28/03/13

Lettera per Patrizia Moretti

Ilaria Cucchi, Domenica Ferrulli, Lucia Uva. Tre donne a testimoniare tragedie simili a quella vissuta dalla madre di Federico Aldrovandi. Che oggi scrivono una lettera aperta per chiedere che sia fermato lo "stalking istituzionale". Ma Lucia è indagata a Varese per diffamazione delle forze dell'ordine. Manconi: "Indagate anche me"

Ilaria, Domenica e Lucia, lettera per Patrizia. La sorella di Uva indagata per diffamazione


VARESE - Il sit-in del Coisp che, a sua "insaputa", manifesta in solidarietà con gli agenti che picchiarono a morte Federico Aldrovandi proprio sotto gli uffici comunali dove è impiegata la madre del giovane, riapre altre ferite e smuove nuove e ulteriori polemiche. Donne che hanno vissuto storie simili a quella di Patrizia Moretti - Ilaria Cucchi, Domenica Ferrulli e Lucia Uva - scrivono una lettera aperta chiedendo che finisca lo "scempio", lo "stalking istituzionale" contro la madre di Federico Aldrovandi. Ma una delle tre firmatarie dell'appello si ritrova a sua volta indagata per diffamazione delle forze dell'ordine.

E' Domenica Uva, sorella di Giuseppe, morto nel giugno del 2008 all'ospedale di Varese dopo essere stato fermato dai carabinieri. La donna è indagata dalla Procura di Varese per diffamazione e istigazione a disobbedire alle leggi. Accuse che le sono piovute addosso dopo l'intervista rilasciata alla trasmissione televisiva Le Iene e gli insulti rivolti alle forze dell'ordine attraverso il suo profilo Facebook.

Nel corso del servizio delle Iene andato in onda nel 2011, Lucia Uva ha accusato i carabinieri di aver percosso il fratello in caserma, dove aveva trascorso parte della notte. I parenti hanno sempre sostenuto che l'uomo, fermato ubriaco per strada, è morto anche a causa di violenze subite da parte delle forze dell'ordine. "Ho ricevuto oggi l'avviso di garanzia - ha spiegato Lucia Uva - sono indagata solo perché ho detto la verità, ma supereremo anche questo".

"Continuo a portare avanti la mia battaglia - ha sottolineato Lucia - e a chiedere che venga riaperto il caso per fare chiarezza su quello che è successo quella notte". Il processo che si è aperto dopo la morte di Giuseppe ha portato all'assoluzione di uno dei medici dell'ospedale di Varese, accusato di aver somministrato al paziente farmaci incompatibili con il suo stato di ubriachezza.

Con Lucia Uva si schiera il senatore del Pd Luigi Manconi. "Il fascicolo relativo a questa vicenda tragica - spiega Manconi - resta tenacemente e immotivatamente chiuso, mentre il pm che ne è titolare denuncia la sorella della vittima. Ma se Lucia Uva è colpevole, io che seguo la vicenda da anni e che conosco bene Lucia Uva, mi dichiaro corresponsabile e correo".

Manconi, presidente dell'associazione A Buon Diritto, non esitò a spalleggiare anche l'iniziativa di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, geometra romano trentunenne deceduto il 22 ottobre 2009 durante la custodia cautelare, vicenda giudiziaria che ha coinvolto agenti di polizia penitenziaria e medici del carcere di Regina Coeli.

Domenica Ferrulli è invece la figlia di Michele, morto per arresto cardiocircolatorio il 30 giugno del 2011, poco prima di mezzanotte. Qualche ora prima aveva reagito all'intervento dei carabinieri, allertati per schiamazzi. Un video girato dal telefonino di uno sconosciuto aveva mostrato all'opinione pubblica Michele a terra, ammanettato, colpito a mani nude sulla testa.

Lettera aperta a difesa di Patrizia Moretti. Ilaria, Domenica e Lucia scrivono: "Qualcuno può fermare questo scempio? Questo stalking istituzionale in danno di Patrizia Moretti? Come si può tollerare che un sindacato di polizia vada sistematicamente a manifestare sotto le finestre di Patrizia per rappresentare la propria solidarietà a coloro che le hanno ucciso il figlio?".

"Bravo il Sindaco - dicono le tre donne - che interviene civilmente per porre termine a una vera e propria violenza morale cui viene sottoposta quella madre coraggiosa ma terribilmente provata. Viene allontanato a male parole con atteggiamenti chiaramente intimidatori. Intollerabile. Incivile tutto ciò".

"Patrizia, Donna con la D maiuscola - aggiungono -, prende la terribile foto del volto sfigurato di Federico dai colpi assassini inferti e la mostra ai poliziotti manifestanti ed alla gente disgustata da quanto stava accadendo sotto i loro occhi. Patrizia non riesce a trattenere le lacrime, ma i poliziotti di fronte a quella foto si girano. Le voltano le spalle. Patrizia li osserva, con rabbia, ferita. Noi chiediamo a gran voce: perché? Perché? Che senso ha tutto questo? Quali sono i motivi di questa ennesima violenza tipicamente maschile su quella madre?"

"Forse - rispondono Ilaria, Domenica e Lucia - perché è stata troppo forte nello sfidare tutto e tutti, con il suo avvocato, ed è riuscita per una volta a far emergere la verità? Questore, capo della polizia ministro, possono non rendersi conto della violenza continuata e persistente di questi ripetuti atti di vera nuda e cruda provocazione? O ritengono anch'essi che sia il momento di fare capire a tutti che anche se si ottiene eccezionalmente giustizia, per i cittadini normali contro gli abusi di Stato non vi potrà mai essere pace? Questa lezione dovrebbe esser data anche per noi?".

(28 marzo 2013)

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