16/11/13

LE RAGAZZE/DONNE CATTIVE VANNO DAPPERTUTTO PER DIRE: AVANTI VERSO LO SCIOPERO DELLE DONNE

PALERMO

Le giovani compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario hanno ieri 15 novembre partecipato attivamente al corteo nazionale degli studenti, dei senza casa, dei No muos, dei lavoratori Gesip di Palermo... e hanno distribuito centinaia di volantini dello Sciopero delle donne che si terrà il prossimo 25 novembre anche qui a Palermo.
Il volantinaggio è stato utile ed interessante perché è stato accolto dalle tantissime studentesse,  giovani donne precarie e disoccupate, con grande entusiasmo; abbiamo spiegato i motivi dell'estrema necessità di uno sciopero totale delle donne che tocchi tutti i settori, dalla scuola a qualsiasi settore di lavoro alle casalinghe; abbiamo ascoltato le esperienze "di donna" che ci hanno raccontato e abbiamo discusso sul perché in quanto donne siamo doppiamente oppresse e sfruttate; abbiamo ricordato che uno sciopero delle donne non si è mai tenuto nel nostro paese ma che è ora di scendere in piazza per prendere in mano la nostra lotta, ribadendo che solo noi, scendendo in piazza, possiamo cambiare tutta la nostra vita. 

Le donne che hanno ricevuto il volantino, entusiaste, hanno giustamente dichiarato che non esiste nessun governo, nessuna istituzione che ci ascolta e che è giusto diffondere l'evento dello sciopero per cercare di essere in tante. Diverse giovani hanno espresso la loro volontà di partecipare allo sciopero ed alcune di esse hanno voluto decine di copie per portarle nel proprio posto di lavoro o a scuola.
Questa iniziativa  è parte integrante della campagna di propaganda dello sciopero che in questa settimana e nella prossima abbiamo organizzato. Organizzeremo altri momenti di propaganda ed informazione: volantinaggi nei centri commerciali, nei mercati ed in centro città e "megafonaggi ambulanti" ed itineranti.
Tutta la vita deve cambiare!
Viva lo sciopero delle donne!

Sabina Mfpr Palermo


MILANO
Ieri a Milano la necessità dello sciopero delle donne è stata portata anche a piazza della Scala  dove si è concluso il corteo dei confederali, sotto il palco del comizio conclusivo di Susanna Camusso. Le lavoratrici hanno accolto a tratti anche con commozione la notizia. Una lavoratrice ci ha raccontato delle umiliazioni -non ultima la riforma delle pensioni della Fornero - che la costringe ad essere in carico ai servizi sociali: "dopo una vita di lavoro, in cui mi sono conquistata una dignità di persona, dopo il licenziamento sono ora a carico dei servizi sociali perchè non ho i requisiti per la pensione nè un lavoro che mi consenta di mantenermi". Anche per questo è lo sciopero delle donne!
Centinaia e centinaia di volantini sono andati letteralmente a ruba, anche in distinzione e critica alla Camusso , che ben abbiamo conosciuto a Milano ai tempi della lotta contro gli attacchi al diritto d'aborto, dalla Camusso usata per fini elettorali e di appoggio al governo di centrosinistra di allora, calpestando la volontà di lotta delle migliaia di donne.
Mercoledì scorso volantinaggio e attacchinaggio alla Statale. Positivi i commenti di tante studentesse che hanno colto la portata di questo sciopero.
Giovanna mfpr Milano 

L'AQUILA
Le lavoratrici del Brico io di L'Aquila aderiscono allo sciopero delle donne del 25 novembre, proclamato dallo Slai Cobas per il sindacato di classe.
Sarà però uno sciopero simbolico, indosseremo braccialetti, foulards rossi e pettorine, attaccheremo striscioni e drappi rossi fuori dal negozio e faremo un annuncio al microfono.
Sembrerà poco o niente, ma non lo è in un'azienda dove non si è mai scioperato, dove nessuno è sindacalizzato, dove i problemi delle/dei singoli lavoratori non hanno mai incontrato la solidarietà concreta e unitaria delle/dei colleghi, dove vige di fatto un controllo capillare, dove si ha paura persino a sussurrare, dove non si sono mai tenute assemblee di lavoratrici/lavoratori, dove l'ambiente di lavoro e il sistema che lo determina è profondamente maschilista, dove il sorriso è d'obbligo davanti ai clienti, anche se sono porci e ti alzano le mani e la voce addosso.

