazione - bus da diverse città bloccati, controlli frequenti e totali, Giardini Naxos in occupazione miltare, armati a tutto punto per intimidire e nel caso agire - compagne seguite anche nei bagni
 






Tout le monde déteste la police!

 



Cori e interventi dal camion
 


 Dalla stampa


Il volantino del MFPR

Contro la loro violenza, oppressione, donne in lotta per la rivoluzione!

Siamo qui a manifestare contro il G7, contro i padroni del mondo, per opporre al loro doppio sfruttamento, alla doppia (e spesso, soprattutto per le donne dei paesi oppressi, per le immigrate, tripla, quadrupla) oppressione, alle loro doppie catene, la nostra doppia determinazione a ribellarci e lottare contro questo sistema imperialista, i suoi Stati, i suoi governi, a Taormina rappresentati dai capi dei paesi partecipanti al G7, tra i più nemici della liberazione delle donne, in testa il fascista, razzista, schifoso maschilista, Trump.

Noi donne l'8 marzo, in Italia e in 50 paesi del mondo abbiamo fatto uno storico sciopero delle donne. Uno sciopero che è una sfida verso i padroni, verso i governi, gli Stati, gli uomini che odiano le donne, in cui soprattutto le donne proletarie hanno gridato: tutta la vita deve cambiare! E quando le donne si muovono, hanno sempre una marcia in più, quando le donne prendono coscienza che la propria condizione non è inevitabile, ma frutto di questo sistema capitalista, non tornano indietro e comprendono che la lotta non può essere parziale, ma rivoluzionaria! Allora, prendetevi paura!

Non siamo qui per “chiedere”, ai responsabili del moderno medioevo in cui ci costringono a vivere, una realtà fatta di subordinazioni, discriminazioni, negazione del lavoro, dei diritti, di stupri e femminicidi, a chi fa morire di fame milioni di bambini nel mondo, a chi fa strage con le sue bombe di donne e bambini, a chi fa annegare tante vite di migranti nei nostri mari, aggiustamenti in senso “umanitario” di un sistema che di umano non ha nulla. Noi ci siamo per dire che alla loro violenza reazionaria è giusto organizzare e opporre la nostra violenza rivoluzionaria!

Non sono certo le donne, che subiscono tutto di questa marcia società imperialista, a poter/dover essere “pacifiste”; per rompere le nostre catene è necessaria una lotta senza tregua, noi donne dobbiamo imporre i nostri diritti con la forza; perchè noi abbiamo mille ragioni e loro sono mille volte fuori dalla storia futura dell'umanità; perchè loro vogliono imporre la “morte” e noi vogliamo la vita; perchè loro “affogano” nelle ricchezze strappate ai popoli e ai proletari che le producono e noi vogliamo un mondo senza guerre, miseria, oppressione, uccisioni delle donne.

Per questo, ci sentiamo parte del grande “esercito” delle donne che resistono e combattono in tutto il mondo, con le donne della Palestina, con le rivoluzionarie comuniste turche/curde, del Brasile, Filippine, Perù, ecc., con le tantissime ed eroiche compagne in prima fila nella guerra popolare in India.

La ribellione, la lotta delle donne è una forza poderosa della rivoluzione proletaria, per rovesciare questo putrido mondo e per cambiarlo dalla terra al cielo! 


Il volantino delle lavoratrici del Policlinico di Palermo


Il comunicato delle DONNE DELLA SICILIA CONTRO TRUMP

Dopo l'8 marzo le donne a Palermo hanno sentito il bisogno di dare continuità al loro percorso di lotta. Proprio per questo lo scorso 23 Marzo, durante un incontro tenutosi al Teatro Mediterraneo Occupato, si è deciso di prendere posizione ed esprimersi contro le politiche omofobe, sessiste, xenofobe di Donald Trump, che sarà presente a Maggio per il G7 di Taormina. Per questo stesso motivo l'assemblea contro la violenza maschile sulle donne ha organizzato un'assemblea regionale ''Donne contro Trump'', il 29 aprile, che ha visto la partecipazione di numerose realtà regionali e locali. L'assemblea ha deciso di prendere posizione e schierarsi contro il G7. Individuare dei nemici, dei responsabili è il primo passo verso il vero cambiamento, verso la vera emancipazione. Non vogliamo più stare a testa bassa o credere che la violenza di genere sia causata da raptus di folli; la violenza di genere è causata dalla società in cui viviamo, quella patriarcale e i potenti del mondo ci sguazzano abbastanza bene, rispettando fedelmente i valori che la caratterizzano, continuando ad agire scelte politiche distanti dai bisogni reali della popolazione. Quindi i nemici li individuiamo all'interno di quel summit internazionale, che ci presentano come un momento di confronto, che nient'altro è se non l'occasione per una passarella. La politica di facciata la conosciamo abbastanza bene, da diversi anni sentiamo parlare i politci di emancipazione, di ''diritti della donna'' ma di quali diritti stiamo parlando? Di quelli che ogni giorno vengono violati, calpestati? Noi siamo stanche di fargli credere che possono decidere sulle nostre vite! Le lotte, solo queste, possono spingere verso una reale emancipazione. Non possiamo permettere che ''i grandi del mondo'' e le loro politiche omofobe, sessiste, discrimiatorie, abbiamo accesso nella nostra terra!
Questa fase politica sta vedendo affermarsi diversi movimenti contro la violenza maschile sulle donne e contro le scelte politiche sessiste e discriminatorie. Movimenti che stanno rappresentando per il mondo uno schieramento forte contro quei potentati politici che sono, oggi più che mai, responsabili della situazione attuale della donna. Trump non ha atteso occasione, subito dopo il suo insediamento ha deciso di cancellare i finanziamenti del governo federale a tutte le organizzazioni che si occupano di interruzioni di gravidanza nel mondo, come già aveva fatto Reagan e George W. Bush prima di lui, lo stesso Gentiloni fa parte di quella casta politica che ha promosso il fertility day, palese volontà di intendere la donna solamente come mezzo di riproduzione. La Merkel è colei che durante gli stupri di massa a Colonia, di qualche capodanno fa, ha saputo solamente puntare il dito contro l'immigrato, piuttosto che individuare i reali colpevoli che in potenza potevano essere anche fra la gente del suo stato, quindi mostrando che il suo interesse non era poi tanto quello di risalire ai reali responsabili ma trovare un capro espiatorio. Questi sono solamente alcuni degli esempi che ci spingono a volerci schierare contro un summit totalmente inutilr. Non ci possiamo più permettere di stare in silenzio, bisogna organizzarsi, ripartire dalle piazze! Per tutti questi motivi abbiamo deciso di organizzare uno spezzone di donne all'interno del corteo del 27 maggio. Importantissima data in cui avremo l'occasione di dare continuità a quello che noi, assieme alle donne di tutto il mondo, stiamo costruendo negli ultimi mesi: un movimento reale, una forza concreta che non può, non vuole più permettere a una mentalità patriarcale e sessista di continuare ad avanzare, a generarsi, attaccando le nostre vite.
LE DONNE DICONO BASTA!!

