30/09/13

SCIOPERO DI TUTTE LE DONNE IL 25 NOVEMBRE 2013

Non  abbiamo una risposta certa per tutto quello che succede ogni giorno contro di noi. Certo che spiegarlo con la cultura ci sembra riduttivo. Vuol dire che basta rieducare i maschi e tutto sarebbe risolto? Vuol dire che questi femminicidi stupri violenze di tutti i generi
sono sovrastrutturali? O sono alla base di questo sistema patriarcale e capitalista e iniquo anzi le fondamenta su cui il sistema si basa? Sembra che il tutto si chiarisca. È vero che la violenza contro le donne è trasversale avviene in tutte le classi sociali e però soprattutto all'interno delle famiglie o ex famiglie. Vogliamo fare riferimento a chi prima di noi ha detto cose interessanti? Forse possiamo dire cose ancora più interessanti. Nei secoli gli uomini si sono impadroniti dei corpi delle donne proprio per tenere sotto controllo la riproduzione, visto che loro non possono riprodursi.
Con buona pace del signor Freud siamo convinte che non esista l'invidia del pene, se non indotta, mentre è sicuro che esiste l'invidia della riproduzione già in maschi di 3 anni. Questo è stato riscontrato da alcune di noi che hanno lavorato con bambini dai 3 ai 6 anni.
Appropriarsi dei figli nati di donna per la continuazione del nome, per lasciare l'eredità ecc. non ci sembra un fatto culturale ma estremamente strutturale a qualsiasi sistema iniquo dove i pochi hanno molto e i molti hanno poco o nulla. Ieri come oggi. Ma queste sembrano banalità tutte lo sappiamo.
Crediamo però fermamente che non vorremo mai più partecipare ad assemblee manifestazioni od altro dove ci siano maschi che abbiano superato gli 8 anni.
Sono decine di anni che chiediamo agli uomini, compagni in primis, di vedersi fra di loro, di fare collettivi, di interrogarsi sulla loro violenza, sui loro stupri, sulle loro uccisioni, sul loro considerare donne e bambini esseri da sottomettere fisicamente mentalmente e sessualmente.
La sessualità maschile è nella stragrande maggioranza pedofilia in quanto si rivolge ad esseri considerati più fragili e più deboli e quindi in balia del maschio.
Vi ricordiamo che un uomo che stupra una donna rende più forti gli altri uomini.
Ma una donna che si ribella rende più forti le altre donne.
Se ci ribelleremo tutte insieme le nostre energie diventeranno una palla infuocata nel cielo e non lo faremmo per dimostrare qualcosa a qualcuno. No! Lo facciamo per dimostrare a noi stesse che possiamo, che osiamo, che da sole insieme ce la facciamo. Vogliamo uno sciopero solo di donne. Gli uomini non c'entrano.

Contro la violenza sulle donne e il femminicidio noi non scioperiamo un quarto d'ora ma tutta la giornata.
I sindacati lasciano carta bianca almeno qui in Emilia Romagna.
Scusate l'approccio informale ma è importante capirsi e farsi capire. Un forte abbraccio a tutte e continuiamo la nostra lotta.


Collettivo Stella la Rossa di Bologna
(per lo sciopero di tutte le donne il 25 novembre 2013)

28/09 a PA: combattiva partecipazione delle compagne Mfpr e lavoratrici Slai Cobas s.c. ... al fianco del movimento No Muos, delle mamme No Muos in lotta

LE COMPAGNE DEL MFPR INSIEME ALLE LAVORATRICI, PRECARIE DELLO SLAI COBAS PER IL S.C. CON TUTTA LA LORO FORZA E DETERMINAZIONE  HANNO ARRICCHITO DI COMBATTIVITA' LA MANIFESTAZIONE DI SABATO 28 SETTEMBRE A PALERMO AL FIANCO DEL MOVIMENTO NO MUOS, DELLE MAMME NO MUOS IN LOTTA...

Diversi slogan sono stati lanciati tra cui LA RIBELLIONE DELLE DONNE SI DEVE SCATENARE QUESTI GOVERNI GUERRAFONDAI DOBBIAMO CACCIARE 
A CASA NON TORNEREMO, LA DOPPIA RIVOLUZIONE ORGANIZZEREMO
SCIOPERO! SCIOPERO TOTALE DELLE DONNE!



Alla rappresentante del Comitato Mamme No Muos, dopo un caldo saluto solidale, abbiamo dato l'appello per costruire un'assemblea nazionale a Roma in vista del 25 novembre/sciopero delle donne



27/09/13

Venerdì 4 ottobre a Roma, una serata organizzata dall’Assemblea per l’Autorganizzazione

Locandina


Goverrno all'attacco delle lavoratrici delle pulizie scuole statali

Giovedi 27 Settembre alla prefettura di Taranto le lavoratrici e i lavoratori addetti alle pulizie nelle scuole statali si sono mobilitati per gli ulteriori tagli del 50% decisi dal governo Letta. Inoltre dal 1° Novembre ci sarà il subentro delle ditte vincitrici delle nuove delle gare d'appalto consip, a Taranto la Dussmann Srl si è riaggiudicata la gara con il massimo ribasso al 60%.
Alla prefettura, i sindacati confederali con la loro collaudata faccia tosta, con un sms inviato agli iscritti solo 2 giorni prima, hanno mobilitato i lavoratori per farli assistere alla consegna al prefetto di una lettera, che con il loro consueto tono conciliatore chiede di avere pietà dei 700 lavoratori di Taranto e provincia, già tartassati da una precedente riduzione del 50% e ormai in cassa integrazione in deroga da 6 anni e che dunque questo colpo di grazia sarebbe stato importuno.
Comunque hanno precisato che al 99% nonostante la previsione di una loro andata a Roma il 30 Settembre non ci sarebbe stata "trippa per gatti"!

Come operaia delle pulizie reduce da 18 anni di precariato sotto diversi governi, accomunati da un unica volontà: quella di sfruttarci, di umiliarci con salari da fame, di alimentare guerre tra poveri e di ricattarci con la cigs, sono nauseata di dover assistere alle condizione di sporcizia e di degrado della scuola pubblica a seguito degli scandalosi tagli inaugurati dal governo Berlusconi, e ora governo Letta che con una disumana volontà cercano di affossare la scuola pubblica e finanziare la scuola privata (l'istruzione è roba da ricchi!). Poi i soldi pubblici servono per le missioni di guerra, in opere inutili come la Tav, ecc.

In una città martoriata dall'inquinamento, dal ricatto occupazionale di Riva, dalla disoccupazione al 50%, dall'ingiustizia sociale, da un sindaco incapace, rapinata da Equitalia che ci pignora parte dei nostri miseri salari per ingiuste tasse che con i 500 euro mensili non riusciamo a pagare.

Io mi ribello a tutto questo! E si devono ribellare tutte le lavoratrici e le masse popolari di Taranto. Io spero in una rivolta popolare, in una rivolta dei lavoratori che scendano tutti in piazza compatti come nel Giugno del 2007 quando arrabbiati per il taglio delle ore di lavoro, abbiamo tenuto in pugno per mesi amministratori e governo con occupazioni, blocchi della città e scioperi.

DOBBIAMO TORNARE IN PIAZZA UNITI E DETERMINATI CONTRO IL GOVERNO e il decreto del fare.....mandiamolo a fare in c.!


Un'operaia delle pulizie di Taranto

Dal Brasile

Abbiamo visto quanto nelle manifestazioni di massa di giugno la gioventù onesta e combattiva abbia difeso il diritto a manifestare e lottare per i diritti di tutti.

