30/12/14

Lettera dal carcere di Vercelli: anni di carcere per il presunto furto di un paio di orecchini!

Angela, donna di 30 anni, tre bellissimi figli, un compagno che la ama e un lavoro fisso. In un giorno la sua vita è cambiata, è stata spezzata. Una denuncia e dopo un accanimento giudiziario l’hanno catapultata in un altro mondo, strappata ai suoi figli e all’uomo che ama. Perde il lavoro.Ora Angela è sola nella sua squallida cella nella prigione di Vercelli.
Continua a dirsi “Sono innocente. Perché questo? Perché a me?”.
Le compagne la consolano “Stai tranquilla, Angela, che vai  a casa”. Lei si tranquillizza, ma anche questa tranquillità viene spezzata…
Viene chiamata in matricola dopo due giorni dal suo ingresso in carcere. Le viene notificata la revoca di tre anni di indulto, la sua pena ora supera i sei anni…
Un silenzio improvviso in sezione. Rimbombano solo le urla strazianti di Angela. Incredule con gli occhi pieni di lacrime ascoltiamo la sua disperazione.
Non è più consolabile, Angela è una donna e una madre distrutta dal dolore. Non se ne capacita, non se ne fa una ragione, è sconvolta, è scioccata. Le lacrime non smettono di scorrere dai suoi occhi, il suo lamento le spezza il cuore.
Angela sta pagando un reato che non ha commesso. Condannata a tre anni e mezzo, dicono che carta canta… ma la sua carta non ha cantato. Tutte le prove che la scagionano non sono neanche state prese in considerazione da i magistrati, eppure lei è innocente.
Ha voluto fidarsi della “giustizia” “Io sono innocente, i giudici vedranno”. Ma i giudici hanno chiuso gli occhi e l’hanno condannata, distruggendo Angela e la sua famiglia.
Il reato che le viene contestato?? Il furto di un paio di orecchini.
Con che diritto fanno queste cose? Come può questa gente avere tanto potere tra le mani? Questi sono reati che andrebbero puniti. Troppi giudici e magistrati sbagliano sulla pelle della povera gente. Non ci posso credere che non si può fare niente per contestar loro e quegli sbirri che hanno raccolto dichiarazioni fasulle su Angela, che non hanno trovato nessun riscontro nella realtà dei fatti e hanno così condannato un innocente. Dovrebbero essere loro a pagare.
Ho scritto questa lettera perché vorrei che la storia di Angela venisse allo scoperto, perché non deve rimanere sola, deve poter sperare che la verità venga a galla, deve poter sperare di riabbracciare e crescere i suoi figli, deve poter dare un senso a questa storia senza senso.
Angela io ti sono a fianco e combatterò per te e con te.

Bandita
Metà Dicembre 2014


Per scrivere a "Angela":

Consuelo Pavan
Via Del Rollone 13
13100 - Vercelli

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