DONNE DELLA SICILIA CONTRO TRUMP, SPEZZONE AL G7 DI TAORMINA

SIAMO MAREA, SAREMO BURRASCA! 
 


29/05/17

le donne, le lavoratrici, le proletarie contro il G7 di Taormina




Il 27 maggio, alla bella manifestazione contro il G7 a Giardini Naxos, l'Mfpr ha portato la ribellione, la lotta delle donne, delle lavoratrici, dando voce e rappresentando lo sciopero delle donne e la marcia in più delle donne che non si sono fermate dopo l'8 marzo.


MFPR

Dalle donne della Mala Servanen Jin, una lettera a NUDM

Siamo lavoratrici delle pulizie in lotta, siamo studentesse a cui viene negato ogni prospettiva di autonomia dalla famiglia, siamo giovani lavoratrici precarie a cui viene impedita la possibilità di diventare madri, siamo donne sole con figli a carico a cui i padroni di casa minacciano lo sfratto entrando dentro le nostre case senza preavviso, siamo le donne disoccupate che lottano per avere un indipendenza tramite i servizi sociali ricevendo solo ulteriori giudizi e umiliazioni, siamo le donne che non hanno cittadinanza italiana e veniamo ripetutamente discriminate nella fruizione dei diritti fondamentali come la salute, siamo le donne che lottano nella quotidianità contro le violenze istituzionale e sociali.
Siamo le donne della Mala Servanen Jin!
Abbiamo deciso di costruire insieme a tante compagne della rete Non una di meno di meno la grande giornata di sciopero dell'otto marzo, facendola "terminare" nell'occupazione della "Casa delle Donne che combattono" prima e nella Zona Rosa poi.
Per rispondere ad un bisogno sociale, senza chiedere contributi e sovvenzioni, investendo energie, ore lavoro e risorse, le donne della Mala Servanen Jin hanno lavorato per recuperare un immobile di proprietà comunale, un tempo centro di accoglienza per migranti, che le Istituzioni cittadine avevano abbandonato al degrado e trasformato in una discarica tossica, pericolosa, abitata dal disagio, a pochi metri da un istituto scolastico e dalla Usl.

Abbiamo costruito uno spazio di incontro, dibattito, socialità. Uno spazio sicuro dalla violenza dove si erano attivati laboratori contro le violenze sociali, per il diritto alla salute e l'accesso ai servizi, sulla comunicazione. Dove era partito un corso di autoformazione sulla salute nei posti di lavoro e si era attivata una rete di incontro tra operatori sociali. Dove si produceva arte e cultura. Dove avevano trovato casa tre donne in emergenza abitativa.
Il 24 Maggio senza nessun preavviso siamo state sgomberate da via Garibaldi 192.
Il blitz di mercoledì con quell'arroganza e viltà, con l'accanimento fisico su donne armate solo della propria determinazione, con la violenza verbale delle forze dell'ordine che ripetutamente ci ripetevano "sei una puttana", "non ti tocchiamo perchè ci fai schifo", "devi trombare di più", "vi rimettiamo a posto noi", "io lo so cosa vi ci vuole" è una segnale che le istituzioni cittadine intendono dare a tutta la città e non solo.
Ad essere sotto attacco è il movimento femminista che combatte contro la crisi. Un messaggio chiaro, non provate ad alzare la testa.
La città di Pisa l'8 Marzo ha espresso con forza la volontà di non accettare più la sopraffazione, l'umiliazione sui posti di lavoro, l'accettazione di condizioni di vita non più sostenibili ma di lottare affinchè nessuna di noi debba più rinunciare alla propria dignità. E questo coraggio, determinazione e voglia di riscatto va represso, perchè parla a tante e tanti, perchè è contagioso e potenzialmente pericoloso
.
Dentro la Mala Servanen Jin tutte insieme abbiamo trovato la forza di affrontare le violenze quotidiane, riconoscendo le nostre diversità e la potenza che possiamo esprimere unite. Abbiamo detto "indietro non torniamo" perchè non possiamo permetterci la resa, non possiamo permetterci di dimostrare che il potere autoritario, sordo e arrogante possa averla vinta così, non possiamo permetterci che la speranza nella lotta e nell'autodeterminazione possa essere spazzata via così facilmente.
Non possiamo permetterlo per noi stesse e per tutte le donne che da sole, ancora non hanno la forza di ribellarsi ai soprusi.
L'8 Marzo, il 24 Maggio abbiamo gridato a squarcia gola sui nostri corpi, sulle nostre vite decidiamo noi, indietro non torniamo, NON UNA DI MENO! E così sarà, tutte e tutti insieme ci riprenderemo la Mala Servanen Jin, invitiamo tutte e tutti a sostenerci come possibile, fisicamente, virtualmente, con comunicati, video ognun* con le proprie possibilità sarà con noi.
Perchè quello che dobbiamo dimostrare è che nessuna resta sola, nessuna si piega, nessuna viene zittita e umiliata, ma che ci possiamo riprendere la possibilità di reinventare, di lottare e costruire una società diversa. Siamo marea, diventeremo burrasca!