In tutti i settori, sia nella mobilitazione, nell'organizzazione e nell'agitazione, e anche in prima linea, le donne si sono distinte. Sono valorose compagne che si pongono al servizio del popolo, decise a far valere il proprio grido e scrivere una nuova storia.

Noi del Fronte Popolare Indipendente (FPI) salutiamo queste valorose combattenti consapevoli che solo con la partecipazione delle donne, la metà di tutto il nostro popolo, sarà possibile la trasformazione completa di questa società ingiusta basata sullo sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo in un altro veramente umano.

Non c'è un solo esempio di lotta democratica o popolare in tutta la storia del genere umano in cui non si siano distinte le donne che sono diventate eroine dei popoli.

Questo stato di polizia, con le sue classi dirigenti fasciste e reazionarie, conosce l'importanza e teme la partecipazione delle donne nelle lotte popolari. E attraverso la repressione più brutale mostra la sua disperazione nel vano tentativo di sedare la furia millenaria della donna. Furia che quando viene risvegliata è in grado di demolire gli argini opprimenti del fiume, lasciando straripare tutta la rivolta accumulata in anni di ingiustizia e di sofferenza.


Fronte Popolare Indipendente - RJ
25.9.13

Per Ilaria, fango e silenzio - 11 ottobre chi ha una coscienza, una mente e un cuore venga!

Siamo indignate. L'avvocato dell'assassino di Ilaria (tra l'altro una donna) continua a calcare la mano, cercando di scaricare parte delle responsabilità sulla stessa Ilaria, ipotizzando addirittura che la ragazza "possa essersi provocata da sola la ferita" e cercando di scavare nella vita di Ilaria, su facebook, per trovarci del "torbido" così da scagionare in parte il suo cliente e quasi giustificare il suo omicidio; mentre dall'altro cerca di mettere dubbi sulle capacità mentali dell'uomo.
Come ha detto la madre, Ilaria era cambiata da quando ha conosciuto il
fidanzato, prima era sempre sorridente; le foto e le scritte su facebook sono cose normali per ragazze della sua età; De Biaso non è affatto pazzo...


Si vuole uccidere Ilaria per la seconda volta? Questo non lo dobbiamo permettere!

Ma nello stesso tempo siamo ancora una volta sorprese negativamente dal silenzio che c'è a Taranto per questo femminicidio che non colpisce solo Ilaria, ma tutte le donne. In queste stesse ore a Villacidro- Cagliari, 5000 persone, donne soprattutto, sono scese in piazza a dire basta dopo l'uccisione di un'altra ragazza Marta da parte sempre del suo ex.
Nella nostra città, invece, nulla!
Ieri la consigliera per le pari opportunità, Gambillara, ha riunito un Tavolo con ben 12 "Associazioni di donne". Hanno fatto una scontata nota di cordoglio, hanno fatto appello al governo a non sottovalutare e nei prossimi giorni promettono di far conoscere gli aiuti per le donne che intendono mettere in campo.
Ma tutte queste associazioni non le vediamo mai "scendere in campo"!
Così come non l'hanno fatto e continuano a non fare per i processi contro gli stupratori e gli assassini morali di Carmela Cirella.
Non ci si può limitare solo alle parole! Non si può chiedere interventi solo nel campo culturale, legislativo, senza che le donne lottino contro questa guerra di bassa intensità che sta facendo più vittime di una guerra normale.


L'UNICA VERA RISPOSTA, L'UNICA SOLIDARIETA' PER LE DONNE E' LA MOBILITAZIONE DIRETTA DELLE DONNE, LA RIBELLIONE E L'UNITA' DELLE DONNE.
BASTA CON LE PAROLE E I PIANTI DEL GIORNO DOPO!

NOI NON POTREMO DARE DOMANI L'ULTIMO SALUTO A ILARIA, PERCHE' E' TORNATA NEL SUO PAESE.
MA LO DAREMO L'11 OTTOBRE E CHIAMIAMO TUTTE, TUTTE COLORO CHE VOGLIONO RIBELLARSI E A CUI NON BASTANO LE PAROLE, A VENIRE.

Faremo un presidio/assemblea alle ore 18 (stiamo decidendo la piazza), e se siamo tante potremo anche fare qualcosa di più.

Le compagne del Movimento femminista Proletario Rivoluzionario Taranto - mfpr.naz@gmail.com - 

Fate qualcosa - Appello delle Donne In Movimento della Valle di Susa

Fate qualcosa. 

La rete di persone che in questi lunghissimi anni è stata tessuta in Italia e anche all’estero si fa viva con telefonate, e-mail, sms per chiedere che si faccia qualcosa (con urgenza), che ci si materializzi per cercare di arginare la valanga di fango che scientificamente orchestrata tenta di sommergerci. (Fate qualcosa).  Ma come, ancora? Pensavamo di aver fatto e detto/di tutto. Cos’altro ci dobbiamo ancora inventare? Strano come questa domanda rappresenti bene il quotidiano femminile (domanda storica). Sempre pronte ad interrogarci a inizio come a fine giornata: Ho dimenticato qualcosa? E’ tutto a posto? Ho fatto tutto? (come sempre e sempre di più delegate a coprire le mancanze dello stato sociale).
 
Questa volta in ballo c’è la difesa di un grande movimento popolare, di più, c’è una storia di oltre vent’anni dove ogni giorno è stato vissuto con intensità. Migliaia di persone quotidianamente hanno contribuito a renderla concreta mettendoci la faccia, portando idee, rendendosi disponibili, finanziandola. Una lotta, un’esperienza di territorio che molti non esitano a definire unica e che è partita e ha messo le sue basi non su un preconcetto ideologico ma studiando i progetti, i flussi di merci, l’impatto ambientale, i costi, verificando sul campo i dati in possesso. Negli anni è cresciuta anche la consapevolezza di avere fra le mani, di veder crescere qualche cosa che va oltre la semplice opposizione ad una grande opera inutile e devastante. Un modello di presa di coscienza collettiva che difficilmente può retrocedere, anzi, si allarga assumendo in sé tutti i temi più attuali: dal lavoro, ai servizi, alla sanità ecc. Partecipando e interrogandosi sempre.

Come ora. Ci si interroga sui fatti accaduti, sul significato che tutto questo assume, è un clima pesante, opprimente e sentiamo soprattutto ingiusto. E’ tale la violenza del linguaggio usato, la sproporzione dei racconti sui fatti realmente accaduti che vengono a mancare le parole per spiegare ai nostri figli increduli (e smarriti). Vediamo e sentiamo raccontare da giornali e Tv una storia che Non ci appartiene. Non siamo un problema di ordine pubblico, siamo una risorsa per questo Paese, siamo una risorsa perché in tutti questi anni il movimento è diventato una comunità critica, consapevole, che sa scegliere. E’ questo che fa paura?

Rivendichiamo il diritto alla partecipazione e alla gestione della cosa pubblica nel rispetto del bene comune e della volontà della popolazione.

Fate qualcosa, ci chiedono da tutte le parti.
Possiamo per esempio fare due conti (siamo abituate a far quadrare bilanci), e dunque siamo consapevoli dello spreco enorme di denaro pubblico sia per l’opera e sia per la badanza armata all’opera. E’ evidente che le dichiarazioni dei ministri che si dicono pronti a sborsare laute ricompense facciano venire l’acquolina in bocca a molti: imprenditori avvezzi a trafficare con fatture false, giri strani, fallimenti e nuove società a scatole cinesi. A chi ha sperato di guadagnare dalle olimpiadi costruendo mega hotel (che neppure in riviera potrebbero trovare clientele tali da soddisfare centinaia di posti letto), ed ora non ha gli occhi per piangere fa tanto comodo buttare la croce addosso ai notav e invocare lo stato di crisi sperando nelle compensazioni.

