01/04/14

Con Carmela venerdì 4 aprile!

Il 4 aprile si dovrebbe tenere l'ultima udienza del secondo processo contro 
gli stupratori di Carmela Cirella, la bambina di 13 anni stuprata dagli 
uomini e uccisa dallo Stato.

Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario chiamano 
tutte ad esserci - organizzeremo un presidio dalle ore 9,30 al Tribunale e 
se potremo andremo anche all'interno. In questa udienza dobbiamo con la 
nostra presenza impedire che Carmela venga uccisa un'altra volta


Le Istituzioni sono state pienamente responsabili della fine tragica di 
Carmela e la Magistratura finora ha coperto gli stupratori.
Distribuiremo venerdì una cronistoria della vergognosa, ed emblematica, 
vicenda giudiziaria di Carmela.

RISPONDIAMO CON LA NOSTRA PRESENZA, MOBILITAZIONE A QUESTO FEMMINICIDIO
CHIAMIAMO IN PARTICOLARE LE LAVORATRICI, LE STUDENTESSE, LE DISOCCUPATE CHE 
HANNO FATTO LO SCIOPERO DELLE DONNE IL 25 NOVEMBRE AD ESSERCI. Per info: 
3475301704 - mfrp.naz@gmail.com.

RIPORTIAMO LA LETTERA DEL PADRE DI CARMELA


15 Aprile 2007 - 4 Aprile 2014 ULTIMA UDIENZA PER UN OMICIDIO DI STATO! CI 
SARA' UN BARLUME DI GIUSTIZIA PER LA PICCOLA CARMELA?

Il prossimo 4 aprile presso il Tribunale di Taranto, lo stesso che per mesi 
è stato teatro della scatenata morbosità collettiva e mediatica sollevata 
dal caso Sarah Scazzi, si celebrerà l'ultima udienza del processo che vede 
imputati tre viscidi esseri che non hanno avuto nessuno scrupolo nel 
violentare una bambina di soli 13 anni e che non hanno mai mostrato alcun 
tipo di pentimento. Stavolta il silenzio regna sovrano, nessuna calca di 
persone a prenotare il biglietto di ingresso nell'aula, nessuna mastodontica 
macchina mediatica a riprendere le scene da utilizzare poi per infiniti 
quanto inutili talk show, ci saranno solo gli avvocati, uno degli imputati 
che come al solito approfitterà dell'occasione per sgranchirsi le gambe 
vista la sua condizione di arresti domiciliari (per aver rubacchiato 
qualcosa da qualche parte ovviamente, non certo per aver stuprato una 
bambina, quello in Italia non è poi così grave), e tutto il dolore e la 
rabbia della nostra famiglia da me rappresentato fisicamente in aula.

Si ascolterà l'ultimo teste da ascoltare, ci sarà la discussione finale e 
finalmente un verdetto, una sentenza che attendiamo da sette interminabili 
anni. Non mi faccio alcuna illusione, a "vincere" in aula comunque vada sarà 
la "verità processuale", quella fatta di cavilli, di vizi procedurali, di 
stupide mancate notifiche nell'era dell'alta elettronica dove si rintraccia 
un cellulare nel deserto ma non si riesce a trovare un aereo sperduto con 
centinaia di vittime.

A perdere sarà come sempre la VERITA' ASSOLUTA, il diritto di tutela e 
giustizia delle vittime,  l'assurdo modo di affrontare una vicenda così 
grave che ha visto una bambina di soli 13 anni prima abusata e violentata da 
SEI esseri dalle sembianze umane, poi UCCISA DA UNO STATO CHE ANZICHE' 
RINCHIUDERE I SUOI AGUZZINI HA RINCHIUSO LEI IN UN ISTITUTO ALLONTANANDOLA 
DAI SUOI AFFETTI E IMBOTTENDOLA ARBITRARIAMENTE DI PSICOFARMACI e infine 
oltraggiata dalla "giustizia" che a distanza di sette lunghissimi anni 
ancora non ha punito i responsabili, e colmo dei colmi dopo la morte del PM 
titolare non ha ritenuto opportuno incaricare un nuovo PM definitivo bensì a 
rotazione si alternano sempre di nuovi e a questo proposito mi chiedo come 
fanno a studiarsi un fascicolo che occorre trasportare con un carrello in 
così poco tempo.

Gli unici risultati finora ottenuti, grazie anche alla malafede e 
incompetenza di chi ci ha accompagnato col compito di tutelarci in questa 
estenuante battaglia, sono una archiviazione nonostante flagranza, 
confessione e testimonianze, una grottesca messa alla prova nei confronti di 
due minorenni che ha di fatto addirittura estinto l'orripilante reato di cui 
si sono macchiati, sette anni di sofferenze, umiliazioni, senso di impotenza 
nelle aule di un Tribunale, e quant'altro, con la ciliegina sulla torta di 
una MIA IMPUTAZIONE  per aver "osato" indignarmi di un avvocato che in aula 
ha definito "prostituta" mia figlia e che il sistema giustizia italiano ha 
tradotto in DIFFAMAZIONE .

Aspetto con ansia, quel giorno, quando comunque proverò un terremoto di 
emozioni ascoltando la sentenza qualsiasi essa sia, ricordo a chi è chiamato 
ad emetterla che non ho né sete di vendetta né soddisfazioni da togliermi, 
né tantomeno qualsiasi risarcimento che possa colmare una milionesima parte 
di quanto perso per colpa di un sistema, di uno stato, di una giustizia e di 
una umanità sempre più allo sbando.

Per me  non sarà un punto di arrivo, al contrario, messa da parte per un 
attimo la mia reazione del momento, in attesa di un prevedibile appello, 
sarà il punto di partenza per ricominciare ad urlare ancora piu' forte di 
prima affinche' vengano messe sotto processo le responsabilità delle 
istituzioni che tutte insieme scriteriatamente e senza alcuna coscienza 
hanno di fatto spinto la mia bambina da quel maledettissimo settimo piano.



Alfonso Frassanito

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