Qui il link della petizione online 
https://www.change.org/p/comune-di-pisa-vogliamo-la-riapertura-della-mala-servanen-jin
Per chi volesse maggiori informazioni sul nostro profilo Facebook trovate tutto il materiale prodotto!

25/05/17

Solidarietà alle donne sgomberate, da NUDM Torino

Noi indietro non torniamo
24 maggio, 8 e trenta del mattino, Pisa, via Garibaldi 192. La Digos di Pisa accompagnata da reparti celere e carabinieri chiamati da altre città assalta la Mala Servanen Jin, la casa delle donne che combattono, occupata dopo la manifestazione dell'8 marzo per aprire uno spazio sicuro e libero per le donne. Uno spazio in cui costruire la nostra identità, rivendicare la nostra dignità, autodeterminare le nostre vite. Uno spazio dedicato alle nostre compagne kurde che combattono il patriarcato fascista dell'Isis e di Erdogan.
Un immobile di proprietà comunale, chiuso e lasciato al degrado da quattro anni. Quando l'abbiamo aperto davanti ai nostri occhi si è disvelata una discarica: rifiuti organici di ogni tipo, siringhe, sostanze di taglio per le droghe. Un luogo popolato da fantasmi che la determinazione, il lavoro materiale e le risorse economiche dell'autogestione hanno trasformato in uno spazio bello, comodo, confortevole, attraversato da donne di ogni età e provenienza. Uno spazio di incontro, dibattito, arte e cultura. Uno spazio sicuro dalla violenza.
La violenza si è presentata stamani agli ordini del sindaco Filippeschi, del prefetto Visconti, del questore Francini. Si è presentata armata, psicotica, disposta a tutto non solo per chiudere quello spazio che vorrebbero nuovamente condannato al degrado, ma anche per ferire, umiliare, intimorire. Le donne della Mala Servanen Jin e le tante altre solidali sono state aggredite a freddo, con tre cariche ripetute. Prima e dopo sono state vilipese e insultate, attaccando col peggior sessismo la loro determinazione. Apparentemente un'orda impazzita. In realtà l'intento palese di imporre con la violenza e la paura l'unica logica che chi amministra la città conosce: arbitrio, favori ai poteri forti, azzeramento di ogni forma di dissenso, di conflitto sociale,di pensiero autonomo.
Il risutato sono decine di donne contuse e due cinquantenni ricoverate in ospedale. Per una, un polso rotto (30 giorni di gesso) e due punti in testa oltre lividi e contusioni evidentemente provocati da manganelli impugnati al contrario. Per fare più male. Perchè questo oggi volevano: fare più male possibile, umiliare e ridurre all'impotenza.
Se questo era il piano argutamente pensato da Filippeschi e dal suo braccio armato, nel conto non avevano messo la determinazione delle donne della Mala Servanen Jin, della rete Non una meno, delle tanti e dei tanti solidali che, dopo aver presidiato via Garibaldi non intimoriti dalle cariche, si sono riuniti sotto il Comune in un'affollata assemblea e accampati in un presidio che durerà tutta la notte e che aspetterà lor signori fino al consiglio comunale di domani.
Noi indietro non torniamo. Che ci facciano i conti.
Invitiamo tutte e tutti a accompagnarci in questo "assedio"e partecipare domani 25 maggio dalle ore 15 al presidio sotto il Comune, in difesa della Mala Servanen Jin, della Limonaia Zona Rosa e di tutte e tutti coloro che si battono per l'autodeterminazione e i diritti di tutte e tutti.

A TAORMINA CONTRO I NEMICI DELLA LIBERAZIONE DELLE DONNE

Andiamo a Taormina a manifestare contro il G7, per opporre al loro doppio sfruttamento, alla doppia (e spesso, soprattutto per le donne dei paesi oppressi, per le immigrate, tripla, quadrupla) oppressione, alle loro doppie catene, la nostra doppia determinazione a ribellarci e lottare contro questo sistema imperialista, i suoi Stati, i suoi governi, a Taormina rappresentati dai capi dei paesi partecipanti al G7, tra i più nemici della liberazione delle donne, in testa il fascista, razzista, schifoso maschilista, Trump.

Noi donne l'8 marzo, in Italia e in 50 paesi del mondo abbiamo fatto uno storico sciopero delle donne. Uno sciopero che è una sfida verso i padroni, verso i governi, gli Stati, gli uomini che odiano le donne, in cui soprattutto le donne proletarie hanno gridato: tutta la vita deve cambiare! E quando le donne si muovono, hanno sempre una marcia in più; quando le donne prendono coscienza che la propria condizione non è inevitabile, ma frutto di questo sistema capitalista, non tornano indietro e comprendono che la lotta non può essere parziale, ma rivoluzionaria!

Allora, prendetevi paura!

Non andiamo a Taormina per "chiedere", ai responsabili del moderno medioevo in cui ci costringono a vivere, una realtà fatta di subordinazioni, discriminazioni, negazione del lavoro, dei diritti, di stupri e femminicidi, a chi fa morire di fame milioni di bambini nel mondo, a chi fa strage con le sue bombe di donne e bambini, a chi fa annegare tante vite di migranti nei nostri mari, aggiustamenti in senso "umanitario" di un sistema che di umano non ha nulla. Noi andiamo a dire che alla loro violenza reazionaria è giusto organizzare e opporre la nostra violenza rivoluzionaria!