Chiediamo alle donne (e però non solo alle donne), di prendere parola su quello che sta succedendo.
Conosciamo direttamente sulla nostra pelle la violenza, per questo la rifiutiamo, per questo deve fermarsi lo stupro della nostra valle, e deve finire l’autoritarismo militare su un intero territorio.
Fate qualcosa. Ci verrebbe da ribaltare la domanda e dire noi a voi: fate qualcosa.
Aiutateci ad impedire lo stato di polizia permanente in cui ci vogliono far vivere.
Fate qualcosa per denunciare questa campagna di stampa (che non si pone domande, non fa distinzioni, non esamina fatti e cose decisamente incongruenti che pure sono sotto gli occhi di tutti).
Fate qualcosa perché la storia di un movimento popolare come il nostro non venga liquidata manu militari fra le carte di una procura.
Stiamo resistendo perché vogliamo andare avanti, vogliamo vivere in pace nella nostra valle, vogliamo raccogliere i frutti di oltre vent’anni di crescita collettiva su tutte le questioni a noi care: il futuro delle prossime generazioni, le risorse del nostro territorio, intervenendo per risparmiarlo, risanarlo, non per rapinarlo; mettendo a disposizione le nostre capacità come alternativa al consumo dissennato e per un uso responsabile e consapevole delle risorse. Vogliamo riappropriarci del nostro tempo per partecipare alla gestione e alla cura della nostra comunità. Liberarci dal tav.

Donne in Movimento Valle di Susa
(per il gruppo DIM Annamaria, Chiara, Daniela, Doriana, Ermelinda, Patrizia, Paola, Rita ecc ) 21 settembre 2013

24/09/13

MASCHILISMO E ORGANIZZAZIONI RIVOLUZIONARIE - UN INTERESSANTE DOCUMENTO DAGLI USA.

Pubblichiamo stralci di un documento del Centro studi Marxisti-Leninisti-Maoisti degli USA che tratta dell'importante questione della presenza del maschilismo, comprese le sue manifestazioni più pesanti, anche nelle organizzazioni rivoluzionarie e di come sia questione di principio combatterlo, e quindi di come sia centrale per un'organizzazione che si dica rivoluzionaria la questione delle donne e del ruolo delle donne in essa. 
Le armi per questo, come dice lo stesso documento, sono il partito comunista di tipo nuovo, maoista che pone in teoria, nell'ideologia e in pratica questo principio e la costruzione del movimento femminista proletario rivoluzionario.

In Italia il PCm - proletari comunisti ha posto fin dalla sua costituzione la centralità dello “scatenare la furia delle donne come arma poderosa della rivoluzione” (concretizzatosi nella scoperta-indicazione del movimento femminista proletario rivoluzionario) come arma strategica decisiva nella lotta ideologica attiva e nella lotta tra le due linee che edifica il partito comunista come Partito Comunista di tipo nuovo; nei contenuti e nella base di massa della rivoluzione; nella via della “rivoluzione nella rivoluzione” da realizzare e praticare nella guerra popolare, nella dittatura proletaria, nella marcia verso il comunismo

Questa battaglia va impugnata e portata avanti dalle donne, che devono essere "la sinistra della sinistra" in questo partito. 
Riportiamo su questo la parte finale del documento apparso nelle settimane scorse su questo blog: "la contraddizione sessuale leva poderosa della rivoluzione":


"... La condizione di doppio sfruttamento e oppressione sessuale delle donne, da condizione di inferiorità, subordinazione, deve essere a base di una radicalità di lotta e di una determinazione rivoluzionaria delle donne per rompere non solo una catena, ma le doppie catene e tutte le catene del sistema sociale borghese.
Le donne, come è stato nei momenti alti del movimento di lotta, dal proprio personale non traggono una ragione di freno, di debolezza, ma semmai una ragione in più per fare questa rivoluzione; questa ragione in più la devono portare con forza dentro il movimento rivoluzionario, portando un contributo di critica ideologica, la necessità della lotta anche nel campo della sovrastruttura.
Ma oggi le donne possono e devono essere avanguardia - la “sinistra della sinistra” - anche nella battaglia per un partito comunista di tipo nuovo, realmente rivoluzionario, che ha nei suoi principi costitutivi, nella sua ideologia, nella sua politica e azione, nella sua organizzazione la centralità della questione e del ruolo delle donne. Anche su questo non vogliamo delegare.
Le donne possono e devono assumersi la responsabilità nella battaglia rivoluzionaria di essere una forza trainante della continua distruzione delle pratiche e idee borghesi, della lotta alla permanenza di tali idee, di rompere ogni aspetto di mistificazione, conciliazione, permanenza di concezioni e aspetti maschilisti, sessisti, ma anche le forme nuove che in mancanza di lotta continuamente si riproducono anche nel movimento e nel partito rivoluzionario. L'esperienza passata con le sue lezioni positive e negative, così come le rivoluzioni, guerre popolari in corso, soprattutto oggi in India, dimostrano ancora una volta che i grandi cambiamenti sociali sono impossibili senza il fermento delle donne e che l’esito della rivoluzione dipende dal grado di partecipazione delle donne".


DOCUMENTO USA SU VIOLENZA CONTRO LE DONNE E ORGANIZZAZIONI RIVOLUZIONARIE

La violenza contro le donne è una caratteristica permanente di tutte le società capitalistiche, compresa la società capitalista degli Stati Uniti...
La violenza contro le donne si manifesta anche all'interno delle sedicenti organizzazioni e movimenti rivoluzionari negli Stati Uniti. Questo include lo stupro, violenza sessuale, molestie sessuali, pressioni sessuali indesiderate, altre forme di abusi fisici e verbali e altre forme di violazione del consenso.
Recentemente, due importanti organizzazioni trotskiste, una in Gran Bretagna e una negli Stati Uniti, sono state giustamente sottoposte alla denuncia pubblica e alla condanna per liberalismo (ovvero la mancanza senza principi della lotta) dei loro membri per aver mancato di opporsi alla cultura dello stupro.
Un'altra organizzazione comunista negli Stati Uniti è stata denunciata meno di un anno fa per aver dato riparo ad un membro stupratore, sanzionandolo semplicemente tramite un suo scritto di "autocritica". Al culmine del movimento Occupy, vi erano racconti di violenza sessuale nei campi di protesta a New York, Cleveland, Dallas, Baltimore, Lawrence, Portland, New Hampshire e Glasgow. E' anche ben noto che la cultura dello stupro è diffusa fra collettivi anarchici e il più vasto campo anarchico. Per ogni organizzazione rivoluzionaria e ogni tendenza, la stessa domanda sull'emancipazione delle donne è stata posta: da che parte state?
Questa è una delle più importanti questioni politiche che devono essere risolte oggi per il movimento rivoluzionario affinché si vada avanti... Il fatto che vi è un crescente dibattito su questa questione e crescente disordine all'interno delle fila delle organizzazioni è una buona cosa che deve essere incoraggiata e sviluppate ulteriormente...
Alcuni hanno sottolineato il nesso causale tra la linea di classe riduzionista dei trotskisti britannici e la pratica maschilista sciovinista. Altri hanno messo in evidenza le deboli forme organizzative degli anarchici e il loro uso dei "processi di responsabilizzazione" guidati dal contesto della "giustizia riparatoria" che molto spesso si rivelano essere delle falsità per le donne coinvolte. Tuttavia, ciò è troppo riduttivo per la comprensione del problema se lasciato a questo livello. In realtà, la violenza contro le donne all'interno delle organizzazioni rivoluzionarie ed i movimenti rivoluzionari è un fenomeno con una vasta espansione. Non è strettamente radicata in nessuna specifica tendenza.
Nessuna ideologia o "-ismo" farà un'organizzazione immune da questo problema. Ci saranno gruppi e individui che rivendicano ogni sorta di posizioni politiche che allo stesso tempo relegano sempre l'emancipazione delle donne a un posto secondario e poco importante, o combinano l'argomento femminista con la condotta maschilista. Pertanto, la questione più importante qui è come un'organizzazione affronti il problema della violenza contro le donne quando sorge nella pratica, dato che in un certo momento si manifesterà nei propri ranghi.