Un'azienda, infine, che si prepara a ridefinire contratti, orari e turni di lavoro in ragione delle esigenze commerciali e non nel rispetto dei tempi di vita e di cura delle donne e apre la porta (forse proprio il 25) a "ispezioni poliziesche", pesa con tutto il suo terrore nella libera scelta delle lavoratrici.

Pur se timida quindi, questa scelta va valorizzata nello sforzo che le lavoratrici stanno facendo per uscire il 25 novembre, giorno dello sciopero delle donne, dall"apartheid delle commesse"


Luigia, lavoratrice del brico io di L'Aquila



TARANTOGiovedì scorso le compagne del mfpr si sono recate all'Auchan per far conoscere alle lavoratrici la piattaforma dello sciopero delle donne del 25 novembre.
Arrivate, si decide che due compagne entreranno nell'ipermercato per dare il volantino dello sciopero alle commesse dei negozi della galleria e alle cassiere del supermercato e che una rimanga all'ingresso per darlo alle donne che entrano.
Le lavoratrici mostrano interesse, accolgono bene la proposta di "sciopero delle donne", come una positiva novità che ci vuole! Si lamentano di essere sfruttate in tutti i modi, di non avere diritti a causa anche di contratti farsa, normalmente entrano con contratti di stage, ma fin dal primo giorno lavorano come tutte le altre; di dover lavorare i festivi, dall'8 dicembre si apre il periodo natalizio è per molte praticamente non ci sono più riposi, le aziende non se ne fregano niente dei tuoi problemi con i figli, con la famiglia. Parliamo di fare un'iniziativa di protesta davanti all'Auchan appunto l'8 dicembre, con alcune ci scambiamo i contatti. Altre lavoratrici cassiere dell'Auchan dicono che parleranno con le altre per lo sciopero delle donne e per venire all'iniziativa centrale in piazza Immacolata.
Verso la fine arrivano i vigilanti che cercano di bloccare le compagne dicendo che è vietato volantinare, ma ciò che è peggio è che arrivano a intimorire le commesse a tal punto da farsi consegnare da alcune di loro il volantino, o dicendo di non prenderlo. Un vero e proprio atteggiamento schiavista. Come si permettono di impedire anche che le lavoratrici leggano un volantino! Le aziende non possono e non devono essere padroni anche della vita delle donne!   
Davanti al rifiuto delle compagne di allontanarsi, e al fatto che noi denunciando ad alta voce questo atteggiamento, continuiamo a distribuire il volantino, i vigilanti chiamano la polizia che arriva immediatamente e chiede i documenti alla compagna rimasta a volantinare davanti all'ingresso; un poliziotto con fare arrogante e toni intimidatori la invita a seguirla alla volante dove è costretta a sorbirsi l'indecente e maschilista opinione del poliziotto riguardo alle donne che "...si approfittano delle leggi in loro difesa  per accusare i loro uomini di violenze inesistenti...". 
All'arrivo delle altre compagne agguerrite e incavolate dopo un vivace scambio di parole, i poliziotti si ritirano in buon ordine e continuiamo a dare i volantini alle donne che entrano nel supermercato. 
Decidiamo poi di andare a protestare dal direttore dell 'Auchan, a cui, tra l'altro, nei giorni precedenti era stata inviata l'indizione dello sciopero delle donne; questi è costretto dalla nostra determinazione a riceverci e davanti alle argomentazioni delle compagne sul comportamento vergognosamente antisindacale e per niente democratico tenuto dai vigilanti, viene ridotto ad un imbarazzante silenzio. 
Ce ne andiamo soddisfatte e determinate a ritornare. Convinte più che mai della necessità dello sciopero delle donne e della nostra ribellione a questo sistema fascista, patriarcale, di attacco ai diritti delle lavoratrici, sistema ben rappresentato dal poliziotto arrogante e pronto a reprimere con la repressione ogni  dissenso e ribellione. 
Ma la combattività delle donne si alza forte contro la meschinità dei rappresentanti di questo sistema.
Fiorella, lavoratrice delle pulizie nelle scuole

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