Non sono certo le donne, che subiscono tutto di questa marcia società imperialista, a poter/dover essere "pacifiste"; per rompere le nostre catene è necessaria una lotta senza tregua, noi donne dobbiamo imporre i nostri diritti con la forza; perchè noi abbiamo mille ragioni e loro sono mille volte fuori dalla storia futura dell'umanità; perchè loro vogliono imporre la "morte" e noi vogliamo la vita; perchè loro "affogano" nelle ricchezze strappate ai popoli e ai proletari che le producono e noi vogliamo un mondo senza guerre, miseria, oppressione, uccisioni delle donne.

Per questo a Taormina ci sentiamo parte del grande "esercito" delle donne che resistono e combattono in tutto il mondo, con le donne della Palestina, con le rivoluzionarie comuniste turche/curde, del Brasile, Filippine, Perù, ecc., con le tantissime ed eroiche combattenti maoiste in prima fila nella guerra popolare in India.

La ribellione, la lotta delle donne è una forza poderosa della rivoluzione proletaria, per rovesciare questo putrido mondo e per cambiarlo dalla terra al cielo!


Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario

mfpr.naz@gmail.com

Pisa. Sgombero della casa delle donne Mala Servanen Jin



su infoaut VIDEO
TANTA SOLIDARIETA' DALLE COMPAGNE DEL MFPR

La struttura del Comune, in stato di abbandono da anni, era stata occupata l'8 marzo scorso da un gruppo di donne della città.
Alle prime luci dell'alba decine di di polizia e carabinieri in assetto anti-sommossa hanno tentato di fare irruzione alla casa delle donne che combattono la Mala Servanen Jin, occupata l'8 marzo da un gruppo di donne pisane.

~ore 15.30~ Dopo lo sgombero i presenti sono partiti in corteo verso il Comune di Pisa, proprietario dello stabile e mandante del violento sgombero di oggi. Per le ore 17 è convocata un'assemblea pubblica a Piazza XX settembre. SE TOCCANO UNA TOCCANO TUTTE!
~ore 12.30~ Gli studenti dell'alberghiero sono sequestrati dentro la scuola e non vengono fatti uscire. La polizia occupa il cortile dell'istituto. Nel frattempo sono state rilasciate due compagne che si trovavano dentro l'occupazione, due donne sono in ospedale per le ferite riportate durante la carica
~ore 11.20~ Gli studenti di un istituto alberghiero di fianco all'occupazione cercano di uscire in solidarietà, ma il dirigente scolastico ordina la chiusura delle porte. Gli studenti riesco ad aprirle e aprono anche un cancello che separa la scuola dall'occupazione. A questo punto la polizia carica per un centinaio di metri donne e studenti. Nessun fermo, però si contano diverse donne ferite in terra.
La struttura di proprietà del Comune era in stato di totale abbandono, lasciata letteralmente marcire dalle autorità ed è stata con fatica rimessa in piedi dalle attiviste che avevano deciso di investire gli spazi per farne un centro delle donne per le donne: "Vogliamo, come donne, costruire insieme questo luogo, rinominandolo 'Mala Servanen Jin Occupata' che in lingua curda significa 'Casa delle Donne che combattono', per richiamare le lotte di emancipazione e autodeterminazione delle combattenti curde che si oppongono allo stato islamico e alle sue barbarie, dando vita a una nuova società" avevano spiegato dopo l'occupazione "Una casa dove noi donne vogliamo dare vita ad uno spazio collettivo dove ridefinire noi stesse, le nostre vite, difendere e riconquistare la nostra dignità. Uno spazio che sia anche una casa per le donne in emergenza abitativa". Dopo i lavori di ristrutturazioni messi in piedi dalle occupanti la casa è già diventata un centro per il quartiere con una sala studio e uno sportello per le donne in emergenza abitativa, sotto sfratto o senza lavoro magari con figli a carico.
Stamattina alcuni vicini hanno avvertito le attiviste dell'arrivo di un vero e proprio esercito in quartiere per sgomberare lo spazio e riconsegnarla all'incuria. Mentre scriviamo, quattro donne si trovano ancora dentro lo stabile decise a resistere mentre la polizia è riuscita ad entrare nel giardino. Qui una testimonianza di una delle resistenti all'interno della struttura. Le solidali e i solidali accorsi sono stati caricati dalle forze dell'ordine – spintoni e manganellate con una signora ferita ad una mano – e hanno poi dato luogo a un blocco del traffico

24/05/17

Sull'intervento di Trump in Arabia Saudita


L’INTERVENTO DI TRUMP IN ARABIA SAUDITA: “UNA VERA S2PREMUTA DI CUORE…!”

L’IMPERIALSMO,USA IN TESTA, NON SI SMENTISCE MAI,MENTRE PARLA DI PACE, PENSA COME CONTINUARE  E RAFFORZARE  LA GUERRA

ORA E SEMPRE, MORTE ALL’IMPERIALISMO!!!

Il discorso di due giorni fa del presidente degli Stati Uniti Trump, in Arabia Saudita, non fa altro che confermare la natura assassina e barbara dell’imperialismo; le reali intenzioni dei paesi imperialisti, a cominciare dagli USA, di continuare a seminare guerre, migrazioni di massa, miseria e lutto, in nome del profitto,contro le masse popolari del pianeta.  Altro che pace e prosperità!

Mentre parlava di pace, di onorare dio, di milioni di posti di lavoro, del futuro dei giovani e di prosperità per i popoli, Trump esaltava, trionfante, l’affare del secolo, ovvero i 350 miliardi di dollari che il Regno Saudita investirà negli USA, in cambio di un ingente rifornimento di armi e di assistenza militare,con la scusa della lotta al terrorismo. 

