16/02/17

Brevi informazioni da compagne del mfpr che sono state a Bologna

 -Tavolo lavoro
Grossa partecipazione, sia la aule dove si sono tenuti i Tavoli, sia l'aula magna della plenaria erano piene, con tante anche sedute a terra, sui davanzali delle finestre, tanto che hanno utilizzato lo streaming.
I numeri dati ufficialmente frutto delle registrazioni erano sui 1600. Al Tavolo sul lavoro vi sono state mediamente più di 200 persone, alcune hanno partecipato solo il 1° giorno, altre il 2°. Nella plenaria erano un migliaio.
Circa lo sciopero. Allo stato attuale è stato indetto da: Slai cobas per il sindacato di classe, Usi, Usb, Cobas confederazione, Sial, (e forse Cub). Lo sciopero è per tutta la giornata.
Le organizzatrici hanno cercato di ridimensionare lo sciopero, proponendo anche altre forme di iniziative.
Un intervento di Bologna e delle compagne del mfpr ha chiarito che anche se indetto da alcune sigle sindacali lo possono fare tutte.
Alcune volevano nell'8 marzo anche una manifestazione nazionale. Ma questa proposta non è passata.
Al Tavolo sul lavoro la richiesta principale è stata: fondi europei per corsi di educazione/formazione. In una logica di “gestione”: gestione delle emergenze, gestione dei molestatori, gestione delle donne vittime di violenza. Sui posti di lavoro, dovrebbe essere il datore di lavoro garante nel far rispettare le norme contro le molestie sessuali.
Interventi hanno parlato di fare impresa tra donne, realizzazione di sé, disponibili a consulenza autoimprenditorialità. Il Sial Milano: formazione aziendale nei luoghi di lavoro attingendo ai fondi interprofessionali su violenza e discriminazione di genere.
Altra rivendicazione per la maggiore, il “Reddito di autodeterminazione” - mentre altre, tra cui un'operaia di Napoli, dicevano: lavoro, no a redditi di assistenza.
Quindi rivendicazioni di: borse lavoro, servizi, casa, salario minimo, welfare.
Sulla questione appello alla Cgil, vi sono stati interventi contrastanti. Alcune dicevano: ci devono dire perchè non indicono anche loro lo sciopero. Altre, invece, in particolare l'mfpr, hanno detto che non andava proprio fatto l'appello ai sindacati confederali. La CGIL per l’8 marzo organizzerà assemblee nei luoghi di lavoro, quindi depotenziando, anzi, sabotando attivamente lo sciopero. Mentre, in embrione, le lavoratrici, operaie hanno mostrato in diverse forme che non si è disponibili a farsi chiudere in un recinto.
Vi sono stati interventi contro il governo. Compagne di Bologna hanno smascherato, con contestazioni, interruzioni una che si presentava come semplice donna, quando in realtà era stata assessora a Bologna alle politiche sulla casa.
Sulla gestione dell'assemblea dalle organizzatrici di nonunadimeno, la valutazione da parte di varie compagne non è buona sia dal punto di vista del metodo che del merito: esclusiva, poco chiara, e non orizzontale, riformista.
Vi era anche una logica da “addette ai lavori”. Per esempio, al tavolo sulla comunicazione il concetto della comunicazione, portato avanti dalle giornaliste professioniste (anche della carta stampata), era improntato all'aziendalismo, all'autoimprenditorialità, sotto un'ottica "professionale".
I maschi c'erano, non tanti, più presenti nel Tav sul sessismo nei movimenti (hanno la “coda di paglia”?...). La presenza dei maschi diventava quasi rassicurante, normalizzante, legata ad una concezione per cui se lotto lotto per tutti e quindi non c’è necessità di un’organizzazione specifica delle donne, di una lotta specifica.
Si è creata un’inedita saldatura che ruota intorno ai CAV e ai loro finanziamenti che vede convergere e convivere UDI, centri sociali area disobbedienti in tutte le declinazioni, PD, sindacalismo di base (USB in maniera massiccia), sinistra critica/quaderni viola/marcia delle donne.
ALCUNI INTERVENTI:
UDI Modena: formazione e responsabilità su violenza nei luoghi di lavoro
“La precarietà rende sterili” slogan dell’ UDI per indicare come la precarietà renda difficile scelta di maternità. Uomini e donne, mettere insieme maternità e paternità nel lavoro, coinvolgere gli uomini nel lavoro di cura (in diversi interventi tornerà il concetto di genitorialità).
CAV Mantova: femminilizzazione del lavoro. Proposta Fedeli condivisione genitoriale. Non è sufficiente lo sciopero ma entrare nelle istituzioni.
Fiom Roma: sui posti di lavoro si stima che almeno 4mln hanno subito molestie. No al differenziale di retribuzione. Indennità di maternità legata al lavoro e/o disoccupazione da estendere.
USB: critica delle politiche di conciliazione che contribuiscono alla precarizzazione. Passare da maternità a genitorialità è importante. Riduzione orario di lavoro. Battaglia sui ritmi. Riduzione età pensionabile.
USB Napoli: Tutti gli studi affermano che il PIL con maggiore inclusione delle donne nel lavoro migliorerebbe. Contrattazione a favore delle donne.
UDI Bologna: Il part time a seguito di maternità è penalizzante sia in termini di carriere, pensione, reddito. Sulle politiche abitative, che attualmente prevedono l’assegnazione al capofamiglia, bisogna chiedere che all’uomo violento non venga assegnata l’abitazione. 8/3 sciopero contro la violenza sulle donne ma anche del lavoro. Non può essere uguale allo sciopero “normale”. Lo sciopero dovrebbe trovare forme di sottrazione, sciopero del lavoro riproduttivo. In diversi lavori sono previste mansioni “implicite” che implicano il doversi prendere cura degli altri clienti-capo, etc; vi è un surplus di sfruttamento, la molestia a volte è parte della mansione. Autorganizzazione del welfare (una sorta di mutuo soccorso).
Lucha y Siesta Roma: Precarietà causa di violenza economica e sociale, la condizione abitativa fondamentale per uscire da situazioni familiari a rischio. Ricerca appartamenti con garante il governo e gli enti locali.
S.G. Base scuola: lavoro precario e disoccupazione causa violenze, difesa della Sanità pubblica,

