15/01/14

Dallo sciopero delle donne alla lotta su ogni aspetto dello sciopero, al nostro 8 Marzo di lotta

Con lo sciopero delle donne del 25 novembre “contro femminicidi, stupri, violenza e l'intera condizione di oppressione delle donne” abbiamo cominciato ad accendere tanti fuochi dal nord al sud. E' stato un fatto storico, nuovo, che ci riempie di forza e di orgoglio.
 
Con questo sentimento abbiamo chiuso un bruttissimo anno per le centinaia di femminicidi/stupri, per gli attacchi alle nostre condizioni di vita, di lavoro, per il clima di oppressione generale; e con questo sentimento e ancora più determinate apriamo il 2014 che è cominciato altrettanto male con nuovi femminicidi. Lo sciopero delle donne che ha dato vita a momenti di lotta, di gioia, di rabbia, di ribellione contro questa società che è la madre di tutte le violenze contro le donne, non è stato che "l'assaggio" e rappresenta una tappa di un percorso lungo, tortuoso, ma di lotta e forti azioni da parte delle donne per ciò che desideriamo e meritiamo... per spezzare le doppie catene che questa barbara società capitalista ci ha imposto!
 
Lo sciopero delle donne ha posto un punto di non ritorno: le donne non vogliono più solo denunciare, lamentarsi, ma si ribellano e lottano. E quindi diciamo: “mai più come prima!”, agli uomini che odiano le donne, ai padroni, al governo, allo Stato che odia le donne; “tutta la vita deve cambiare!” Lo sciopero delle donne ha posto una netta linea di demarcazione tra una lotta vera che vede protagoniste le donne più sfruttate, più oppresse, le ragazze ribelli, e il femminismo da ceto politico/parlamentare, paraistituzionale.
 
Sono state le operaie delle fabbriche, da Bologna a Bergamo, le lavoratrici, precarie di tantissimi posti di lavoro la realtà maggioritaria di questo sciopero delle donne, le lavoratrici si sono prese in mano lo "sciopero" trasformandolo da "parola d'ordine" in realtà, sia pure ancora iniziale, dando un segno preciso di classe alla battaglia generale di tutte le donne. A loro si sono unite le ragazze, le studentesse, che al contrario di come la società dipinge sono spesso consapevoli della doppia oppressione subita in quanto figlie femmine, in quanto donne… e in luce di ciò hanno portato nello sciopero, nei cortei tutto il vento fresco delle loro bella ribellione gridando “non ci avrete mai come volete voi!”. Lo sciopero delle donne appoggiato anche in mille modi da tante donne che non hanno materialmente scioperato, ha dato coraggio, ha mostrato che è possibile una "mistura", un intreccio tra la questione di classe e la questione di genere che ora deve estendersi, e da tanti piccoli fuochi deve diventare un grosso incendio. E ora in tante altre fabbriche posti di lavoro, fabbriche, scuole, quartieri, SI PUO' FARE! QUESTO E' IL NOSTRO PRIMO IMPEGNO IN QUESTO ANNO
  Nello sciopero delle donne abbiamo costruito una piattaforma unendo i bi/sogni espressi dalle donne in lotta, una piattaforma che si è arricchita e articolata via via. Ora vogliamo dare continuità a livello nazionale e in ogni città, in ogni realtà in cui c'è stato lo sciopero, a quella piattaforma, sviluppando su ogni punto di essa lotte concrete, campagne di organizzazione e di iniziative, aprire anche vertenze, conquistare risultati che aiutino la nostra lotta generale e ci mettano in posizione di maggior forza, e diano fiducia, che si può e si deve lottare e cambiare, alla maggioranza delle donne. Sviluppiamo lotte nelle città, nei quartieri per il lavoro alle donne, per un salario garantito alle donne che garantisca l'indipendenza economica, contro il lavoro ultraprecario, ma anche contro il doppio lavoro, ecc. Le delegate Rsu che hanno indetto, appoggiato lo sciopero del 25 novembre, ora rendano concreta anche nelle fabbriche, sui posti di lavoro il “mai più come prima!”, sviluppando la mobilitazione contro le discriminazioni, gli attacchi ai diritti delle lavoratrici, sulla maternità, per condizioni di lavoro e orari/turni che non penalizzino le donne, contro le provocazioni e molestie sessuali, ecc., contro il clima maschilista presente nei sindacati e anche tra i lavoratori, con piattaforme e iniziative nuove, rompendo gli schemi. Uniamo poi le varie battaglie per costruire insieme una mobilitazione nazionale prima dell'estate contro il governo, lo Stato dei padroni, con assedio ai Palazzi del potere padronale e istituzionale e alle donne del potere borghese.
 
Nelle scuole vogliamo aprire anche la lotta sul fronte culturale, ideologico, contro una cultura falsa, sessista, che viene usata per opprimere, per uccidere il sapere critico, che sin dal primo giorno di vita divide i ruoli tramite i giochi, la televisione, l'indottrinamento scolastico presentandoli come immutabili;contro una società che instilla alle giovani il culto dell'apparenza e del modello di donne/veline della tv, una società che dopo gli studi che ci riserva un futuro precario o addirittura un non futuro; Noi vogliamo invece non solo una vera conoscenza ma vogliamo anche Rivoluzione su tutto!
 
Dopo lo “sciopero delle donne” non possiamo permettere che ci infanghino ancora l'8 marzo! Vogliamo e dobbiamo far sì che quest'anno l'8 marzo sia tutt'altra cosa. SIA NOSTRO E ROSSO!
 
Noi proponiamo di costruire insieme una grande MANIFESTAZIONE NAZIONALE PER L'8 MARZO 2014, che quest'anno cade anche di sabato. Una manifestazione che colpisca anche con azioni di protesta esemplare l'offesa consumistica della borghesia di questa giornata di lotta. Una manifestazione che unisca tutte le battaglie delle donne, contro la guerra di bassa intensità che ci uccide, contro l'insieme della nostra condizione di vita, contro tutte le oppressioni. Un 8 marzo che unisca in una stessa lotta le donne italiane e le immigrate. Un 8 marzo che sia “ponte” verso le donne, lavoratrici, compagne, rivoluzionarie che lottano negli altri paesi, che sono in prima linea nelle rivoluzioni popolari, dall'India al Bangladesh, alla Turchia, ecc.
Un 8 marzo che dica basta con il riformismo, vogliamo fare la rivoluzione!! Se vogliamo che tutta la nostra vita cambi, tutta la società deve essere rivoltata! Le operaie, le lavoratrici, le giovani prendano nelle loro mani la costruzione di questo 8 marzo, per ridare dignità storica, verità di classe, perchè l'8 marzo non è di tutte, non è interclassista, ma delle donne più sfruttate e oppresse che sono la maggioranza, come delle ragazze che vogliono lottare per un altro futuro.
 
FACCIAMO UN 8 MARZO, ROSSO, DI LOTTA! 
15.1.14

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