12/09/13

"case chiuse". facciamo saltare i banchetti!

Riceviamo da Nadia Cario, Gruppo Toponomastica femminile:

Per legalizzare la prostituzione femminile (per quella maschile non si pone il problema) dovrebbe esserci una unica e forte componente femminile che la gestisce. Credo sia un modo per evitare lo sfruttamento maschile sempre in agguato feroce.
Creare libere cooperative di prostitute, senza uomini, che gestiscono residenze dedicate, con convenzioni sanitarie gestite direttamente e servizio di sicurezza/vigilanza al femminile. Creazione di una Garante della professione con poteri sanzionatori a cui rivolgersi quando ci siano abusi, pressioni, ricatti, tentativi di ridurre in schivitù.
Eliminando radicalmente i maschi dalla gestione poichè è la donna che detiene il mezzo di produzione del reddito utilizzando liberamente il proprio corpo  e tenendoli esclusivamente come clienti pagatori.
La riapetura delle case chiuse non è un favore fatto alle donne che dalla strada dove sono esposte al freddo e al caldo, in base alla stagione, vengono protette sotto un tetto!
di questo ne sono certa. Si vuole togliere dalla strada le prostitute "per non vedere" e per fare cassa.
Perchè siamo in uno stato patrigno in cui non viene affrontato il problema della repressione sessuale indotta dalla chiesa da una parte e della super offerta  essuale che i media utilizzano in continuazione.
Esiste la doppia morale "buon padre di famiglia" in apparenza e poi cliente di prostitute e trans di notte o quando la moglie è in vacanza con i figli. 
A livello educativo non vengono inseriti gli studi di genere per evidenziare e rispettare le diversità di appartenenza sia biologia che di identificazione: non sempre coincidono. E' sempre più necessario rompere con gli stereotipi di genere che vengono in continuazione proposti.
A cominciare dai giochi che le nostre figlie e i nostri fogli trovano nei nidi, nelle materne, i contenuti dei libri di scuola, la scrittura della storia, ecc.
Ma fino a quando non si affronta a livello di istruzione per preparare nuove generazioni si deve fare i conti col bisogno di perseguire il proprio piacere che l'uomo impone in quanto detentore del potere decisorio e persuasorio.
Penso che finchè non si arrivi ad una società matura dove far l'amore non sia basato sulla capacità di penetrazione come ora, ma diventi l'espressione della capacità di darsi il piacere nell'esplorare i propri corpi senza modelli, ruoli  di riferimento e prestazioni da stallone, le prostitute saranno cercate dagli uomini: è più semplice, sbrigativo, e non fanno troppe domande.
Nella seconda metà dell'800 in Italia donne emancipate come Jessie Whyte hanno fatto la battaglia per chiudere le case di tolleranza per le condizioni di schiavitù e denigrazione in cui vivevano. C'è riuscita la legge della partigiana Merlin nel 1953 cento anni dopo.
Ora ne ripropongono l'apertura per mezzo di una raccolta firme popolare segno che non c'è stata evoluzione sociale, anzi.
Con questo bisogna fare i conti.

Nadia

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