11/09/15

Lettera di Mahienour, una compagna in carcere in Egitto

Il Consiglio Nazionale per I diritti umani in queste settimane e’ andato a far visita alle carceri di Damanhour e un’altra.
Durante la loro visita nel carcere di Damanhour dove si trova la compagna Mahienour, sono riusciti a dire che non l’hanno incontrata perche’ aveva qualche interrogatorio. La verita’ e’ che Mahienour c’era visto che sta scontando la pena di un anno e 3 mesi, ma nessuno del consiglio di merda la voleva incontrare per non sapere quello che realmente accade dentro.
Nel giugno del 2015 la avvocata Wafaa al masry, aveva portato allo stesso Consiglio il reclamo da parte di Mahienour per il sovraffollamento e la mancanza di aria nelle celle chiuse dalla direzione carceraria.
Naturalmente lo scopo della visita del Consiglio Nazionale per i diritti umani sarebbe dovuto essere di risolvere i problemi dentro al carcere provvedendo alle mancanze, cosa che non e’ avvenuta, semplicemente hanno ignorato tutto.
Mahienou non puo’ scrivere articoli di denuncia da dentro, cosi’ tutto quello che dira’ in questa testimonianza e’ stato riportato dalle sorelle che le fanno visita.
Una settimana prima del 23 agosto il giorno in cui il Consiglio ha fatto visita al carcere di Damanhour, ci sono state delle ristrutturazioni enormi all’interno del carcere.
Le mura del carcere sono state imbiancate, sono stati affissi dei poster, istallate nuove ventole (dopo che le detenute sono sopravvissute al caldo atroce, senza che le ventole fossero riparate).
Hanno persino messo una rete da pallavolo fuori, nonostante sia proibito uscire dal proprio padiglione e hanno rimesso apposto le ventole delle cucine, nostante gli fosse stato detto piu’ volte dalle detenute.
Durante la visita la delegazione  e’ stata accompagnata passo passo  dalla polizia penitenziaria, facendo visita solo ai padiglioni che il ministero degli interni voleva, evitando di arrivare cosi nei padiglioni dove avrebbero raccontato cosa accade realmente all’interno del carcere.
Mahienour racconta dei maltrattamenti che avvengono nell’ospedale del carcere, che lei chiama obitorio,  dove il medico di turno non cura le detenute, ma le picchia  e le maltratta.
Una detenuta durante la festa dopo il ramadan era andata in cura nell’ospedale del carcere ed e’ stata assassinata.
Moltissime le detenute la cui condizione di salute peggiora dopo essere andate all’ospedale.
Ovviamente la delegazione del Consiglio non ha fatto visita all’ospedale del carcere.
Mahienour racconta di quanto e’ dura e umiliante l’ispezione delle detenute dopo le sedute, soprattutto quelle che sono dentro perche’ hanno debiti, sono costrette a stare ammucchiate in una cella piccolissima, anche quelle piu’ anziane, vengono spogliate dalle secondine e sono obbligate a fare i propri bisogni davanti a loro e se non lo fanno il primo giorno sono obbligate a rimanere un secondo giorno.

Mahienour ci racconta che non c’e’ un orario prestabilito per la chiusura delle celle, di solito vengono chiuse alle 14.30, che non e’ un tempo sufficente per poter preparare il cibo per tutte visto che tagliano l’acqua e la corrente.
Dopo tante proteste ora chiudono le celle alle 16.00.

Ci ha raccontato delle notti che le detenute passano ad urlare per soccorrere una detenuta malata o in procinto di partorire.
Un giorno una detenuta ha partorito dentro la cella perche’ ha dovuto aspettare un’ora e mezza prima che le aprissero la porta.

Infine le visite durano a volte 15 minuti a volte mezz’ora a volte 45 minuti, mentre nel regolamento del carcere c’e’ scritto che la durata legale della visita e’ di 1 ora.
Mahienour e’ dentro, ma non smettera’ mai di rispondere alle loro menzogne  qualunque sia il prezzo da pagare.

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