24/12/12

India... la vera causa della violenza contro lo donne è lo Stato borghese


Quanto ipocriti e falsi risuonano “gli interventi” del primo ministro indiano Manmohan Singh e della  leader del partito del Congresso, Sonia Gandhi, in merito all’ennesimo brutale episodio violenza sessuale contro una giovane donna accaduto a Delhi, in India.

Il ministro Singh , la Gandhi,  nonostante sulla carta l’India sia definita “la più grande democrazia del mondo”,  rappresentano invece uno dei governi borghesi tra i più reazionari del mondo che da anni sta mettendo in atto un vero e proprio genocidio contro il suo stesso popolo, un miliardo e duecento milioni di abitanti, di cui la maggioranza vive con circa 50 centesimi al giorno mentre le grandi ricchezze sono concentrate in pochi uomini della grande borghesia e dei latifondisti. E’ un governo che permette il massiccio sfruttamento e rapina delle risorse e materie prime del paese da parte delle “multinazionali” dei paesi imperialisti libere di operare in esso senza vincoli, che costringe  milioni di persone allo stato di  profughi nel loro paese, espulsi dalla terra dove i loro antenati hanno sempre vissuto, ad una condizione di pesantissima oppressione e  cancellazione dei diritti anche più basilari, che  in particolare per le donne si trasforma in una tripla, quadrupla oppressione, di classe, di genere, di casta, religiosa… di cui la violenza sessuale è la piaga più tragica.

Ma di contro da anni contro tutto questo  il più grande partito rivoluzionario del mondo, il partito comunista maoista indiano,  guida una grande “guerra di popolo” per mettere fine a questa barbarie che si traduce in continui morti per fame, suicidi e uccisioni da parte di polizia ed esercito governativi contro chi si ribella, una guerra popolare in cui le donne, le compagne maoiste, partecipano a migliaia, donne per le quali in molteplici casi  la violenza e gli stupri subiti, usati dal governo come arma di repressione di stato, si sono trasformati in  leva per ribellarsi e unirsi ad una guerra di popolo che avanza giorno dopo giorno, come la più grande  parte della generale corrente rivoluzionaria che infine rovescerà  l’attuale sistema sociale capitalista e imperialista.

Movimento femminista proletario rivoluzionario

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ESTERI


IL MONDO / esteri / 19 Dicembre 2012

India/ Stupro ragazza a Delhi, interviene anche premier Singh

23enne violentata da un branco di uomini ubriachi su un autobus
 

Nuova Delhi, 19 dic. Dopo la leader del partito del Congresso, Sonia Gandhi, anche il primo ministro indiano Manmohan Singh è intervenuto sulla vicenda della giovane indiana stuprata da un branco su un autobus. Singh ha condannato "l'odiosa" violenza di sei uomini ubriachi su una ragazza, stuprata ripetutamente, e sul suo fidanzato. "Queste violenze non devono essere solo condannate, è necessario uno sforzo concertato per combatterle", ha scritto Gandhi in una lettera inviata al governatore di Delhi, Sheila Dikshit.
La polizia ha arrestato quattro persone, tre delle quali hanno confessato e sono rimaste in carcere. Il capo della polizia di Delhi, definita la "capitale degli stupri", ha chiesto che questo crimine, ora punibile con pene massime di dieci anni di carcere, venga sanzionato con la pena di morte. Altri due stupratori sono
ricercati.
Il governo sta tentando di placare gli animi degli indiani annunciando una serie di misure di sicurezza. Ma le
manifestazioni di protesta si sono ripetute a Nuova Delhi e in altre città dell'India contro la violenza sulla donne. La polizia è anche intervenuta con i cannoni ad acqua per disperdere la folla.
Anche l'attore superstar di Bollywood, Amitabh Bachchan, ha invitato tutti gli indiani sulla sua pagina Facebook a "diventare vigili, dei soldati per una lotta forte e convinta contro queste
violenze".
In India i casi di stupro sono raddoppiati dal 1990 al 2008 e di 256.329 casi di violenza registrati lo scorso anno, 228.650 sono stati subìti da donne.

AFP
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A seguire stralci dell’intervento delle compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario alla Conferenza Internazionale del 24 Novembre ad Amburgo a sostegno della guerra popolare in India

“…Domani è il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulla donne, e visto che questa conferenza cade proprio a ridosso di questa giornata di lotta auspichiamo che attraverso di essa si crei una sorta di ponte: vogliamo portare da qui, come compagne del Mfpr, organismo generato del Pcm Italia, a tutte le donne indiane che fanno la guerra popolare la nostra solidarietà e sostegno. Questo significa sia far conoscere alle masse proletarie e popolari femminili nel nostro paese la guerra del popolo indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante compagne e migliaia di donne indiane, sia trovare forza e esempio per fare avanzare anche nel nostro paese il processo rivoluzionario che veda protagoniste le donne, in particolare le proletarie.
n queste iniziative di lotta abbiamo fatto appello alle donne, che si stanno mobilitando in Italia intorno a questa giornata del 25 novembre, a mandare il loro saluto e solidarietà alle donne indiane che lottano nella guerra popolare oggi più grande e incisiva che dà una risposta liberatrice anche alla condizione di dura violenza sessuale e oppressione, che in India le donne - e nel mondo - subiscono in maniera feroce.

In India molti stupri sono di guerra, compiuti da militari e paramilitari per reprimere ed annichilire la rabbia e la forza delle donne. Ma per tantissime donne la violenza e gli stupri subiti sono diventati una leva per ribellarsi per unirsi alla guerra popolare trasformandosi, in combattenti in “prima linea” del Partito Comunista maoista nella lotta rivoluzionaria, per la “rivoluzione nella rivoluzione”; e molte donne oggi hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito, ed esse sono un forte esempio per le donne in ogni parte del mondo.
“O vincono loro, l'imperialismo, lo Stato, i governi, i padroni… o vinciamo noi!” abbiamo detto in un'assemblea nazionale di donne proletarie che si è tenuta a Palermo nell'8 marzo scorso. E noi dobbiamo per forza vincere, costi quel che costi, perché siamo nel giusto, perché attraverso la "rivoluzione nella rivoluzione" noi donne dobbiamo lottare per una nuova società, una società socialista, per una nuova umanità. E la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con forza: non solo di una lotta "per sé" si tratta, ma di una lotta complessiva che chiami a fare i conti con che tipo di nuova società si vuole costruire.
Dall'India al mondo intero… scateniamo la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia

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