Il presidente degli USA -contro cui, ricordiamo, aleggia lo spettro dell’impeachment per avere condotto affari sporchi con la mafia russa e trafficanti israeliani di diamanti, in cui è coinvolto anche suo genero- ha avuto la spudoratezza di parlare di lotta tra il “bene e il male”, in cui il bene, sarebbe lui e l’imperialismo, ed il male, il terrorismo e l’Iran, ritenuto quest’ultimo ”causa di tutti i mali del Medio Oriente”.

Ma la cosa altrettanto aberrante e nel contempo grottesca, è il fatto,come risaputo da tutti, che l’Arabia Saudita è sempre stata  grande sponsor del terrorismo islamico, come affermato ripetutamente anche dalla stessa Hillary Clinton. Ed inoltre,che  l’industria bellica USA foraggia da sempre l’ISIS, stato che è una creatura delle politiche dell’imperialismo americano in Medio Oriente (come confermato pure dalla Clinton), usato per contenere l’influenza dell’URSS nel mondo arabo, nella contesa per il predominio energetico e finanziario.

Non dimentichiamo che sotto la presidenza di Reagan, gli Stati Uniti hanno armato e addestrato i talebani in Afghanistan.  Al Queda nasce con i soldi e il supporto americano. Ma quando il “mostro” sfugge di mano (come ripetuto dalla Clinton), ecco che gli amici di ieri diventano i nemici di oggi, come pure l’ISIS, il “pericolo numero uno”, che funge da pretesto per permettere agli USA di intervenire sistematicamente nei paesi arabi, per assumere il controllo monopolistico delle fonti energetiche e per l’esportazione di capitali.

La storia, i fatti dimostrano inesorabilmente la reale essenza dell’imperialismo USA (che fin dai suoi albori, come affermano gli storici, è stato per il 93% del tempo in guerra, quasi in ogni parte del mondo, massacrando centinaia di milioni di civili inermi),  e dell’imperialismo internazionale che è il vero male, la causa di tutti i mali del proletariato e delle masse popolari del mondo.

L’imperialismo, l’economia imperialista si fonda sull’assoggettamento violento dei popoli e si nutre dello sfruttamento e del sangue dei popoli oppressi, dei popoli dei paesi imperialisti più deboli e delle masse popolari degli stesi paesi imperialisti.

Gli stati imperialisti,comitati d’affari della grande borghesia, sono i garanti di tutto ciò e dell’intensificarsi dello sfruttamento, della miseria e della devastazione,indispensabili per il capitale,per la sopravvivenza stessa del sistema.

La tendenza al fascismo è organica all’imperialismo. La moderna fascistizzazione degli stati imperialisti avanza tanto più che avanza la crisi economico-politica mondiale. Gli stati devono garantire che i padroni e la borghesia agiscano indisturbati nell’intensificazione dello sfruttamento degli operai, dei lavoratori, del cosiddetto esercito di riserva,dei precari,delle donne, dei giovani,degli immigrati. 

Ma come ci ricorda il grande MAO: “L’imperialismo è una tigre di carta. Tutti i reazionari sono tigri di carta. Sembrano terribili, ma in realtà non sono tanto potenti. Considerando le cose a distanza,la vera forza appartiene al popolo, non ai reazionari!”. 

“Quando la gente parla dell’imperialismo americano ha la sensazione che sia terribilmente forte…Ma si dimostrerà che i reazionari americani,come tutti i 


reazionari nella storia non hanno molta forza. Negli Stati Uniti la vera forza appartiene al popolo americano”.

“La forza dell’America è superficiale e transitoria. La crisi è come un vulcano che minaccia quotidianamente l’America. L’imperialismo americano siede in questo vulcano. Questa situazione ha indotto gli imperialisti americani a formulare un piano per ridurre in schiavitù il mondo intero; correre come belve assetate di sangue in giro per l’Europa, per l’Asia e per altri parti del mondo; ingaggiare reazionari in ogni paese, rifiuti umani…; formare un campo imperialista e antidemocratico..”

“Ma verrà il giorno della nostra vittoria e della sconfitta di questi reazionari. Il motivo è semplicemente questo: i reazionari rappresentano la reazione, noi rappresentiamo il progresso”.

 “Tutta la storia,la storia di alcuni millenni della società umana divisa in classi conferma questo assunto: i forti devono cedere il posto ai deboli. Questo vale anche per il continente americano. Ciò che è grande è destinato ad essere rovesciato da ciò che è piccolo. Ciò che è piccolo diventerà grande”.

“Chi era grande e forte è stato sconfitto  perché era staccato dal popolo,mentre chi era piccolo e debole ha vinto perché si era legato al popolo e lavorava per esso”.

“Tutti i punti di vista che tendono a sopravvalutare la forza del nemico o a sottovalutare la forza del popolo sono sbagliati. Se ciascuno da il meglio di se stesso, noi, con l’appoggio di tutte le forze democratiche mondiali, riusciremo sicuramente a mandare all’aria il piano imperialista di asservimento, o prevenire lo scoppio di una terza guerra mondiale, a rovesciare i regimi reazionari e a conquistare una pace duratura per l’intero genere umano.”

“Potremo avere la pace solo dopo che l’imperialismo sarà annientato. Verrà il giorno in cui le tigri di carta saranno distrutte. Ma esse non si distruggeranno da sé,saranno necessarie raffiche di vento e scrosci di pioggia… “L’alba è vicina, dobbiamo farci animo…”.


Quando saremo al G7 di Taormina dobbiamo ricordarci di tutto ciò; ricordarci che l’imperialismo è il male, il male di tutti i mali, e che noi e la classe proletaria siamo il bene, perciò siamo nel giusto e abbiamo mille ragioni per protestare e lottare per rovesciare realmente questa barbara e misogina società!


