28/11/13

Il Manifesto e il suo vergognoso silenzio

Mentre continuano ad arrivare le notizie dirette sullo sciopero delle donne e le altre iniziative del 25 novembre città x città; notizie ancora molto al di sotto della effettiva estensione, peso che ha avuto lo sciopero delle donne, in cui le realtà più sorprendenti e che “pesano” sono state soprattutto quelle delle operaie delle fabbriche (vedi a Bergamo, a Bologna, ecc.), delle lavoratrici, precarie che rischiano di più (vedi L’Aquila, Palermo, Milano, Taranto, ecc. ecc.), insieme a “zone di esplosione” delle studentesse; (le stiamo raccogliendo per preparare un dossier – quindi chi non ha ancora mandato notizie sul 25, lo facesse); mentre da queste notizie si conferma che la vera novità, storica per il nostro paese, e non solo, è questo sciopero delle donne che intreccia le ragioni di lotta di classe e di genere, una “mistura” che può diventare effettivamente pericolosa per gli uomini, governo, Stato, padroni che odiano le donne, che ha lanciato un forte segnale/”sfida”; mentre le tante belle mobilitazioni del 25 novembre intorno allo sciopero delle donne hanno gridato con forza l’ORGOGLIO delle donne, che non hanno lasciato che le femministe da ceto politico, sindacale, le rappresentanti istituzionali parlassero in pace per loro, o peggio ancora, che gli uomini parlassero “sulle donne”;
proprio il 25 novembre è uscita una bruttissima pagina del giornale Il Manifesto. Certo, non ci aspettavamo gran chè da un giornale che anche nei giorni precedenti ha taciuto, bucando anche giornalisticamente, sullo “sciopero delle donne”, ma il 25 ha superato, nel peggio, sè stesso. Sul trafiletto sula lotta contro i femminicidi ha dato la parola alle istituzionali, dall’assessore regionale della Lombardia, Viviana Beccalossi, all’europarlamentare Silvia Costa, passando per una valorizzazione del decreto sul femminicidio e finendo ai costi che la violenza sulle donne comporta per lo Stato… Una vera indecenza. Nessuna informazione, nessun rigo sulla lotta delle donne, Ma il peggio deve ancora arrivare. Il paginone (pag. 5),  intitolato “amore violento” a chi dà la parola il giorno 25 novembre? A due uomini!: ad un intervento dell’associazione Maschileplurale e ad Antonio Bevere su “le nuove garanzie nella cornice europea”. Ora, al di là del merito di questi due interventi/articoli – non è questo il problema – questo giornale ha fatto peggio di tanti altri giornali che non si danno targhette di “sinistra”. C’erano tanti altri giorni, prima, dopo il 25, per dare – anche – la parola sui femminicidi, violenze contro le donne agli uomini. Ma proprio il 25, NO!! E chiaramente non può essere considerata una “scivolata” non voluta, ma evidentemente una scelta.
Invitiamo le compagne, lavoratrici, ragazze di Roma a fare una “visita” alla redazione de Il Manifesto.

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