Certi principi guida possono essere derivati dagli aspetti positivi dell'esperienza storica del Comintern Leninista e dall'intera ideologia di oggi del marxismo- leninismo-maoismo.
Il Maoismo deve essere sottolineato qui, per le sue scoperte nello sviluppo della tendenza del femminismo proletario e sulla questione organizzativa. Il Femminismo proletario è una tendenza dell'emancipazione femminile generata nella pratica delle Guerre di Popolo maoiste e nei movimenti di massa rivoluzionari in tutto il mondo. Il concetto del partito maoista è anche qualcosa di fondamentalmente nuovo nella sua natura e nei metodi di lavoro. I principi guida delineati qui dovrebbero determinare la formulazione e le politiche organizzative negli Stati Uniti in materia di violenza contro le donne. Senza politiche corrette sulla base di principi corretti, le organizzazioni rivoluzionarie negli Stati Uniti non saranno mai in grado di organizzare un numero crescente di donne come militanti e leader, come hanno fallito finora nel modo in cui la storia ce lo richiede. La dominazione delle opportuniste ONG e la loro identità politica piccolo-borghese resteranno non contestate. Le masse di donne proletarie saranno lasciate a seguire le diverse tendenze non proletarie, senza l'arma della politica di classe indipendente.

1. Le organizzazioni rivoluzionarie, se sono autentiche, devono automaticamente espellere qualsiasi membro che compie violenza e abusi contro le donne. Le organizzazioni che non riescono a farlo, non possono essere prese sul serio e devono essere denunciate pubblicamente per il loro liberalismo nel non riuscire ad opporsi al maschilismo. La "giustizia riparatoria" e i "processi di responsabilizzazione" usati da anarchici e altri attivisti molto spesso riproducono in pratica del dinamica del patriarcato.
Per i marxisti-leninisti, "rettifica" e "critica/autocritica," senza una politica di espulsione, spesso diventa lo stesso un processo liberale chiamato in modo diverso. Al contrario, per la violenza e l'abuso maschilista deve essere di principio la "tolleranza zero", cioè l'espulsione automatica e, a seconda delle circostanze, l'esposizione pubblica. Questo è l'unico modo per forgiare organizzazioni che sviluppino l'emancipazione delle donne, non solo parlarne come un'idea attraente.

2. Nelle indagini da parte di un'organizzazione negli Stati Uniti circa episodi di violenza e abuso contro le donne, la parola della vittima che sostiene di aver subito violenza e abuso deve avere un peso maggiore rispetto alla parola dell'accusato...

3. La rettifica di individui che si sono impegnati nella violenza contro le donne deve essere incoraggiata, ma può avvenire solo dopo la loro espulsione dalle file di un'organizzazione, come condizione di riammissione in un momento futuro. Certi atti, come lo stupro o la violenza sessuale, devono tradursi in una squalifica a vita senza questioni...
La rettifica in questo senso non significa pronunciare qualche parola in una riunione organizzativa, scrivendo un saggio di scuse, impegnarsi in una mediazione, partecipare a circoli di responsabilità o sedute sugli effetti sulla vittima, o occuparsi di consulenza e trattamento. Dovrebbero anche i razzisti essere consigliati e trattati così? La rettifica significa condurre un'ampia critica davanti alle masse, sottoponendo il più vasto resoconto della propria condotta e al controllo pubblico...
La cosa più importante è quella di lottare contro le dinamiche da piccolo-gruppo, che sono un terreno per il maschilismo e ostacolano l'organizzazione delle donne. La violenza contro le donne non terminerà mai senza l'organizzazione delle donne.

4. La linea ideologica e politica di una organizzazione rivoluzionaria potrebbe essere delineata nei suoi documenti, ma alla fine diventa una forza materiale tra le masse solo attraverso la condotta e le azioni stesse dei suoi membri. Questo è uno dei nuovi contributi del concetto maoista del partito, che sottolinea l'importanza dell'atteggiamento rivoluzionario tra i quadri. Le organizzazioni rivoluzionarie devono infondere nei membri la necessità di praticare il costante rimodellamento del loro pensiero e delle azioni per creare la realtà per l'emancipazione delle donne.

5. … Il movimento di costruzione del partito dell'ultima fase, gli anni '60 e '70, in gran parte ha in gran parte trascurato le masse di donne lavoratrici in questo paese.
Coloro che immaginano che un'organizzazione comunista che mette in atto politiche femministe proletarie come punto principale possa essere costruita o che un movimento femminista proletario rivoluzionario possa essere sviluppato oggi da zero - senza prima affrontare il problema urgente del maschilismo nelle già esistenti organizzazioni e nei circoli, senza determinare i corretti principi guida e le politiche per farlo - si stanno assolutamente illudendo. Questo punto di vista equivale alla liquidazione della lotta per l'emancipazione delle donne e una sorta di economicismo che si rifiuta di affrontare la vera questione politica del coinvolgimento delle donne nelle organizzazioni...

Centro studi Marxisti- Leninisti- Maoisti
16 agosto 2013

TORNANO LE "UCCISIONI DELLE STREGHE"?


Ilaria di Statte (Taranto) uccisa dal fidanzato
Ora l'avvocato dell'assassino, chiede che venga scavato nel facebook di Ilaria per foto e frasi "inquietanti" che vi sarebbero.
La vuole far passare per strega? 
Per, evidentemente, attenuare il femminicidio e dare base alle squallide affermazioni di lui: "lei mi esasperava".

Non si uccide così per la seconda volta Ilaria!

11 ottobre mobilitazione a taranto contro i femminicidi. 
25 novembre sciopero totale delle donne
per contatti:mfpr.naz@gmail.com 

La consigliera di Parità della Regione Puglia a proposito dell'uccisione di Ilaria Pagliarulo di Statte da parte del fidanzato ha dichiarato "... bisogna intervenire sulla cultura fatta di maschilismo imperante. L'idea del potere degli uomini sulle donne è un retaggio culturale gravissimo... c'è bisogno di azioni forti di prevenzione partendo dalle scuole..."
E oggi si riuniscono associazioni femminili e centri antiviolenza a livello regionale per mettere a punto una proposta di legge regionale contro la violenza di genere.

NOI DEL MFPR (movimento femminista proletario rivoluzionario) non crediamo affatto che sia soprattutto un problema culturale e che gli interventi contro i femminicidi debbano essere indirizzati soprattutto in questo campo. In questa maniera si guarda alla superficie e non si vede, o peggio si vuole nascondere, che l'insieme delle condizioni di vita delle donne e che tutto il sistema sociale, a livello strutturale, politico, pratico, ideologico di oppressione delle donne porta al moltiplicarsi dei femminicidi - che ora avvengono ogni giorno e a volte, come ieri, 2/3 in uno stesso giorno.
Parlare di interventi nel campo della cultura, della scuola è come voler togliere la pagliuzza e lasciare intatta la foresta.