Lavoratrici SLAI Cobas sc-Policlinico Palermo Pa, 23.05.2017

19/05/17

Le operaie Fiat di Pomigliano si preparano alla mobilitazione contro la repressione padronale

Comunicato stampa

FCA Pomigliano:  8 Marzo di genere operaio contro  modello-Marchionne"
LA CAUSA  IL 20 GIUGNO DAL GIUDICE DEL LAVORO DEL TRIBUNALE DI NOLA
La vicenda è relativa allo sciopero di 3 ore dello scorso 8 marzo al reparto-confino WCL di Nola ed alla concomitante assemblea  del Comitato Mogli Operai in occasione della  giornata internazionale della donna dove le operaie FCA di Pomigliano e Nola denunciarono pubblicamente il modello-Marchionne "prefigurante il dominio del capitale sul lavoro e la trasformazione in tal senso dell'intera società con la progressiva eliminazione della democrazia sindacale e politica e dei diritti dei lavoratori, nonché di quelli sociali, civili e costituzionali": info www.comitatomoglioperai.it
Su ricorso degli avv.ti   Arcangelo Fele e Daniela Sodano del sindacato Slai cobas e con la procedura d'urgenza prevista dall'art. 28 dello Statuto dei Lavoratori, il Tribunale di Nola, Sezione Lavoro, giudice dott.ssa Francesca Fucci, ha fissato l'udienza per il prossimo 20 giugno.
I fatti: all'indomani dell'8 Marzo la FCA cambiò senza motivazione i turni di Antonietta e Carmela (entrambe operaie Fiat e da 8 anni trasferite a Nola, iscritte a Slai cobas ed attiviste del Comitato Mogli Operai), esponendole a seri problemi familiari nonché a quelli relativi allo spostamento casa-lavoro per l'inesistenza di servizi di trasporto pubblico e aziendali tra residenza e posto di lavoro. L'intento repressivo è evidenziato dal fatto che in questi anni l'azienda ha sempre adottato l'accoppiamento per lo stesso turno dei lavoratori automuniti con quelli sprovvisti e/o impediti all'utilizzo di propri mezzi di trasporto come nel caso di Antonietta e Carmela.  Il provvedimento viola inoltre lo stesso Contratto di Lavoro di FCA che testualmente recita: "E' condivisa la volontà di riconoscere ampia attenzione ai problemi degli spostamenti casa-lavoro che hanno rilevanti effetti sull'equilibrio complessivo del benessere del lavoratore e sulla possibilità di conciliare esigenze e tempo di vita e di lavoro".
Intanto si prepara la mobilitazione in occasione dell'udienza del prossimo 20 giugno: un contenzioso giudiziale senza precedenti giuridici e ad alto valore simbolico che vedrà "le donne operaie ed il loro 8 marzo" scontrarsi col "modello-Marchionne e la FCA di Pomigliano" denunciata per repressione di genere ed antisindacale"!
"Le forti implicazioni politiche, sociali e culturali, sono evidenti"… dichiarano le donne del Comitato Mogli Operai Pomigliano…  "come evidente è lo scontro tra chi oggi vorrebbe riportarci tutti, uomini e donne, indietro di 100 anni, sottoponendoci alla moderna schiavitù economica, e chi vuole riorganizzare a tutto campo le ragioni dei lavoratori e quelle sociali, e far 'ricontare' la classe operaia".
Comitato Mogli Operai Pomigliano
Pomigliano d'Arco, 19 maggio 2017

DAL G7 DI BARI AL G7 DI TAORMINA - NON LASCEREMO IN PACE I PADRONI DEL MONDO!

L'intervento di una compagna di proletari comunisti di Taranto, durante il corteo di sabato scorso a Bari.
"Siamo venuti a Bari e saremo anche al G7 di Taormina. Non si credessero i ministri, i potenti del mondo che loro devono in pace decidere contro di noi, contro i lavoratori, le donne, i giovani; noi li assedieremo. Non credessero di poter lavorare tranquilli. A Bari la polizia, lo Stato ha voluto fare una specie di prova, ha occupato militarmente la città, impedendo di vivere agli stessi abitanti; è una guerra quella che loro fanno e che portano avanti ogni giorno.
In tre giorni qui a Bari, i ministri economici e tutto il loro mega staff, si mangiano quanto lavoratori e lavoratrici prendono in tanti anni di lavoro. Questi sono i veri responsabili delle nostre condizioni di vita, di lavoro sempre più misere, precarie e difficili. A questi noi non abbiamo niente da chiedere – come domandavano dei giornalisti – noi non abbiamo domande da fare a chi è il nostro carnefice. Sono i nostri assassini. Vogliamo ricordare qui tutti gli operai, le centinaia di operai dell'Ilva di Taranto che sono morti per mano dei padroni e dello Stato e continuano a morire.
Renzi è venuto a Taranto dopo aver fatto 10 decreto per salvare i profitti dei padroni, e pretendeva di essere lasciato in pace. Ha avuto la giusta protesta. Ora cerca di colpirci con le denunce. Ma noi non abbiamo niente da difenderci, noi vogliamo attaccare.
Noi dobbiamo essere uniti e dobbiamo essere combattivi sempre di più per impedirgli di fare ciò che vogliono.
Contro i migranti, che sono tanti anche a Taranto, stanno negli hotspot dove subiscono violenze, torture. Però anche dai migranti Stato e governo stanno ricevendo la giusta lotta. Tanti migranti si stanno organizzando, hanno fatto grandi manifestazioni, l'ultima a Foggia, e anche a Taranto ogni giorno lottano.
Così le donne. Abbiamo fatto uno storico sciopero delle donne. Uno sciopero che è una sfida verso i padroni, verso il governo, lo Stato, gli uomini che odiano le donne. E quando le donne si muovono, hanno sempre una marcia in più. Prendetevi paura!
Loro si blindano, come si vogliono blindare ancora di più a Taormina, con Trump che non toccherà terra, verrà “catapultato” direttamente nel mega Palazzo per fare il summit. Ma questo dimostra che loro si blindano perchè hanno paura! Hanno paura delle lotte, che la nostra ribellione, prima o poi – e glielo giuriamo – si trasformerà nella nostra guerra di classe, nella nostra lotta per rovesciarli tutti.
Anche contro le guerre che gli imperialisti stanno facendo contro i popoli, che dimostrano che il vero “terrorismo” sono le bombe dell'imperialismo, in questi paesi i popoli si sono da tempo sollevati. In India stanno portando avanti una grande guerra popolare, in cui in prima fila sono le donne.
E allora, prendetevi sempre più paura, potenti del mondo! La nostra lotta andrà avanti e sarà sempre più dura, sarà sempre più unita!"

