02/01/17

Genere e rivoluzione - Le uccisioni delle donne sono un delitto ideologico-fascista.

Da un articolo di Geraldina Colotti - sullo speciale del Manifesto: Il corpo del delitto)
"Una storica sentenza della Corte Interamericana dei Diritti Umani... già nel 1976, quando il termine "femminicidio" viene definito una prima volta dal primo Tribunale internazionale per i crimini contro la donna, lo si qualifica come "L'assassinio di donne realizzato da uomini e motivato dall'odio, dal disprezzo, dal piacere o dal sentimento di proprietà..."
Quindi, "Un delitto ideologico", strettamente connesso con i valori sociali e gli stereotipi di genere...". 

Nell'opuscolo del MFPR "Uccisioni delle donne, oggi" - che invitiamo a richiedere e a leggere, per la sua pregnanza nella battaglia odierna del movimento delle donne - si approfondisce il perchè dei femminicidi e soprattutto del perchè essi sono strutturali all'odierno moderno fascismo verso cui marcia il sistema del capitale. 

A questa guerra sistemica di bassa intensità contro le donne, a questo odio che è soprattutto di reazione alla ribellione, volontà di rottura di legami, di indipendenza dall'uomo e dalla famiglia delle donne (i femminicidi avvengono non quando le donne si sottomettono all'oppressione maschile - non si rompe il giocattolo, la "cosa" che fa sfogare le tue voglie - ma avvengono quando le donne vogliono sottrarsi a questa sottomissione), non si può rispondere con il riformismo (rafforziamo i centro antiviolenza, ecc.), o con gli appelli a un'azione di educazione, che in alcune pseudo intellettuali diventa psicanalismo (che ha un effetto di fatto giustificazionista), 
MA SI DEVE RISPONDERE CON LA RIVOLUZIONE, COL ROVESCIAMENTO DI TUTTO QUESTO SISTEMA SOCIALE IDEOLOGICO, ECONOMICO, POLITICO, FAMILIARE, CULTURALE, E DEI SUOI UOMINI COME DELLE SUE DONNE BORGHESI

DALL'OPUSCOLO DEL MFPR

"Noi odiamo gli “uomini che odiano le donne”. 

Queste parole le abbiamo prese dal romanzo di Stieg Larsson, che ha alcuni aspetti emblematici:
E’ ambientato in Svezia, una società in cui le donne hanno fatto delle conquiste, si sono emancipate e però lì, guarda caso, negli ultimi 2-3 anni sono usciti molti scrittori e scrittrici di gialli ambientati in Svezia, molti dei quali hanno al centro le donne: le donne violentate, le donne uccise ecc. (nella realtà
e non solo nei romanzi). Sono dei libri che parlano di uccisioni moderne, di uccisioni che avvengono nelle società capitaliste più avanzate, non quelle più arretrate e che per questo smentiscono che le violenze oggi siano il frutto solo di una realtà sociale arretrata; che mostrano il marciume di un
imperialismo arrivato alla frutta, che non può portare a nulla di progressivo, ma solo a un moderno medioevo.
La protagonista del romanzo, Lisbeth Salander, è una ribelle ad ogni tentativo di “normalizzazione”/considerata diversa per eccellenza, ha tentato di uccidere il padre quand’era ragazzina perché violentava la madre, ecc. Lisbeth è ribelle a ogni regola e questa ribellione è insopportabile per gli altri, soprattutto per gli uomini che la devono “domare”, fino a violentarla e tentare di ucciderla.
Ma chi sono questi uomini? Sono grandi manager di industria, fascisti, nazisti, che odiano le donne.
Lisbeth a un certo punto, a fronte dell’altro protagonista del libro, un giornalista che tenta anche di giustificare il violentatore/ assassino, facendo un’analisi psicologica, esclama: “cazzate, questo odia le donne!”. “Cazzate!”, appunto, perchè dobbiamo respingere le interpretazioni/giustificazioni che spesso vengono fatte dopo uccisioni perchè servono solo a mettere un cappello sopra; diverso è raccogliere alcune di queste interpretazioni ma per mostrarne il loro carattere assolutamente sociale, comune a migliaia di uomini e spiegabili solo con un’analisi sociale, di classe e di genere.
Questo romanzo, indipendentemente anche dalla volontà dello scrittore, aiuta a capire
quello che stiamo dicendo. Oggi effettivamente c’è una sorta di “odio” verso le donne, come verso gli immigrati, verso gli omosessuali ecc. Questo odio tout court verso le donne, in quanto donne che pensano, che agiscono, che decidono, è fascista. Questo odio fa alzare il tiro, mette in moto la violenza.
“Gli uomini che odiano le donne” esprime l’immagine del sistema capitalista, nella sua fase di crisi, di putrefazione imperialista, di un sistema che non ha più nulla di costruttivo, ma è solo distruzione.
E proprio per questo deve essere distrutto. E LE DONNE HANNO DOPPIE RAGIONI PER FARLO!"

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