09/01/15

Da Bologna, volantino presidio per Sakine, Leyla e Fidan

La decisione di fare di questa giornata un omaggio a tre donne rivoluzionarie kurde è di primaria importanza. Questa solidarietà dimostra che le organizzazioni di donne sanno riprendere la bandiera di chi ha lottato e si è sacrificata per la loro giusta causa.Il dominio maschile, le forze dominanti hanno avuto paura dei valori che rappresentavano. Con la loro eliminazione pensavano di sradicare la passione delle donne kurde e del popolo kurdo per la libertà. Ma si sono sbagliati. A milioni sono scesi e scendono in starda trasformando la loro collera in esigenza di verità e giustizia, divenendo noi stesse le voci di Sara, Rojbin e Ronhai. 
  Sakine Canzis aveva conosciuto il vero volto dello stato turco nelle galere e sui banchi di tortura delle prigioni di Diyarbakir. Ha conosciuto le politiche di negazione, di distruzione e di assimilazione contrarie al popolo kurdo. Per cancellarle la sua identità e privarla del suo carattere, i carnefici le hanno inflitto ogni specie di tortura disumana. Di fronte a queste torture ha sceto ha scelto la resistenza e non il pentimento. Da allora questa linea di esistenza iniziata da questa grande militante continua a vivere attraverso una tradizionedi resistenza trasmessa di generazione in generazione.
  Fidan esprimeva il desiderio delle donne kurde in esilio di tornare nella propria terra d’ origine. Lei era il nome della lotta per la liberazione del popolo kurdo ma anche per il ritorno vittorioso in terra libera. Disgraziatamente Rojbin è tornata nel suo paese in una bara. Ma dopo di lei migliaia di donne hanno ripreso la lotta per la librazione delle donne kurde e di tutto il mondo.
  Leyla era il nostro futuro era espressione di una lotta entusiasta in vista di giorni migliori.
Ci hanno privato di tre donne rivoluzionarie ma la loro lotta, il loro pensiero continuano a vivere in milioni di persone.
Gli assassini non troveranno mai pace: essi si nascondono per codardia ma sono rimasti disorientati dalle donne e dal popolo. Di conseguenza il 9 gennaio resterà la giornata in cui chiediamo il conto ai loro madanti così come alle forze che li proteggono, oggi è un giorno di lotta.
Oggi le politiche neoliberali nel mondo e le nuove forme del capitalismo rendono la vita delle donne sempre più impossibile. Facendo parte di queste nuove forme di colonizzazione sviluppate dal sistema capitalista, siamo le prime vittime di tutti gli attacchi schiavistici di questo sistema di sfruttamento. La nostrarivendicazione per la libertà e l’ uguaglianza è sempre stata una minaccia per il sistema capitalista. Di giorno in giorno numerosi attacchi sono perpetrati nei nostri confronti per costringerci a diventare schive di questo sistema. Questa situazione riesce nei paesi dove i valri democratici sono deboli o trascurati. Differenti mezzi sono usati per frapporre ostacoli allo sviluppo della lotta delle donne.

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