Nella stessa maniera parlare semplicemente di legge e non dire che questo Stato è la causa e non la soluzione della violenza contro le donne, è come voler fare dello spirito ad un funerale - ai troppi funerali delle donne, come Ilaria di Statte-Taranto, come Marta di Villacidro-Cagliari. Questi ultimi femminicidi, ma tanti altri in questi mesi, sono state uccisioni annunciate, spesso denunciate prima senza essere prese in considerazioni (come per Marta) proprio da chi dovrebbe applicare le leggi; Ilaria non aveva denunciato il fidanzato, ma questi era conosciutissimo dalle forze dell'ordine, era in libertà vigilata, ma tranquillamente teneva una pistola, e minacciava, litigava con Ilaria, e tutti sentivano...
Dopo la legge contro la Stalking ora c'è il decreto sul femminicidio, ma come riportiamo nel commento in altro articolo di questo blog, esso è fatto non per dare in mano alle donne uno strumento di lotta, di difesa, ma soprattutto per controllare, reprimere, normalizzare, dividere le donne in buone e cattive, far pesare l'intervento legislativo secondo il ruolo delle donne: se sei madre deve essere più difesa, ecc. ecc. E più leggi fanno e più femminicidi, stupri aumentano.
Noi siamo per vere leggi contro i femmincidi e stupri, ma esse possono essere solo il prodotto secondario della lotta delle donne e decise dalle donne

MA, CIO' CHE NESSUNO SI GUARDA BENE DAL DIRE E' CHE SOLO LA LOTTA DURA, LA MOBILITAZIONE DIRETTA DELLE DONNE, NELLE FORME NECESSARIE CHE LE DONNE STESSE DECIDONO, PUO' ESSERE UNA DIGA A QUESTA VIOLENZA CONTINUA CONTRO LE DONNE, E CHE SOPRATTUTTO SOLO LA RIVOLUZIONE DELLE DONNE CONTRO UOMINI, STATO, GOVERNI, PADRONI CHE ODIANO LE DONNE E' LA STRADA PER METTERE FINE A QUESTA VIOLENZA SENZA FINE.

MFPR - TARANTO

23/09/13

Ciao Ilaria

Ciao, Ilaria, lotteremo anche per te.

 

Stanotte, Ilaria, la ragazza di Statte (TA) che era stata sparata due volte dal fidanzato,

è morta.

Chiniamo la testa,

ma alziamo alti i nostri pugni

e le nostre voci di ribellione

e di lotta.


NOI ORA DOBBIAMO LOTTARE ANCHE PER ILARIA!!






MFPR

21/09/13

SOFRI DICE ORA QUELLO CHE L'MFPR DICE DA TEMPO

Il Grande Minimizzatore e il massacro delle donne (ADRIANO SOFRI) - 20/09/2013

"...Chi insiste sul femminicidio “endemico” – o sugli stupri e le botte, tutti endemici – immagina solo la protrazione di un patriarcalismo arcaico, dal passo infinitamente più lento di altri progressi. Non è così. Quel patriarcalismo non vuole cedere, ma perde terreno, e libera via via le sue vittime, le donne ma anche i disgraziati uomini, che perdendo la proprietà delle donne hanno un mondo da conquistare. Invece c’è nel femminicidio contemporaneo e nelle violenze contro le donne – basta seguirne gli episodi, e basta anche, diciamolo, fare bene i conti con se stessi – qualcosa di interamente nuovo, perché nuova è la libertà che le donne rivendicano, e a cui gli uomini devono abituarsi, e rallegrarsene se ne sono capaci, o rassegnarsi se non altro – e troppo spesso non si abituano né si rassegnano, e se ne vendicano. Non sono uomini all’antica: sono modernissimi uomini antichi, mortificati dalla libertà delle donne, che sentono come il furto della loro libertà. Anche alle persone che finalmente si impegnano ad avere conti e statistiche serie su questi temi, direi di non gingillarsi troppo con l’ovvietà che l’enorme incremento di denunce contro i maltrattamenti maschili sono il
frutto di una sensibilità e soprattutto di una solidarietà che fino a poco fa non si poteva sperare. Certo che è così. Le botte domestiche “sommerse” saranno ancora la schiacciante maggioranza. Ma questo, appunto, è ovvio. Meno ovvio è riconoscere, e far riconoscere, le botte nuove e inaspettate di uomini che non stanno al passo con l’immagine femminile pubblica e pubblicitaria, e se ne rifanno a casa, fra il porno online e la moglie.
Ammoniscono: è diventato di moda gridare all’allarme per i femminicidi. Può darsi, ma non era meglio quando – negli ultimi ventimila anni, diciamo – era di moda non parlarne, tranne qualche tragico greco. Deplorano: si grida all’emergenza per mettersi in mostra. Argomento scivoloso, basta rovesciarlo: mi si noterà di più se sconfesso l’emergenza?
Infine: le comparazioni statistiche fra noi e la Finlandia, o la Lettonia. Mostrano un paio di cose. Intanto, che là curano meglio le statistiche. Poi quello che ho appena detto, che il progresso nei costumi è zoppo, da questa gamba. Poi, che le notti sono lunghe e senza luce, e gli uomini bevono, e picchiano la moglie. Si suicidano anche, di più. Ma anche là, dove l’emancipazione è più spinta, le mogli probabilmente bevono di più, ma non picchiano il marito in proporzione. I romanzi di Larsson andavano presi sul serio, soprattutto nelle didascalie informative premesse a ogni capitolo. Mostravano le magagne, di genere e politiche, della bella Svezia, anche lei tentata di prendersela con l’immigrazione..."

Teleperformance - il femminicidio non è spot pubblicitario!