difesa del pubblico contro il privato.
Collettivo communia: dobbiamo bloccare la produzione, scioperi ad oltranza, creazione di casse di resistenza, creare un sindacato femminista.
Studentessa di Taranto: educare gli studenti contro il sessismo anche con cineforum, no al lavoro degli studenti, è uguale a sfruttamento minorile autorizzato.
L’associazione Aibel che fa capo a Medicina democratica ha proposto di inserire nel TU sicurezza stress lavoro correlato-violenza. Spesso nei luoghi di lavoro mobbing è in seguito a molestie.
ALTRI INTERVENTI:
-No al jobs Act, si al pensionamento anticipato
-in Italia le ore gratuite di lavoro di cura sono tantissime, pertanto bisogna chiedere i livelli essenziali di prestazione.
-Ridefinizione femminista di quello che è lavoro. Reddito di autodeterminazione nella dimensione europea. Nesso tra violenza contro le donne e violenza domestica.
-lavoro di cura diviso tra uomini e donne, servizi infrastrutturali pubblici.
-battaglia per il salario minimo, no a conciliazione, reddito per donne vittime di violenza.
Imporre regole femministe sulle rivendicazioni lavorative.
-da logica assistenziale a logica di diritti. Defiscalizzazione.
-Declinazione al femminile per i diritti. Part time per riprendersi tempi di vita.
-Da parte di altre invece è venuta fuori la denuncia delle politiche di part time che usano la condizione di doppio lavoro delle donne, per una politica di conciliazione tra lavoro fuori e lavoro in casa. No secco a riforme di Renzi. Vogliamo la nostra via: salario pieno ad orario ridotto.
-Riconoscere come lavoro la prostituzione e l'utero in affitto.
-Permessi di soggiorno per le migranti che subiscono violenza.