CHE SIANO ANCOR PIU' LE LAVORATRICI A MANIFESTARE A TAORMINA CONTRO I PADRONI DEL MONDO


CONTRO IL “G7” DI TAORMINA, DOVE I POTENTI, I PADRONI DEL MONDO, TRUMP IN TESTA, DECIDERANNO A TAVOLINO COME CONTINUARE A FARE PROFITTI E AD ARRICCHIRSI SULLA PELLE DEI LAVORATORI E DEI POPOLI DEL PIANETA, SEMINANDO GUERRE, MIGRAZIONI DI MASSA, MISERIA E LUTTO!

CONTRO TRUMP CHE PIU’ DI OGNI ALTRI, CON LA SUA POLITICA NAZISTA, RAZZISTA E MASCHILISTA, RAPPRESENTA IL CONCENTRATO DEL MARCIUME DELLA CLASSE BORGHESE E DELLA PUTREFAZIONE E BARBARIE DI QUESTO SISTEMA CAPITALISTICO CHE STA UCCIDENDO L’UMANITA’ INTERA!

CONTRO L’IMPERIALISMO ITALIANO E IL GOVERNO GUERRAFONDAIO DI GENTILONI/RENZI, CHE FA PAGARE ALLE MASSE POPOLARI I COSTI DELLA CRISI, DELLE GUERRE E LA SETE DI PROFITTI DI PADRONI E BANCHE!

Come è noto, il 26 e 27 maggio prossimo a Taormina avrà luogo il vertice del “G7”, dove i paesi imperialisti (USA, Giappone, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia, Canada) e i loro antipopolari e scellerati governi, tra cui quello moderno fascista italiano – Gentiloni/Renzi - discuteranno su come meglio spartirsi il mondo; su come continuare a depredare le risorse energetiche dei paesi del Medioriente e fronteggiare la grave crisi economica internazionale, negli interessi di borghesia, padroni e banche.

Tutto questo, come sempre, si traduce concretamente in guerre di aggressione contro le masse popolari dello scacchiere mediorientale (come dimostra pure il recente bombardamento della Siria da parte degli USA di Trump, che sta continuando la politica guerrafondaia di Obama, causando migliaia di morti fra donne, bambini, giovani e vecchi), oltreché in politiche della “macelleria sociale” anche negli stessi paesi imperialisti, come pure l’Italia. Paese dove vi sono 10 milioni di poveri e dove si assiste ad una crescente eliminazione dei diritti dei proletari, degli operai, dei lavoratori, dei precari,dei disoccupati, dei giovani, delle donne, dei pensionati (jobs act, massicci licenziamenti, precarizzazione del lavoro, tagli alle pensioni, ai salari, alla scuola, al pubblico impiego, ai disabili, alla sanità e ai lavoratori del Comparto, ed inoltre, aumenti di prezzi e tariffe, dei trasporti, delle spese sanitarie ecc.).

Mentre, di contro, aumentano a dismisura le spese militari (in Italia la difesa costa 64 milioni al giorno, con un incremento del 21% negli ultimi 10 anni) e si continua ad ingrassare la classe al potere, parassita e corrotta, di ogni colore politico, grillini compresi, unitamente ai padroni, sempre più sfruttatori ed assassini, e alle banche, sempre più usuraie e truffaldine.

A quanto sopra si aggiunge l’enorme militarizzazione del territorio, a cominciare dal sud e soprattutto dalla Sicilia con la presenza di armi nucleari e strumenti di controllo delle telecomunicazioni militari (radar,MUOS ecc.) altamente nocivi per la salute, e con tantissime basi militari USA e Nato (Sigonella, Motta S. Anastasia, Caltagirone, Vizzini, Punta Raisi, Isola delle Femmine, Comiso, Marina di Marza, Augusta, Monte Lauro, Centuripe, Niscemi, Trapani, Isola di Pantelleria, Isola di Lampedusa), da cui partono missioni di guerra, facendo della nostra terra uno strumento di morte e, nel contempo, una vera e propria polveriera.

Tutto questo ha portato inevitabilmente ad uno sviluppo del dissenso, della ribellione e della lotta di classe dal sud al nord del Paese (di cui anche il massiccio astensionismo di massa, ad ogni elezione, ne è indice); lotta che ha visto accrescere pure il protagonismo delle donne, principalmente di quelle proletarie, le più povere, che sono quelle che pagano doppiamente i costi della crisi del sistema, con un netto peggioramento dell’insieme delle loro condizioni di lavoro (le prime ad essere licenziate, precarizzate, sfruttate, discriminate, sottopagate, disoccupate) e di vita (sempre più umiliate, molestate, violentate, ammazzate).

L’importante sciopero delle donne dello scorso 8 marzo, che ha visto 40 mila lavoratrici - dalle fabbriche al pubblico impiego, ai negozi, oltreché migliaia di precarie, disoccupate, giovani - scendere in piazza in ogni città e simultaneamente a milioni di donne di tutto il mondo, è stata una risposta forte e dirompente contro l’avanzare del MODERNO FASCISMO e del conseguente MODERNO MEDIOEVO per il genere femminile.

