24/10/14

Un ponte verso le donne che combattono in India. Intervento del MFPR al Meeting Internazionale per il decimo anniversario de PC India (maoista)



Il movimento femminista proletario rivoluzionario, organismo generato del PCm Italia, saluta oggi, in questo meeting internazionale, con profonda gioia rivoluzionaria il 10° anniversario della fondazione del Partito Comunista dell'India (maoista), partito dirigente e guida della grande guerra popolare in India contro il sempre  più reazionario Stato indiano e l'imperialismo; saluta tutti i compagni del Partito e le masse popolari indiane in lotta e  in particolare le tante compagne, donne che nel cammino verso la conquista di un nuovo potere, il potere del popolo, ne costituiscono una ampia parte integrante e determinante; e rende oggi anche grande onore  a tutti i martiri e le martiri caduti combattendo, alzando ancora più in alto le bandiere rosse della rivoluzione.  

Già alla Conferenza internazionale di Amburgo del novembre 2012, che cadde in concomitanza del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lanciammo durante l'intervento la proposta di costruire un ponte/collegamento di solidarietà/sostegno con le compagne, donne indiane "…sia per fare conoscere alle masse proletarie e popolari femminili la guerra di popolo indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante compagne e migliaia di donne, sia per trovare forza e esempio per fare avanzare anche nel nostro paese il processo rivoluzionario che veda protagoniste le donne, in particolare le proletarie…", l'India è  oggi infatti uno dei luoghi più avanzati in tutto il mondo della lotta rivoluzionaria delle donne per l' emancipazione e liberazione dalle doppie, triple catene di oppressione, infatti "... la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con forza: non solo una lotta "per sé" ma  una lotta complessiva  che chiama a fare i conti con il  tipo di società che si vuole costruire…" (dall'intervento di Amburgo)
E quel ponte lo abbiamo iniziato a costruire concretamente a partire da quel 25 novembre, in cui sul piano internazionale si dedicò  la giornata in particolare alle donne indiane maoiste;  e avanzando poi nel nostro paese verso nuove e importanti tappe di lotta sul piano delle donne, soprattutto con l'evento storico del primo Sciopero delle donne il 25 novembre 2013 e l'8 marzo di quest'anno, ogni volta, proiettando lo sguardo internazionalista verso tutte le donne, operaie, lavoratrici, proletarie che lottano nel mondo, verso tutte le compagne rivoluzionarie che sono in prima linea nelle guerre popolari, in particolare "…abbiamo voluto alzare sempre più in alto e stringere insieme le mani con le nostre sorelle indiane…", perché l'India sta sempre più diventando il simbolo della violenza del sistema imperialista e capitalista e in particolare contro le donne in tutti i suoi aspetti, e oggi  con l'avvento del nuovo governo fascista e filo imperialista di Modi, questo processo avanza rapidamente. In India alle vecchie tradizioni feudali, al tribalismo familiare, l'integralismo religioso nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città si uniscono la ferocia di branco, il nuovo bullismo delle grandi città dove l'imperialismo aggiunge alle vecchie le nuove aberrazioni.  

Anuradha Gandhy, compagna Janaki, dirigente del Partito Comunista dell'India (Maoista), oggi non più in vita, che ha teorizzato sul movimento delle donne rivoluzionarie in India organizzandolo praticamente in alcune regioni, nel marzo 2001  in un'intervista di Poru Mahila,  l'organo della Krantikari Adivasi Mahila Sanghatan, in Dandakaranya, diceva in particolare sulle condizione delle donne delle città urbane : "… tutte le donne in India subiscono l'oppressione feudale, capitalista, imperialista e patriarcale, ciò avviene in varie forme in diverse aree, urbane e rurali. Le donne della classe operaia e le donne della classe media nelle aree urbane hanno alcuni problemi specifici. In primo luogo, se guardiamo ai problemi all'interno della famiglia, anche nelle aree urbane le donne sono oppresse dalla cultura feudaleLe ragazze non sposate sono sotto pressione per sposare un uomo della stessa casta e religione…  Anche se una donna vuole lavorare fuori casa dovrà ottenere il permesso di suo padre, fratello o marito. Così diventa inevitabile per le donne combattere anche per l'indipendenza economica. Specialmente negli ultimi 25-30 anni l'India può essere divenuta l'unico paese al mondo in cui il nuovo crimine dell’uccisione delle spose bruciandole per la dote è diventato di moda… Le donne nelle aree urbane…ottengono posti di lavoro in fabbriche, uffici, scuole, ospedali e negozi. Ma in molti posti di lavoro non sono pagate allo stesso modo degli uomini … e in cima a tutto questo esse devono fronteggiare le vessazioni da parte degli appaltatori e degli uomini per i quali lavorano. Ciò avviene in molte forme. Non solo le donne della classe operaia, ma anche le donne istruite della classe media si trovano ad affrontare tali intimidazioni… un altro punto è che l'influenza della cultura imperialista è molto grande sulle donne urbane. Non solo sono influenzate dal consumismo, ma ne sono anche vittime. Questo aumenta di giorno in giorno. Invece dei valori umani si dà più importanza alla bellezza e ai prodotti di bellezza. La conseguenza è che vi è un ambiente di insicurezza a causa di atrocità e molestie nelle aree urbane…"