Intervento lavoratrice della Dussmann del Mfpr Taranto:
la violenza sulle donne è strutturale in ogni aspetto della vita e condizione delle donne; ma non basta parlare genericamente di violenza, occorre dire che si tratta di violenza reazionaria, fascista, frutto di questo sistema capitalista che può solo essere rovesciato.
Le donne proletarie che sono le più oppresse, le più sfruttate, subiscono più di altre le violenze fasciste e sessiste e razziste di questo sistema sul lavoro, fuori dal lavoro, ma tante di loro lottano ogni giorno; per questo devono essere l'avanguardia nello sciopero delle donne.
Noi non siamo d' accordo con l' appello fatto da nonuna dimeno ai sindacati confederali, essi sono parte organica di questo sistema capitalista di sfruttamento e oppressione, i loro infami accordi
avvallano i peggioramenti delle condizioni economiche e di vita delle lavoratrici, un esempio recente sono le lavoratrici di Almaviva che hanno visto la loro vita distrutta.
Denunciata la situazione di precarietà e di sfruttamento delle lavoratrici Dussmann in lotta a Taranto e a livello nazionale con orari di lavoro ridotti a due, tre ore al giorno.
Non condividiamo neanche l'affermazione che lo sciopero delle donne è un fatto inedito in Italia, noi lo abbiamo proposto già a partire dal 2008 e lo abbiamo fatto nel 2013 e l'8 marzo scorso; negare questo vuol dire negare la lotta delle 20.000 lavoratrici, precarie, immigrate che vi hanno aderito, che hanno pagato la scelta sulla loro pelle anche con licenziamenti e atti repressivi.
Quindi la compagna ha presentato la piattaforma per lo sciopero delle donne, frutto delle lotte e delle denunce che soprattutto le donne proletarie fanno:
- Lavoro per tutte le donne
- Trasformazione a tempo indeterminato dei contratti precari – No Jobs act
- NO a discriminazioni salariali, pari salario per pari lavoro
- Meno orario e aumento delle pause
- Riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro, come difesa anche della nostra salute
- inserire nel TU sicurezza lo stress lavoro correlato-violenza.
- Riposo sabato e domenica o 2 gg consecutivi nelle aziende a turnazione continua
- Turni che non aggravino la condizione delle donne
- Condizioni di lavoro e ambienti di lavoro (compreso servizi igienici) a tutela della salute, anche riproduttiva, delle donne e della dignità delle lavoratrici, richiesta agli Enti ispettivi di una verifica generale, sotto il nostro controllo!
- Abbassamento dell’età pensionabile delle donne, come riconoscimento del doppio lavoro
- Assemblee sindacali retribuite delle donne in più rispetto a quelle stabilite
- Donne dappertutto, nelle Rsu, Rls, decise dalle lavoratrici
- Allontanamento dai luoghi di lavoro per tutti coloro – capi, padroni, ecc. - responsabili di molestie, ricatti, violenze sessuali, atteggiamenti razzisti; tutela delle lavoratrici denuncianti

- NO al caporalato in agricoltura
- Trasporto gratuito verso e dalle campagne
- passaggio da salario a cottimo al salario orario - applicazione del CCNL, parità salariale con gli uomini
- No all'uso di prodotti tossici durante il lavoro nei campi, strutture mediche vicino ai luoghi di lavoro

- Nei passaggi di appalti o ditte, automaticità del passaggio delle lavoratrici con conservazione dei diritti acquisiti – nei rapporti part time, orario non al di sotto di 30 ore settimanali
- Salario minimo garantito per tutte le donne
- Divieto di indagine sulla condizione matrimoniale, di maternità, di orientamento sessuale, nelle
assunzioni o licenziamenti
- NO a discriminazioni sul lavoro legate allo stato familiare, di maternità, di razza
- Diritto di cittadinanza e uguali diritti lavorativi, salariali e normativi per le immigrate
- Nessuna persecuzione delle prostitute, diritti di tutte ai servizi sociali e al salario minimo garantito

- Estensione dei permessi retribuiti per malattia dei figli oltre i 3 anni di vita dei bambini, per entrambi i genitori.
- Socializzazione e gratuità dei servizi domestici essenziali, asili, servizi di assistenza per anziani, ecc, aumento dei nidi e scuole per l'infanzia e vicino ai luoghi di lavoro
- Difesa e ampliamento del diritto di aborto, obbligatorietà di interventi di interruzione gravidanza in tutte le strutture pubbliche, abolizione dell’obiezione di coscienza, consultori laici gestiti e controllati dalle donne
- Accesso gratuito per le donne ai servizi sanitari

- Interventi contro i denunciati per violenze, stalking, maltrattamenti - Divieto di permanenza in casa, se familiari o conviventi
- Procedura d’urgenza nei processi per stupro e femminicidi e accettazione delle parti civili di
organizzazioni di donne, con patrocinio gratuito per le donne

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