Nel blog ufficiale della Multinazionale Teleperformance campeggia un messaggio:
IL CALL CENTER TELEPERFORMANCE TARANTO CONTRO IL FEMMINICIDIO. 
"SCARPE ROSSE PER SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA CONTRO IL FEMMINICIDIO. L’INIZIATIVA È DELLA SEDE DI TARANTO DI TELEPERFOMANCE, CHE DAL 2 SETTEMBRE HA ORGANIZZATO TRA DIPENDENTI E COLLABORATORI LA RACCOLTA DI SCARPE DA DONNA ROSSE DA METTERE IN MOSTRA COME SIMBOLO DELLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE...DAI DIPENDENTI DI TELEPERFORMANCE LA RISPOSTA È STATA PRONTA: IN POCHI GIORNI SONO ARRIVATE 130 PAIA DI SCARPE, MA LA RACCOLTA CONTINUERÀ FINO A DOMANI, QUANDO TUTTE LE SCARPE SARANNO MESSE IN MOSTRA IN UN’AREA DEDICATA, IN PROSSIMITÀ DELLA RECEPTION DEL CORPO DELLA SEDE DI TELEPERFORMANCE, E TUTTI POTRANNO SCRIVERE UN PENSIERO CONTRO IL FEMMINICIDIO NEL “MURO DELLA VERITÀ”
Ora sono i padroni che organizzano iniziative contro il femminicidio? Spudoratamente SI'. Evidentemente la morte, l'uccisione di tante donne per quest'azienda è diventato uno spot pubblicitario!
E che proprio a questa multinazionale non gliene freghi niente delle donne è dimostrato dal fatto che oggi nello stesso giornale TarantoOggi in una pagina c'è la machette sul femminicidio, in un'altra c'è la notizia del proseguimento dello sciopero di 2 ore per turno delle dipendenti e dipendenti di Teleperformance contro il fatto che l'azienda non vuole pagare i festivi e altre somme, e contro il "controllo a distanza", che è una forma di pesante oppressione, ricatto verso i lavoratori. 
Ma alla Slc Cgil, che promuove questo sciopero, non le fa specie di contribuire poi all'iniziativa tra le lavoratrici della raccolta delle scarpe rosse...?
La Teleperformance che occupa più di 2000 lavoratori, la maggioranza donne, da quando ha aperto a Taranto se su una cosa si è distinta è stata proprio su come trattava e tratta male i dipendenti e soprattutto le donne: prima contratti a progetto a pochissimi euro, poi continuamente ricatti occupazionali con cassintegrazione, contratti di solidarietà, mentre usufruiva di tutti i contributi possibili e immaginabili dalle istituzioni nazionali e locali; quindi, orari e turni di lavoro che, nonostante le proteste, rendono difficile il lavoro per le lavoratrici madri; sfruttamento del lavoro a domicilio delle donne con modalità e pagamenti da anni '50, menefreghismo sulle condizioni di salute e sicurezza tanto che anni fa alcune donne incinta andarono in ospedale; stress psicologico per aumentare numero di contratti, ecc. ecc.  
Ma Teleperformance è trattata con i tappeti d'oro da partiti parlamentari, PD in primis, che durante le campagne elettorali fanno comizi all'interno dell'azienda in assemblee organizzate dalla stessa azienda con ruolo attivo della Cgil.
Quindi, a una Cgil che mentre tempo fa, in occasione di minacce di licenziamento, organizzava iniziative di sensibilizzazione verso la cittadinanza e le istituzioni (quasi mai contro l'azienda) comprese alcune con le donne con i bambini piccoli, evidentemente non le fa schifo niente, neanche questo uso strumentale ed ipocrita della battaglia delle donne contro il femminicidio (è così la Cgil parteciperà allo sciopero delle donne del 25 novembre?!!). 
PER NOI VIOLENZA CONTRO LE DONNE E SFRUTTAMENTO E OPPRESSIONE DEI PADRONI,  CONDIZIONI DI LAVORO DELLE DONNE SONO FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA!!
E non possiamo accettare che chi sfrutta e attacca la dignità delle donne ogni giorno si faccia bello in "nostro nome"!! 
LAVORATRICI TELEPERFORMANCE NON ACCETTATE QUESTA IPOCRISIA!
 Le lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe   

18/09/13

Bollettino di guerra. Un altro femminicidio annunciato

Sessantenne uccisa dall'ex-marito. Omicido 'annunciato', dopo anni di litigi Maria Pia Bigoni è stata uccisa a colpi di coltello da Graziano Palestini, 76 anni, mentre si recava al lavoro a Civitanova Marche
Sessantenne uccisa dall'ex-marito. Omicido 'annunciato', dopo anni di litigi Via Mameli a Civitanova Marche, il luogo in cui è stata uccisa dall'ex marito la sessantaseienne Maria Pia Bigoni
CIVITANOVA MARCHE - Un omicidio per certi versi annunciato, dopo anni di liti e contenziosi legali, anche di tipo economico, frutto di una separazione difficile: è morta così Maria Pia Bigoni, 66 anni, titolare di una rivendita di pesce a Civitanova Marche (Macerata), ammazzata a colpi di coltello dall'ex marito Graziano Palestini, 76 anni, che poco dopo le 3:15 del mattino le ha teso un agguato sotto casa, in via Mameli 30, dove la donna viveva da quando i due si erano lasciati.

Palestini  era già destinatario di un provvedimento di divieto di avvicinarsi alla ex, che aveva ripetutamente minacciato anche in passato.

Maria Pia era uscita prima dell'alba per partecipare alla prima asta del pesce al mercato ittico, l'attività della famiglia, che possiede anche un peschereccio. In bicicletta ha percorso non più di 30 metri quando si è trovata davanti l'ex marito, armato di un grosso coltello da cucina. Sembra che l'uomo abbia stordito l'ex compagna con un paio di pugni e poi le si sia avventato contro colpendola come una furia con numerose coltellate al volto, alla gola e al corpo. Poi, come inebetito, è rimasto sul luogo del delitto, appoggiato alla ringhiera di un cancello, con l'arma insanguinata in mano, mentre i vicini e i familiari della donna davano l'allarme al 112 e al 118. E' stato fermato e attualmente è interrogato nella caserma locale dei carabinieri.

Nell'abitazione di Maria Pia Bigoni si trovavano alcuni parenti che, sentite le grida, si sono precipitati fuori, ma non hanno fatto in tempo a sottrarre l'anziana ai colpi dell'uxoricida. Inutili i soccorsi di un'ambulanza: Maria Pia è morta pochi minuti dopo essere stata trasportata nell'ospedale cittadino. Fra i primi ad accorrere in via Mameli Catia, una dei tre figli della coppia.

UN PASSO STRAPPATO CON LA LOTTA DALLE PRECARIE COOP. SOCIALI PALERMO

La lotta dei precari slai cobas s.c., di cui la maggioranza sono donne, SBLOCCA IN PARTE! ma non finisce qui! le risorse devono essere trovate per l'intero anno e nessun posto di lavoro deve essere perduto! domani si continua!


Solo la costante lotta delle precarie e precari ottiene un primo sblocco. Secondo notizie stampa il commissario straordinario, dopo la forte protesta dei precari a Palazzo Comitini, occupato e con le Dirgenti alle politiche sociali accerchiate,  ha emesso un comunicato nel primo pomeriggio che annuncia l'inizio del servizio, per adesso solo per il mese di ottobre, "tenendo conto delle richieste ricevute dalle scuole".
Le risorse dunque da ieri che non esistevano completamente oggi iniziano a spuntare! 400.000 euro per il mese di ottobre e si stanno ora cercando quelle per coprire il periodo da novembre a dicembre.
Ma circolano voci di diminuizione di posti da 177 assistenti a 146!

TROVARE URGENTEMENTE LE RISORSE PER IL SERVIZO PER TUTTO L'ANNO! uscitele dalle vostre tasche, a cominciare dal Presidente Crocetta, straricche a più non posso!  
BASTA CONE LE VOSTRE POLITICHE DI SANGUE  E LACRIME DI TAGLI SU TAGLI PER NOI LAVORATORI E DI PRIVILEGI PER VOI!

Secondo BASTA IMBROGLI DELLA PROVINCIA, BASTA CON LE CARTE TRUCCATE! E meno male che adesso c'è il Comm.rio Straordinario! La figura dell'autonomia NON ESISTE, non è normata a livello specifico, e questa è una battaglia che conduciamo da qualche anno; dietro questa illegalità c'è di sicuro la volontà di assumere amici o amici degli amici!

Altro che diritto allo studio e categorie protette! 

Giorgia
Per le Precarie e Precari Coop Sociali Slai Cobas per il s.c. - Palermo

Statte, tentato femminicidio - 11 ottobre


Comunicato del mfpr sul tentato femminicidio di Statte
(i manifesti contenenti il comunicato sono stati affissi davanti all’ospedale dove è ricoverata la ragazza)
A Statte (TA) un'altra ragazza ha rischiato di essere uccisa dal suo fidanzato basta! 

SCIOPERO DELLE DONNE!

Per fortuna non è morta, ma una ragazza di 20 anni è rimasta gravemente ferita colpita dagli spari del suo fidanzato dopo una lite in un appartamento di Statte.
Ancora una volta da quello che sembra non si tratta affatto di un "colpo di testa", lui era armato e quindi già intenzionato a farle del male.

