05/06/13

Al fianco delle donne turche in prima fila nella rivolta popolare

Turchia, la rivolta delle donne
Settimo giorno di proteste: continua lo sciopero dei lavoratori, mentre sale il numero di feriti. Le donne si conquistano un ruolo di prima fila.

Turchia, le donne della protestache progressivamente si sta espandendo in tutta la Turchia. Dalle ultime agenzie stampa Turche il numero di morti è stato accertato a tre: un ragazzo turco di 22 anni colpito alla testa ad Ankara, un altro di 20 anni nel Sud della Turchia colpito dal proiettile di plastica dalla polizia ed Abdullah investito da un taxi di fronte al Gezi Park di Istanbul. Tanti, troppi feriti (si parla di 1700) dopo gli ultimi scontri di lunedì sera che hanno visto in prima linea anche gli abitanti di uno dei quartieri più benestanti di Istanbul. Uno dei maggiori sindacati turchi, il Kesk con i suoi 240,000 iscritti ha indetto per ieri e oggi uno sciopero generale per contestare la violenza indiscriminata usata e promossa da governo in queste giornate di scontri..Istanbul, 5 giugno 2013, Nena News - Settimo giorno di una rivoluzione iniziata a Istanbul e

... La gente è ancora più indignata, non solo per le risposte politiche e militari che sta dando alle proteste in corso, ma per un tipo di politica che nonostante sostenga di assumere il potere dal popolo è incapace di ascoltarlo e integrarlo nel suo processo decisionale.

Turchia, le donne della protesta Taksim, che letteralmente significa divisione, diventa il punto d'incontro della miriade culturale, etnica, religiosa e politica di questa folla colorata, che vede come attrici principali in particolare le donne. Sono belle, alzano la testa, non hanno paura. Sono in prima linea nelle strade, di fronte ai blindati della polizia, fronteggiano i poliziotti, parlano loro, quasi sembra che li sfidino. Sono per strada fisicamente sia moralmente. In tanti quartieri il rumore delle loro pentole e le luci accese e spente a intermittenza sono diventati la colonna sonora di questa protesta. Gridano dalle loro finestre, dal luogo prediletto, dove la donna deve stare: la casa.
Turchia, le donne della protesta
Donne che sfidano una società ancora fortemente maschilista in cui l'uomo è purtroppo ancora al controllo. Nonostante sia aumentano il numero di donne che riceve un'educazione e che ha un lavoro fisso, a livello sociale il rispetto per la donna è ancora lontano e le donne libertarie che vediamo in giro per Istiklal non rappresentano la situazione della donna in Turchia. Dati alla mano, la Turchia, il femmicidio è ancora presente in alcune zone del Paese e secondo il ministro della Famiglia di Ankara, Fatma Sahin, dal 2009 al 2012, in 4 anni, 666 donne sono state uccise da mariti o familiari. Secondo un recente rapporto Onu il 39% delle donne turche ha subito violenze fisiche. I reati di natura sessuale sono aumentati del 400% negli ultimi 10 anni.

Turchia, le donne della protesta Donne che vogliono la libertà di poter scegliere e decidere del loro futuro, stanche di rimanere intrappolate in costumi sociali passati, che non sentono proprio. "Voglio continuare ad alzare la testa senza aver paura di cosa la gente pensa di me, vorrei poter decidere della mia educazione futura, vorrei poter decidere in cosa credere e chi diventare", ha detto una studentessa del liceo . Una rivoluzione che è si vive tra le strade, che vede accomunati tanti gruppi eterogenei sotto la bandiera del"BuyunEgme" (alzare la testa), diventata già slogan sulle magliette.

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