Ma soprattutto in India le violenze, uccisioni delle donne, che in questi ultimi periodi in alcuni Stati hanno fatto esplodere grandissime manifestazioni di massa, in cui la partecipazione  delle donne, delle giovani, è stata enorme, vengono perpetrati direttamente da parte dello Stato indiano come arma di repressione soprattutto nelle zone rurali dove è in corso la guerra popolare, gli stupri atroci di contadine, delle donne dei villaggi, delle donne dalit,  da parte della polizia e delle forze militari e paramilitari, vedi l'operazione Green Hunt, sono una normalità; e gli stupri odiosamente accompagnano sempre le torture contro le compagne maoiste arrestate.
 Moltissime donne, compagne hanno però trasformato questa violenza subita, le condizioni brutali di vita, la repressione dell'esercito di Stato in impetuoso fattore di ribellione e  aderendo alla guerra popolare oggi costituiscono più del 50% dei combattenti costituendo una parte fondamentale della guerra rivoluzionaria del popolo guidata dal Partito Comunista maoista.
 "La guerra popolare ha mandato in frantumi le esitazioni delle donne del Dandakaranya" ha affermato la compagna Anuradha Gandhy riferendosi alla massiccia adesione delle donne adivasi alla guerra popolare in quella regione, ma ciò ha riguardato tutte le zone coinvolte dalla guerra popolare a tal punto che il governo, lo Stato teme la numerosa presenza delle donne nella guerra popolare e cerca di contrastarne con ogni mezzo violento l'adesione e partecipazione.

La questione delle donne è quindi uno degli elementi fondamentali trattati dal Partito Comunista indiano maoista, lo sviluppo e il rafforzamento della militanza rivoluzionaria delle donne, tante sono quadri nell'esercito e all'interno del partito, anche se passi in avanti si devono ancora fare per affermare pienamente il ruolo dirigente delle compagne – scrive Anuradha Gandhy: "…Ovunque il partito lavora in modo sistematico, possiamo vedere che la partecipazione delle donne è maggiore in tutte le attività e movimenti politici… ma vi è anche la necessità di dare speciale formazione sociale e politica alle donne…Anche se si stanno contrapponendo a tali grandi nemici e forze, la timidezza e il senso di subordinazione, i cui i resti sono ancora presenti, sono anch'essi i loro grandi nemici che ostacolano il loro sviluppo... Devono combattere contro i nemici che si trovano innanzitutto dentro di sé… Per affrontare tutte queste sfide le nostre compagne dovrebbero raggiungere la maturità politica e ideologica e avere fiducia in se stesse… per portare avanti anche la comprensione per quanto riguarda la vera liberazione della donna intervenendo anche nel movimento delle donne che sta andando avanti nella forma di varie correnti nel paese…".
La lotta contro l'oppressione feudale/patriarcale/maschilista nelle zone del nuovo potere è una lotta concreta, quotidiana, che seppur complessa è avanzata sia praticamente che ideologicamente anche attraverso le organizzazioni di massa specifiche per le donne dirette dal partito, ma questa lotta avviene anche  all'interno del partito, nelle file rivoluzionarie contro la permanenza o il riprodursi di manifestazioni patriarcali, anche attraverso specifiche campagne di rettifica.
Il protagonismo delle donne nella guerra popolare in India mostra che mentre si porta avanti  la lotta di classe rivoluzionaria  nel contempo si mette in moto la lotta per una trasformazione delle idee, della cultura, della famiglia, delle tradizioni religiose…

La guerra popolare in India rappresenta pertanto un esempio internazionale della lotta di liberazione delle donne e del mettere in atto la rivoluzione nella rivoluzione, un esempio verso cui come compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario, abbiamo sempre guardato nel cammino non facile ma entusiasmante, in un paese imperialista come l'Italia, volto alla conquista  alla lotta rivoluzionaria della maggioranza delle donne.  