Ciò che non deve essere più accettabile è soprattutto che le donne subiscano in silenzio (come pare abbia fatto questa ragazza dopo il primo ferimento del fidanzato)
 

BASTA CON LA PAURA, BASTA CON UN'ATTEGGIAMENTO GIUSTIFICATIVO
E' NECESSARIO ANCHE A TARANTO RIBELLARCI, RISPONDERE UNITE.

Dall'inizio di quest'anno sono100 le donne uccise e centinaia quelle ferite a livello nazionale.
Non si tratta di casi singoli, ma è una guerra di bassa intensità contro le donne, contro cui sono le donne e le ragazze che devono ribellarsi.


L'11 OTTOBRE ORGANIZZIAMO UNA GIORNATA DI MOBILITAZIONE SU QUESTO.

AL MATTINO ORE 9,30 AL TRIBUNALE per l'udienza finale contro gli stupratori di Carmela (la ragazzina di 13 anni), violentata dagli uomini e uccisa dallo Stato

LA SERA ALLE 18 IN PIAZZA ASSEMBLEA PER PREPARARE ANCHE A TARANTO LO
SCIOPERO DELLE DONNE NAZIONALE DEL 25 NOVEMBRE.

Chiamiamo tutte a venire.


Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Taranto
mfpr.naz@gmail.com

Pakistan: triplice femminicidio "per l'onore della famiglia"

Pakistan, una donna giustiziata dai familiari:
"Ha tradito il marito". Uccise anche 2 parenti

Un consiglio tribale locale ha stabilito la loro uccisione. Saàdia, 22 anni, era sposata ma aveva una relazione con un altro uomo, con cui sarebbe scappata di casa. Condannate a morte anche una cugina e una zia, colpevoli di averla aiutata

Pakistan, una donna giustiziata dai familiari: "Ha tradito il marito". Uccise anche 2 parenti
ISLAMABAD - Giustiziata per aver tradito il marito. E con lei due parenti, una zia e una cugina, accusate di averla aiutata. È successo a Kohat, in Pakistan. Una donna di 22 anni, sposata, è stata accusata di avere una relazione illecita con un altro uomo. Il tribunale, una jirga tribale, che l'ha giudicata l'ha ritenuta colpevole e ne ha ordinato l'uccisione. Ad eseguire la pena, i suoi stessi familiari. Le hanno portate in casa, uccise a colpi di pistola, poi le hanno sepolte.

La donna, di nome Saàdia, aveva sposato due anni fa un uomo nel nord-est del paese. Secondo chi l'ha accusata, Saàdia avrebbe mantenuto una relazione illecita con un altro uomo e poi sarebbe scappata da casa per sposare il suo amante. Un reato troppo grave per l'Assemblea che l'ha giudicata.

Una pioggia di proiettili contro la convivente la giovane tace, ma lui spara ancora: è grave

di ELENA PRATO
Le ha sparato una prima volta, ieri sera, perforandole un rene. Poi una seconda, stamattina. La furia omicida di un uomo, giovanissimo, nei confronti della convivente che ha provato a tacere e a salvare il ragazzo dall'arresto. Ora giace in un letto di ospedale: le sue condizioni sono molto gravi, ma non sarebbe in pericolo di vita, nonostante quella pallottola nel fianco già da ieri sera, il proiettile che l'ha raggiunta al torace al risveglio e la pioggia di munizioni che il fidanzato le ha scaricato contro durante un disperato tentativo di fuga.

E' una storia di violenza inaudita, che racconta di una lite furibonda sfociata in doppio tentativo di omicidio a Statte, piccola cittadina a pochi chilometri da Taranto. La donna, 20 anni, è ora ricoverata all'ospedale SS Annunziata di Taranto in prognosi riservata. E' stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. L'uomo, Cosimo De Biaso, 24 anni, è stato arrestato, non lontano dall'abitazione dove si è consumato il dramma, in viale Tafuri nella zona residenziale di Montetermiti. La pistola, calibro 22, utilizzata per sparare a ripetizione contro la sua ragazza, l'aveva nascosta negli slip.

Da quanto hanno ricostruito gli inquirenti, il giovane spara alla sua compagna ieri sera, al culmine di una violenta discussione. Un colpo di arma da fuoco alla schiena che le perfora il rene. La vittima però preferisce tacere e non chiamare i soccorsi. Una decisione inspiegabile secondo i sanitari che ora l'hanno in cura. Stamattina una nuova sparatoria, con un altro proiettile
esploso dalla stessa pistola che la raggiunge e la ferisce al torace. A questo punto la ragazza non può fare altro che chiedere aiuto. Si rivoge alla madre e insieme scappano in auto per tentare di sfuggire alla furia omicida del giovane. L'uomo le insegue, continuando a sparare e speronando la vettura.

Nel frattempo, sul posto, riescono ad arrivare carabinieri e mezzi del 118 che arrestano l'uomo e prestano i primi soccorsi alla giovane, portata d'urgenza in ospedale. I due fidanzati vivevano insieme da un mese.

(16 settembre 2013)

16/09/13

L'uso strumentale del femminicidio da parte di padroni, governo, Stato‏

Il 12 settembre scorso nei telegiornali di Tg4 e Studio Aperto le giornaliste hanno indossato una t-shirt con su scritta la frase "No More Feminicide". Questo slogan è stato adoperato e diffuso dal Ministro degli Interni italiano al G6, e l'argomento della violenza contro le donne è stato introdotto al forum, aprire bene le orecchie, dal fascista Alfano.
    

    Questa visione ci ha fatto  venire il voltastomaco.


    Come compagne in lotta del MFPR  da tempo denunciamo e lottiamo contro la violenza sulle donne e i femminicidi, quotidianamente, così come altre compagne, collettivi... e siamo giunte questa estate alla positiva e significativa manifestazione del 6 luglio  a Roma, in cui abbiamo denunciato  la vera natura del femminicidio, il perché degli abusi e delle violenze sessuali perpetrate alle donne in qualsiasi angolo del mondo, per dire che questi sono il frutto più marcio della società capitalista in cui siamo costrette a vivere, con quelle doppie catene che rendono la nostra vita un incubo, anche all'interno delle nostre stesse case, in cui abbiamo riparlato con forza di "sciopero delle donne" e siamo state contente che in questi ultimi tempi questa  parola d'ordine sia stata meglio compresa e venga raccolta anche da altre, sebbene lo sciopero delle donne deve essere inteso come una risposta di lotta complessiva della maggioranza delle donne contro una condizione di oppressione che è complessiva.

    Non accettiamo, invece, che certe parole d'ordine vengano strumentalizzate dai padroni, dai loro rappresentanti al governo come Alfano, da donne che non appartengono alle nostre "file", dalle donne borghesi delle organizzazioni istituzionali e anche in questo caso da alcune giornaliste che, a braccetto col direttore di Rete4, indossano una maglietta con una frase così carica di contenuto e contemporaneamente trattano argomenti banali che rincarano la dose di maschilismo e oppressione verso le donne (il giornale di quel giorno comprendeva servizi da vero e proprio gossip sul matrimonio di Belen Rodriguez e altre notizie di questo genere); telegiornali al servizio dei padroni che parlano dei femminicidi interpretandoli solo come "casi di follia estrema"da parte di alcuni uomini.

    Parole importanti e l'idea dell'opporsi al femminicidio vengono annullati da tutto questo banalizzare una questione così seria e delicata, una questione di vita o di morte per le donne che non può trasformarsi in un evento mediatico col fine di suscitare curiosità sterile tra i telespettatori, o in un evento dedicato a creare profitto tramite il merchandising di magliette, spillette eccetera, o ancora in un'occasione per ampliare il consenso degli elettori verso la politica servendosi dell'emergenza violenze.