Il governo Gentiloni/Renzi, con il suo ducetto ministro degli interni Minniti, inasprisce la repressione,nella speranza di poter arginare il conflitto sociale (fermi, perquisizioni, arresti “preventivi”, pestaggi, multe, ecc.). MA LA REPRESSIONE NON PUO’ FERMARE LA RIBELLIONE DI CHI, A COMINCIARE SOPRATTUTTO DALLE DONNE, NON HA PROPRIO PIU’ NULLA DA PERDERE IN QUESTA SPORCA E DISUMANA SOCIETA’!

PARTECIPIAMO, ANCOR PIU’ LE LAVORATRICI, ALLA MANIFESTAZIONE DI TAORMINA, DANDO VITA AD UNA GRANDE OPPOSIZIONE DI CLASSE E DI GENERE, CONTRO IL G7, I PADRONI DEL MONDO, TRUMP E I “SIGNORI” DELLA GUERRA IMPERIALISTA! CONTRO LA POLITICA DEVASTANTE DI GENTILONI/RENZI E DI OGNI ALTRO GOVERNO DEI PADRONI, CHE VANNO SPAZZATI VIA!

Lavoratrici SLAI Cobas sc. – Policlinico Palermo

Sosteniamo la lotta delle lavoratrici ACI-informatica, la riforma Del Rio è una truffa, che mette a rischio 600 posti di lavoro

Da Tavolo 4:

Ti contattiamo per aiutarci a fare da cassa di risonanza alla nostra lotta finalizzata ad evitare l'ennesima truffa ai cittadini e alla qualità del servizio pubblico nonché al mantenimento del posto di lavoro.
Il governo sta eliminando il Pubblico Registro Automobilistico (PRA) da anni gestito con eccellenza da ACI Informatica, aumentando i costi per i cittadini e cancellando il servizio pubblico.
In sintesi:
Dossier:
RSU ACI INFORMATICA - Via Fiume delle Perle 24 - 00144 Roma
Contatti: e-mail RSU@informatica.aci.it – tel. 06.52999781

Non è diffamazione, è la verità: Raccuia è uno stupratore e la giudice Minucci lo ha protetto!

Comunicato di NUDM Torino su operazione repressiva
 
Venerdì notte il pm Rinaudo di Torino ha ordinato perquisizioni e sequestro di cellulari e pc di alcuni esponenti della Federazione Anarchica torinese partecipanti alla rete Non Una di Meno, per le scritte comparse un mese fa davanti al Tribunale di Torino contro la giudice Diamante Minucci e sulla sede della Croce Rossa contro Massimo Raccuia.
L'accusa è di imbrattamento e diffamazione.

Non ci interessa chi abbia fatto quello scritte, ma ciò che ci preme in questa vicenda è puntare l'attenzione sull'assurdità di un'operazione repressiva volta a punire e criminalizzare chi ha scritto sui muri ciò che di fatto abbiamo, non solo pensato, ma anche gridato in molte e molti nelle piazze l'indomani della sentenza.
Massimo Raccuia è uno stupratore e la Giudice Diamante Minucci ha difeso, protetto e assolto uno stupratore.
Non è diffamazione, è la verità.

Una verità che non è stata stabilita e fissata nelle aule di un tribunale, ma la verità che ha cercato in tutti i modi di raccontare Laura: l'unica verità che per noi conta e ha valore.
Evidentemente i giudici e i tribunali di questo paese sono considerati intoccabili come se fossero portatori di verità assolute e inconfutabili. Non possono essere criticati e messi in discussione, pena la denuncia di diffamazione, la stessa che rischia di dover affrontare Laura dal momento che ha accusato di stupro un uomo che il tribunale ha decretato essere innocente.

La Giudice Diamante Minucci, a capo della prima sezione penale del Tribunale di Torino, non deve aver gradito il clamore delle piazze e delle manifestazioni che l'hanno individuata come responsabile non solo di una sentenza assurda, ma di un giudizio inaccettabile su una donna che ha subito violenza.
Raccuia è stato assolto perchè Laura non ha urlato, non si è fatta massacrare di botte, non aveva segni visibili sul corpo delle violenze subite. Come se la reazione possa misurare la veridicità della violenza agita. Non è solo il buon senso a suggerircelo, ma anche l'esperienza diretta di qualunque donna abbia subito violenza: non tutte le donne reagiscono allo stesso modo di fronte a una violenza.
Ma per la giudice Diamante Minucci non sono bastati il buon senso e l'esperienza diretta della donna.
Laura non ha urlato, non ha reagito come avrebbe dovuto, quindi era consenziente. Come se il consenso si misurasse in decibel o sempre e comunque attraverso comportamenti manifesti.

Non è la prima volta che una donna che ha subito violenza al momento del giudizio nel confronti dello stupratore si ritrova giudicata e da parte lesa diventa imputata lei stessa. Sentenze che, assolvendo gli stupratori, non soltanto violano la donna una seconda volta, ma la mettono pure nella condizione di doversi difendere, di vedere la propria vita scandagliata, peggio,  di dover subire diagnosi psichiatriche volte a screditarla, come se si fosse inventata tutto o se la fosse in qualche modo cercata.

Poiché la casta degli intoccabili è stata criticata e attaccata, la questura si è mobilitata in sua difesa, arrivando a perquisire, denunciare e sequestrare materiali per due banali scritte sui muri.

Come NonUnaDiMeno, il 12 aprile abbiamo organizzato presidi e azioni davanti ai tribunali di diverse città in solidarietà a Laura e per denunciare la violenza che le donne subiscono durante i processi per stupro, che spesso le vedono diventare imputate a loro volta.

Di nuovo vogliamo ribadire che la solidarietà non si processa e che se toccano una toccano tutte!!!
Esprimiamo tutta la nostra solidarietà alle compagne e ai compagni coinvolti nell'indagine della questura torinese, che insieme a noi hanno manifestato per le vie della città e fuori dal tribunale la nostra solidarietà a Laura e la nostra indignazione nei confronti della sentenza della Giudice Minucci.

NON UNA DI MENO TORINO