06/11/12

Sull'assemblea del 28 a Roma

COMUNICATO DELLA COMPAGNA DEL MFPR CHE HA PARTECIPATO


Assemblea nazionale del 28 ottobre a Roma per organizzare una “ manifestazione di donne in occasione della giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne”


L'assemblea, decisa alla fine del sit-in in concomitanza con l'udienza del 18 per il brutale stupro a L'Aquila, ha visto la partecipazione di circa 50 di compagne di Roma, L' Aquila, Bologna, Trieste e Milano, una partecipazione numerica buona visti i tempi stretti della convocazione.


Oggettivamente, già dall'inizio alcuni interventi hanno spostato il centro del discorso dalla questione della costruzione di una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne a L'Aquila, alla necessità di ricostruire, riconnettere collettivi, donne su un percorso comune sulla violenza degli uomini contro le donne.

Comunque, in tutti gli interventi è stato ripreso, da diverse sfaccettature quello che L' Aquila rappresenta: dalle macerie e devastazione del terremoto alla militarizzazione del territorio, dall'uso strumentale del corpo delle donne per giustificare la militarizzazione alla perdita del lavoro e/o basse retribuzioni che, per le donne, significa più dipendenza, “ritorno a casa” più insicurezza, dal brutale stupro all'humus maschilista nell'esercito – non è un caso che amici di Tuccia abbiano assistito allo stupro, compresa la fidanzata di uno di loro, non è un caso che gli amici di Tuccia siano stati presenti davanti al Tribunale e che il suo avvocato si sia permesso di dire che “la ragazza dovrebbe spiegare...” e che “di rapporto consenziente si è trattato” (uno schieramento pro violentatore di amici, ecc. già visto a Montalto nello stupro di Marinella).




Ma, anche sorprendentemente, è stato proprio l'intervento abbastanza “ultimativo” del Centro antiviolenza de L'Aquila che ha posto un freno pesante alla manifestazione a L'Aquila. Queste compagne dopo aver ricordato che hanno ottenuto la costituzione di parte civile, hanno dichiarato come impossibile per il 25/11 una manifestazione nazionale a L'Aquila sulla violenza contro le donne – benchè una giovane ragazza de L'Aquila sia intervenuta per porre, invece, con forza la necessità che la manifestazione si tenga.

Anche altre questioni hanno contribuito ad indebolire la decisione dell'assemblea sulla manifestazione nazionale: il tener conto della sensibilità e dei desideri della ragazza stuprata a L'Aquila, la supposta scarsa rappresentatività delle partecipanti, e il “partire dai territori”, pensando ad iniziative concomitanti, con le stesse parole d'ordine, di fatto una linea difensivista che rischia di diventare un" paravento", rispetto alla necessità di dare una risposta significativa e combattiva, come è stato il 18 a L'Aquila, e come è stato a Palermo dopo l'uccisione di Carmela.


Noi del Mfpr nell'intervento abbiamo spiegato il perchè era importante L'Aquila: nella devastazione, morti e lutti per il terremoto, ma anche dopo il terremoto, per prime le donne hanno perso il lavoro, subito la nuova militarizzazione del territorio, l'abbrutimento, l'isolamento nelle new town, sino allo stupro del militare impegnato nell'operazione “strade sicure”; questo dimostra come a questo Stato, questo governo non importa niente della “sicurezza”/condizione delle donne (vedi la proposta di ridurre l'illuminazione delle strade, e tutti i provvedimenti di questo governo “contro” le donne). E' importante, quindi, che si tenga la manifestazione per il 25 a L'Aquila, come espressione dell'insieme dei diversi aspetti della condizione delle donne oggi, in cui la punta di iceberg è rappresentata dal crescente numero di uccisioni delle donne.

L'assemblea, era chiaro a tutte, era stata convocata per decidere il proseguo della mobilitazione dopo la prima iniziativa del 18, con la costruizione di una manifestazione per il 25 novembre a L'Aquila.

Altri interventi è hanno ricordato il precedente importante di Montalto che pure, all'inizio, aveva visto un atteggiamento a dir poco perplesso del Centro antiviolenza di Viterbo sull'opportunità di fare un'iniziativa a Montalto (E bisogna ricordare che la manifestazione di Montalto fu decisa in un'assemblea nazionale a Bologna non molto più partecipata dell'assemblea di Roma)


In questo senso riteniamo un forte passo indietro, rispetto alla volontà e alla spinta espressa il 18 a L'Aquila, le conclusioni dell'assemblea in merito alla proposta della stesura di un report/lettera/appello piuttosto general-generico sulla violenza degli uomini contro le donne, ma senza alcuna indicazione di una iniziativa di lotta nazionale per il 25 novembre.


Riteniamo che le compagne di Roma che hanno costruito il sit in davanti al Tribunale si siano assunte un compito importante e significativo, una responsabilità in questo momento in cui le uccisioni efferate, in particolare di ex, mariti, compagni, gli stupri sono all'ordine del giorno, per questo non bisogna far cadere il desiderio di costruire una manifestazione nazionale significativa con parole d'ordine chiare, di lotta alla violenza contro le donne.

Pertanto noi siamo per ribaltare l'esito di fatto negativo dell'assemblea. E l'unico modo, a nostro parere, è l'indizione della manifestazione a L'Aquila.


La compagna di Milano del MFPR

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