    Gli sproloqui di Alfano al G6 sulla violenza contro le donne sono inaccettabili, così come a Roma abbiamo denunciato con forza la nomina di Isabella Rauti come Consigliera per le politiche di contrasto ai femminicidi, perché essi stessi sono i fautori delle nostre catene, i quali non fanno altro che peggiorare la condizione di genere e di classe delle maggioranza delle donne tramite retifiche a convenzioni di Istanbul,  task force, decreti legge che non possono neanche sanare ferite precedenti, piuttosto ne creano di nuove perché si traducono in misure volte all'attacco della libertà delle donne viste non come soggetti ma come “oggetti” da custodire all'interno delle mura casalinghe, attraverso l'impiego massiccio delle forze dell'ordine e della macchina repressiva (decreti securitari che poi legittimano l'utilizzo delle stesse misure repressive anche nelle lotte sociali).

    L'unico strumento valido per spezzare tutto questo  è la lotta autorganizzata delle donne che nelle piazze devono fare sentire forte tutta la ribellione.



Sabina mfpr palermo

15/09/13

Appello per un'assemblea nazionale delle donne

Sono oltre 100 le donne uccise in Italia dall’inizio dell’anno.
Il 6 luglio a Roma, il presidio delle donne in rosso ha denunciato la natura sistemica di questa mattanza, il suo carattere non solo culturale, ma strutturale e sovrastrutturale, toccando i punti nevralgici attraverso i quali questa violenza, a livello sistemico, si snoda: i centri del potere.

Come una scintilla che deve illuminare sempre più una realtà ancora in ombra, il presidio delle donne in rosso ha tracciato un sentiero, aperto una breccia nel muro del silenzio, che deve diventare un’autostrada per le donne che si autorganizzano contro“gli uomini che odiano le donne”, contro questa guerra subdola contro le donne di governo, padroni, stato, chiesa. Istituzioni che non sono la soluzione, ma il problema.
Abbiamo detto: no a task force, la nostra sicurezza sono le donne del mondo che si autorganizzano!
Nessun appello al governo, nessun governo può fare arretrare la guerra alle donne, senza la guerra delle donne…
E i fatti purtroppo ci hanno dato ragione. A 2 mesi da quella importante manifestazione, mentre il movimento femminista era in vacanza, questa guerra si è intensificata:
- altre decine di donne sono state uccise, tante stuprate (vedi gli stupri di gruppo nel Salento);
- l’operazione di imbroglio, compiuta dal governo delle larghe intese sulla pelle delle donne con il cosiddetto “decreto contro femminicidio e stalking” per reprimere i movimenti contro le cosiddette “grandi opere” e in generale i movimenti di lotta, anche sulla questione femminicidi pone l’accento essenzialmente su aumento di repressione e controllo

Per la nostra vita, la nostra libertà, i nostri diritti, il 6 luglio a Roma abbiamo presidiato i palazzi del potere e ci siamo date appuntamento in autunno per tornare a Roma per una grande manifestazione di donne, e per lavorare insieme per l’obiettivo decisivo e di rottura di uno sciopero delle donne, che partendo da femminicidi e stupri guardi a tutte le condizioni di vita delle donne.

Sullo sciopero delle donne sta circolando la proposta, partita da alcune giornaliste, dello sciopero il 25 novembre.
Noi riteniamo importante che anche altri settori di donne abbiano ripreso questa indicazione, ma riteniamo che la partecipazione debba essere fatta in forme autonome (come abbiamo spiegato nell'assemblea che queste giornaliste hanno fatto a Bologna e come scriviamo nella nota a loro, che vi mandiamo per conoscenza)

Per tutto questo è necessario incontrarci e discutere.
Invitiamo le compagne, tutti i collettivi femministi e lesbici, organismi, associazioni di donne, a partire da quelle che hanno aderito e sono venute a Roma il 6 luglio e facciamo appello a lavoratrici, precarie, disoccupate, ragazze, ecc., ad organizzare insieme quest'assemblea per discutere:
  • contenuti, parole d’ordine e forme dello sciopero delle donne del 25 novembre
  • manifestazione nazionale, quando e come
Proponiamo che l’assemblea si faccia il 20 ottobre a Roma (dato che molte compagne, lavoratrici già saranno a Roma per le 2 manifestazioni dei due giorni precedenti).
Fateci sapere - inviate e-mail a:
Luigia, sommosprol at gmail.com


le compagne del MFPR

14/09/13

Femminicidi, più di 10 donne uccise al mese nel 2013

Ottantuno donne uccise nei primi sei mesi del 2013 e con Agosto siamo a 100


visualizza tutta la mappa

I dati che emergono dal rapporto Eures-Ansa sull’omicidio volontario in Italia: il 75% dei delitti del 2013 che riguardano le donne è avvenuto in contesti familiari o affettivi. Tra il 2000 e il 2012 si contano 2200 femminicidi, pari a una media di 171 all’anno.
Ottantuno donne uccise nei primi sei mesi del 2013. Solamente nei primi sei mesi dell’anno in corso in Italia sono state uccise 81 donne, di cui il 75% nel contesto familiare o affettivo. E ogni giorno in Italia viene colpita da atti di violenza di genere – fisica, verbale e psicologica – una donna ogni 12 secondi. Ogni giorno 95 donne denunciano di aver subito minacce e 87 di aver subito ingiurie. 64 donne sono vittime di lesioni dolose, 19 di percosse, 14 di stalking, 10 di violenze sessuali. Sono questi alcuni dei dati che emergono dal rapporto Eures-Ansa sull’omicidio volontario nel nostro Paese.
Non passa giorno senza un nuovo caso di violenza sulle donne. Tra il 2000 e il 2012 sono state 2200 le donne vittime di omicidio in Italia. La media è di 171 delitti all’anno, uno ogni due giorni. Ma in Italia si uccide di meno - Al di là dei casi di omicidi tra le donne, dal rapporto Eures-Ansa emerge che attualmente in Italia si uccide di meno. Nel 2012 gli omicidi sono stati 526: il minimo storico degli ultimi 40 anni. Il 30% delle vittime (159) sono donne e questo dato è pressoché immutato rispetto al triennio precedente nonostante la crescente attenzione mediatica sul femminicidio.
Tra i Paesi europei l’Italia presenta – dice il rapporto – uno degli indici più bassi. La riduzione lo scorso anno vi è stata maggiormente nelle regioni del Centro e del Nord mentre al Sud il dato è stabile. Proprio il Meridione si conferma l'area più a rischio, con 279 omicidi volontari nel 2012, pari al 53% del totale nazionale. Un omicidio su 2 è stato commesso con un'arma da fuoco (dato in crescita rispetto al 43% del 2011). Scende il ricorso alle armi da taglio (21,3%) e di quelle improprie (9,2%).
Nel contesto affettivo la vittima è principalmente una donna - Avvengono più omicidi di venerdì e di lunedì, i giorni del cambiamento dei ritmi e delle abitudini settimanali. E si uccide soprattutto di sera, tra le 18 e la mezzanotte.
È sempre in famiglia che – dice il rapporto Eures-Ansa – avviene il numero maggiore di omicidi ma il dato è in calo rispetto al 2011 mentre è in aumento quello relativo ai delitti compiuti dalla criminalità comune e organizzata. Tra i 419 autori noti di omicidio volontario censiti nel 2012, il 91,4% è un uomo e l'8,6% donna. Nel contesto familiare e affettivo la vittima è principalmente donna (61,1%), di età compresa tra i 25 e i 54 anni; il killer quasi sempre un uomo.