Il collegamento/sostegno con la lotta rivoluzionaria delle compagne indiane è e deve essere uno stimolo, ispirazione e incoraggiamento reciproco: in particolare oggi nel nostro paese il  nostro terreno di lotta principale sul piano delle donne è la condizione di vita e di lavoro, la doppia oppressione delle donne proletarie, operaie, precarie, disoccupate, immigrate… un terreno in cui le compagne del Mfpr, dirigono e guidano diverse lotte che per esempio l'anno scorso a novembre, come abbiamo accennato all'inizio, sono confluite in un eccezionale e partecipato nuovo evento "lo sciopero delle donne', che ha visto l'adesione e partecipazione di migliaia di donne tra  operaie di fabbrica, lavoratrici scuola, precarie di vari settori, disoccupate, studentesse; uno sciopero in cui la lotta contro l'emergenza sistemica dei femminicidi e violenza sessuale contro le donne nel nostro paese, cosiddetto "civile", si è intrecciata a tutta la condizione di doppia oppressione e sfruttamento che come maggioranza di donne subiamo a causa delle politiche governative sempre più reazionarie e da moderno medioevo al servizio del capitale; uno sciopero avvertito come "un pericolo" dai padroni, governo, Stato, partiti parlamentari, sindacati confederali, realtà femministe borghesi e piccolo-borghesi ma anche sottovalutato o ignorato da organizzazioni economiciste di ispirazione comunista, perché, ha posto al centro la questione della doppia lotta rivoluzionaria delle donne come determinante  per rovesciare da cima a fondo questo sistema sociale, secondo la concezione della rivoluzione nella rivoluzione per costruire una nuova società in cui tutta la vita deve cambiare,  ha rappresentato una concreta scintilla luminosa che accendendo tanti fuochi di lotta delle donne dal Nord al Sud del paese può nel tempo "incendiare la prateria"; durante lo sciopero delle donne abbiamo collegato la nostra lotta a quella delle compagne, donne indiane e di tutte le donne nel mondo contro il sistema capitalista e imperialista come forza poderosa per la rivoluzione.  

Attraverso le esperienze di lotta come l'importante Sciopero delle donne  le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario, organismo ispirato e guidato dalle idee del marxismo-leninismo-maoismo, che sono in prima fila nell'organizzazione e guida delle donne proletarie in particolare,  avanzano nell'assumere un ruolo di direzione in tutti i campi, nel movimento sindacale, nel movimento delle donne e soprattutto nella lotta per la trasformazione rivoluzionaria del nostro paese a partire dalla costruzione del partito della rivoluzione.  Un partito comunista di tipo nuovo, che pone la questione delle donne come strategica, come netta discriminante, un partito  in cui le compagne costituiscono oggettivamente l'avanguardia più radicale, la forza trainante all'interno ideologica e politica contro patriarcalismo, concezioni e influenze borghesi/maschiliste, contro la mera accettazione "di principio" della questione delle donne che non si trasforma in forza materiale,  impugnando la  concezione della rivoluzione nella rivoluzione già all'interno del partito, come ricchezza generale in esso e per esso. Tra avanzate e arretramenti,  le compagne così contribuiscono al processo rivoluzionario in questo paese.
In questa ottica essere saldamente legate con le donne maoiste delle guerre popolari nel mondo, e oggi in particolare con le compagne, donne protagoniste della guerra popolare più avanzata e incisiva a livello internazionale è  un punto fondamentale.
Alla luce di tutto questo, nel chiudere questo saluto,  come compagne del Mfpr riteniamo necessario assumere l'impegno per un'iniziativa specifica rivolta alle donne indiane, cuore determinante della guerra popolare contro la ferocia dello Stato indiano, genocida del suo stesso popolo,  iniziativa che proponiamo al Comitato di sostegno che ha organizzato questo meeting e al movimento delle donne a livello internazionale, affinchè il ponte che abbiamo costruito si rafforzi e si estenda.

Nessun commento: