31/12/12

Dall'India al mondo intero, per tutte le donne violentate e uccise, scateniamo la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione

le grandi manifestazioni in India contro stupri e violenza sulle donne









http://aipwa-aipwa.blogspot.in/2012/12/photo-diary-of-protests.html

UN DOCUMENTO IMPORTANTE SULLA CONDIZIONE DELLE DONNE IN INDIA

In questi giorni in cui, in maniera tragica, per la morte della studentessa di 23 anni in India, ma anche dirompente per le imponenti manifestazioni tenutesi contro gli stupri e uccisioni delle donne a Nuova Delhi, a Mumbai e altre città, è emersa con forza la condizione delle donne in India, riportiamo gran parte di una eccezionale intervista alla compagna Anuradha Gandhy dirigente del Partito Comunista dell'India (Maoista) che guida la guerra popolare più grande del mondo.
La compagna, purtroppo morta nel 2008, parla nell'intervista proprio della condizione generale di oppressione, feudale, capitalista, imperialista, patriarcale, che le ragazze e le donne vivono nelle città; ma nello stesso tempo del ruolo delle donne nella guerra popolare.
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Da una intervista con la compagna Janaki (Anuradha Gandhy) nell’edizione del marzo 2001 di Poru Mahila, l'organo della Krantikari Adivasi Mahila Sanghatan, DandaKaranya. 

[Anuradha Gandhy, un membro di spicco del Partito Comunista dell'India (Maoista), era al tempo stesso intellettuale e attivista che ha scritto sul movimento delle donne rivoluzionarie in India, movimento da lei organizzato, ha sviluppato la teoria sul rapporto tra movimento delle donne e il movimento dei dalit nel contesto della più complessiva lotta rivoluzionaria, e ha dato molti altri contributi significativi. La sua vita è stata stroncata da una morte prematura a causa di una malattia nel 2008. Ma il suo spirito e le sue parole continuano a guidare l’attuale movimento rivoluzionario].

Po. Ma: Compagna Janaki, vuoi per prima cosa spiegarci l'oppressione che subiscono le donne di città?

Com. J: Anche se tutte le donne in India subiscono l'oppressione feudale, capitalista, imperialista e patriarcale, ciò avviene in varie forme in diverse aree, urbane e rurali. Le donne della classe operaia e le donne della classe media nelle aree urbane hanno alcuni problemi specifici.
In primo luogo, se guardiamo ai problemi all'interno della famiglia, anche nelle aree urbane le donne sono oppresse dalla cultura feudale.
Nonostante l'oppressione di questa cultura possa essere meno grave, la maggior parte delle ragazze giovani e le donne non hanno il diritto di prendere decisioni importanti per quanto riguarda la loro vita in famiglia. Le ragazze non sposate sono sotto pressione per sposare un uomo della stessa casta e religione in base alle decisioni della famiglia. Se una ragazza decide di sposare un uomo di sua scelta di un'altra casta o religione, sarà sottoposta ad un sacco di pressione. Dovrà affrontare la dura opposizione della famiglia. Anche se una donna vuole lavorare fuori casa dovrà ottenere il permesso di suo padre, fratello o marito. Persone di alcune caste e religioni (ad esempio i musulmani e Kshatriyas) non vedono con favore che la loro donna faccia questo tipo di lavoro. Così diventa inevitabile per le donne combattere anche per l'indipendenza economica.
Inoltre poiché i valori capitalistici si sono ampiamente diffusi anche le relazioni uomo-donna sono diventati commercializzati e le donne si trovano ad affrontare gravi problemi. La dote e gli altri oggetti che si devono dare alla famiglia degli sposi prima e dopo il matrimonio sono diventati un grosso problema per i genitori che hanno dato alla luce ragazze. In aggiunta a questo, era diventato comune a tutte le comunità il fatto di molestare le donne per la dote sia fisicamente che mentalmente. Quando la vita della moglie può essere misurata in denaro e oro ucciderla per questi non è molto difficile. Questa situazione terribile la si può trovare in molte famiglie nelle aree urbane, oggigiorno. Specialmente negli ultimi 25-30 anni l'India può essere divenuta l'unico paese al mondo in cui il nuovo crimine dell’uccisione delle spose bruciandole per la dote è diventato di moda.
Una cosa che dobbiamo osservare è che una parte di donne appartenenti alla classe operaia e alle classi medie non ha l'opportunità di uscire e ottenere un posto di lavoro. Tutto il loro tempo è speso nel lavoro di casa e lavorare per la famiglia. Come risultato, esse dipendono dagli altri per la loro vita. Socialmente esse dipendono dai loro mariti. Ecco perché non provano a fare qualcosa in maniera indipendente. Ci sono così tante restrizioni su di loro che impediscono di avventurarsi fuori anche della soglia di casa. E se guardiamo alle donne che si prendono cura degli studi dei loro figli, si vede che è quasi come una macchina. Tutto il suo lavoro ruota attorno al marito, agli studi dei bambini e mandarli a lezione privata.

Le condizioni della classe operaia nelle aree urbane sono pietose. Il motivo principale è la gravità del problema di non avere un posto dove stare. Così i poveri sono costretti a mettere su casa illegalmente in luoghi aperti. Molti di loro costruiscono una capanna sui lati delle strade, dei binari ferroviari e delle fogne (anche sopra le fogne). Nei vicoli stretti e ai lati delle strade centinaia di famiglie vivono con la costruzione di baracche. Non c'è nemmeno un centimetro di spazio per costruire un bagno o un luogo che può essere definito una veranda.
Mentre le città si espandono le baraccopoli continuano ad aumentare ai lati delle strade, sui luoghi rocciosi e sulle piccole colline all'interno della città. Non hanno servizi igienici e impianti idrici. Sovraffollamento, ambiente inquinato e mancanza di servizi di base - le donne fanno il loro lavoro affrontando tutti questi problemi. La lotta per l'acqua è una vista comune. In tuguri come questi i prepotenti e le loro molestie sono un altro problema che devono affrontare. Ma soprattutto il problema più grande è la demolizione di questi tuguri da parte delle autorità municipali e del governo con la scusa che sono illegali. Di solito tocca alle donne a opporsi a queste demolizioni. Perché quando gli ufficiali vengono di giorno con la polizia e i bulldozer sono di solito le donne e i bambini che sono a casa. Il sistema capitalista non riconosce il diritto di avere una casa come un diritto fondamentale.

Le donne nelle aree urbane hanno molte opportunità per uscire di casa e lavorare. Ottengono posti di lavoro in fabbriche, uffici, scuole, ospedali e negozi. Ma in molti posti di lavoro non sono pagate allo stesso modo degli uomini. Oppure gli stipendi sono così bassi che non possono mantenere una famiglia. Molte donne operaie lavorano nel settore delle costruzioni con gli appaltatori. Molte donne lavorano come cameriere. Tutti questi lavori rientrano nel settore non organizzato. Questi non hanno alcuna garanzia di lavoro o di stipendio.

In cima a tutto questo esse devono fronteggiare le vessazioni da parte degli appaltatori e degli uomini per i quali lavorano. Ciò avviene in molte forme. Non solo le donne della classe operaia, ma anche le donne istruite della classe media si trovano ad affrontare tali intimidazioni. Le donne sono molestate con tali tattiche di pressione come le minacce di licenziamento, non dare loro lavoro, trasferimento, con annotazioni negative sui loro registri, ecc. Pochissime donne sono in grado di condividere queste cose con gli altri.

Oggi nelle grandi città le industrie elettroniche degli imperialisti si sono imposte su larga scala. Le ragazze sono impiegate in molte di esse. Ma i problemi di maggior lavoro, meno salari e il divieto di organizzazione sono presenti in questi settori. Perciò esse devono lottare anche per il diritto fondamentale di formare sindacati.
In passato alcuni settori come la produzione di beedi [piccole sigarette] e incenso era diffusa tra le famiglie. Ora anche molte nuove aziende danno la maggior parte del lavoro da fare a casa. Le casalinghe povere che occupano questi posti di lavoro pensano di poter guadagnare un po’ pur essendo a casa. C'è molto sfruttamento in questo lavoro. Anche se lavorano tutto il giorno con l'aiuto dei loro familiari è difficile per loro guadagnare perfino 20 rupie. La forza lavoro delle donne povere è pagata molto meno. Voglio dire che sono molto sfruttate.
Infine, un altro punto è che l'influenza della cultura imperialista è molto grande sulle donne urbane. Non solo sono influenzate dal consumismo, ma ne sono anche vittime. Questo aumenta di giorno in giorno. Invece dei valori umani si dà più importanza alla bellezza e ai prodotti di bellezza. La conseguenza è che vi è un ambiente di insicurezza a causa di atrocità e molestie nelle aree urbane. Le giovani donne si trovano ad affrontare un sentimento di insicurezza ad uscire di casa. Nella vita urbana le donne stanno soffrendo di molti problemi di questo tipo. Ma ci sono poche organizzazioni che lottano contro di essi al momento.

29/12/12

India: risoluzione di cordoglio di associazioni di donne in lotta


E 'un momento di dolore, lutto e per una risoluzione solenne - Per portare la lotta in avanti per un mondo in cui le donne possono avere la libertà, diritti e giustizia.
Concentramento per il Cordoglio alle ore 11, a Jantar Mantar.

Risoluzione di cordoglio
Facciamo le condiglianze per la dolorosa scomparsa della donna coraggiosa  stuprata a Delhi, la quale ha combattuto i suoi assalitori e le sue orrende ferite con tanto coraggio e resistenza. Noi siamo accanto alla famiglia in questo momento di inimmaginabile dolore e lutto.
Questo è un momento di lutto, di riflessione interiore e anche per una volontà di portare avanti la lotta per la giustizia, i diritti e la libertà delle donne nella nostra società. Noi tutti abbiamo immensa rabbia e indignazione per il modo crudele in cui la vita di una giovane donna è stata portata via. E' importante che la rabbia sia diretta verso le profonde cause della violenza contro le donne nella società, verso il sistema e le istituzioni che non sono capaci di difendere il diritto delle donne di vivere libere senza paura.
Mentre ci avviciniamo a una triste fine di anno pieno di dolore e rabbia, facciamo sì che il nuovo anno sarà quello in cui resisteremo contro la discriminazione e le violenze contro le donne in tutti i modi - nelle nostre case, nelle strade e negli spazi pubblici, in tutte le istituzioni. Dichiariamo  tolleranza zero per la discriminazione e la violenza contro le donne, e promettiamo di sradicare l'oppressione patriarcale dalla nostra società.
Uniamoci per esigere la responsabilità del governo, polizia, sistema giudiziario. Non tolleremo più le dichiarazioni anti-donne e le politiche di chi detiene il potere.
Chiediamo giustizia, libertà e diritti per le donne!

AIPWA, AISA, RYA, Jan Sanskriti Manch,e molti altri studenti comuni, uomini e donne

tratto da http://aipwa-aipwa.blogspot.in/2012/12/condolence-resolution.html

India: "vorrei trasformare le lacrime in pallottole"

India, è morta la ragazza stuprata da branco



"Dolce rivoluzione vorrei che le mie lacrime di donna si trasformassero in pallottole" 
(una compagna)


Con le donne in India piangiamo amare e infuriate lacrime per la morte della ragazza stuprata.  
Le imponenti manifestazioni sono la risposta alle ipocrite dichiarazioni del primo Ministro, che mentre promette azioni concrete contro gli stupri, l'unica vera azione in corso è quella delle violente cariche della sua polizia.

La strada per un futuro migliore che noi compagne come i genitori della ragazza uccisa vogliamo per le donne in tutta L'India e di ogni paese del mondo la stanno indicando proprio in India le donne combattenti delle guerra popolare diretta dai maoisti, la più grande nel mondo, che mentre sviluppano la rivoluzione contro il regime indiano, portano avanti la rivoluzione per spezzare le triple catene che tengono soggiogate le donne.


MFPR 

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 NEW DELHI - E' morta la giovane 23enne vittima di uno stupro di gruppo, che ha suscitato un'ondata di reazioni in tutta l'India: ricoverata in un ospedale di Singapore, le sue condizioni erano disperate. Era stata violentata, picchiata e torturata su un autobus di New Delhi lo scorso 16 dicembre. A causa della violenza subita, aveva riportato un arresto cardiaco, infezioni ai polmoni e all'addome, oltre a un grave trauma cranico. Ieri una ragazza di 17 anni si è tolta la vita, dopo aver subito uno stupro di gruppo il 13 novembre scorso. 
"i genitori sperano che la morte della figlia porterà un futuro migliore per le donne a New Delhi e in tutta l'India". 


Dicendosi "profondamente addolorato" per la morte della ragazza e porgendo le condoglianze ai familiari "a nome di tutta l'India", il primo ministro Manmohan Singh ha assicurato che farà il possibile per tradurre le emozioni in azioni concrete. Il caso ha generato "energie" nei giovani indiani che vogliono cambiamenti nella società, ha affermato Singh. E "sarà un omaggio vero alla sua memoria se saremo capaci di canalizzare queste emozioni ed energie in un corso di azioni costruttivo. Spetta ora a tutti noi provare che la sua morte non è stata vana"… 


Nel timore di proteste violente, la polizia di New Delhi ha rivolto un appello alla calma e ha applicato un articolato piano di sicurezza che prevede il blocco di alcuni quartieri e di tutte le strade che portano all'India Gate, dove nei giorni scorsi si sono svolte manifestazioni, la mobilitazione di migliaia di agenti a protezione degli edifici pubblici e la chiusura di una decina di stazioni della metropolitana…

Al via campagna arruolamento donne in polizia. Il governo federale indiano ha avviato una campagna per l'arruolamento di un significativo numero di donne nei ranghi della polizia. Si tratta di una prima risposta alle proteste che si sono svolte in tutto il Paese. Il basso numero di donne poliziotto viene considerato come una delle cause principali degli scarsi risultati prodotti dalle indagini sui crimini a sfondo sessuale, molto frequenti in India, soprattutto nella capitale…

L'infamia originaria



Invece che essere mandato via a Don Corsi viene data una vacanza!
Allora devono essere le donne di Lerici a cacciarlo!




Ma le stesse dichiarazioni del vescovo di La Spezia, del giornale Avvenire, la fonte "ispiratrice" il blog 'PontifexRoma' autorizzato dal Vaticano, mostrano chiaramente che non di una eccezione si tratta, ma di concezioni e posizioni organiche della Chiesa ufficiale, che dal parroco di Lerici vengono espresse in maniera brutale, becera, e dalla Chiesa 

vengono edulcorate e riempite di riferimenti teologici, ma sempre di fango da moderno medioevo contro le donne si tratta!
 Queste concezioni fanno da base alle altre politiche: il ruolo delle donne nella famiglia, quelle contro l'aborto, e la libertà di scelta delle donne, ecc.


Denunciamo "l'infamia originaria". E non è un caso che la teoria più organica contro le donne l'ha espressa Ratzinger!

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Sotto  l'opuscolo sulla lettera che Ratzinger prima di diventare papa scrisse ai vescovi che potete scaricare 

http://digilander.libero.it/provasitocob/ratzinger_italiano.pdf

MFPR 

mfpr.naz@gmail.com





27/12/12

COSA INDOSSAVA... rabbia e lotta delle donne indiane - manifestazioni anche oggi contro stupri e violenza


A migliaia in India le donne, ma non solo,  stanno scendendo  nelle piazze, da New Delhi ad altre città indiane, contro gli stupri  a seguito dell'ennesimo brutale caso di violenza sessuale contro  una giovane donna, una studentessa 23enne, ora ricoverata in ospedale e in pericolo di vita.

Manifestazioni davanti ai palazzi del potere, alle questure accusando le autorità e le forze di polizia di ignorare o essere complici della violenza subita dalle donne di qualsiasi età e a vari livelli - dalla violenza domestica alle molestie sui luoghi di lavoro, alle aggressioni e stupri, mantenendo a livello sociale uno stato di cose che permette  una pesante condizione di oppressione per le donne. 
«La violenza contro le donne ha sempre la tacita approvazione della società», diceva l'attrice e attivista sociale Shabana Azmi di recente a Mumbai, durante un incontro di gruppi anti-violenza.

Queste mobilitazioni stanno vedendo  una tale ondata di protesta e indignazione che se da un lato le istituzioni, fino al primo ministro indiano Singh, hanno promesso provvedimenti come l'aumento delle pene dall'altro nelle piazze sono scoppiati diversi scontri tra le masse popolari e le forze di polizia che sono arrivate a vietare  le proteste che invece continuano. Tra i tanti  striscioni delle donne in piazza molti riportano scritte come "non diteci come dobbiamo vestirci, dite a loro di non stuprarci"

Tutto questo accade in questi giorni mentre nel nostro paese un prete cattolico fascio/integralista aizza dal pulpito della "sua" chiesa i fedeli contro le donne  colpevoli di essere violentate e addirittura uccise dagli uomini  perchè troppo provocanti "con i loro abiti a tal punto succinti"  che scatenano gli istinti maschili "...facciano un sano esame di coscienza: forse se la sono andata a cercare".

Contro questa società che ci vuole sottomesse, oppresse  fino allo stupro e alla morte
la rivoluzione nella rivoluzione di noi donne

mfpr

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Sotto riportiamo un brano, tradotto in italiano,  pubblicato sul blog di AIPWA -
All India Progressive Women's Association -  For a women's movement with a revolutionary left orientation 

Cosa indossava
Sono stufa della domanda - Come era vestita?
Fammi vedere l'uomo accasciato sul bancone con un proiettile in testa
vestito come uno che merita di essere ucciso.
Dimmi se la bambina di 6 anni aggredita in chiesa se l'è cercata .
O la ragazza violentata nella palestra sembrava una sgualdrina in quei pantaloni della tuta.
Quale vestito estratto da quello scaffale può prevenire un attacco?
Dimmi il negozio - e io ci torno e compro i vestiti giusti ora - l'abito che impedisce lo stupro, se ci sei dentro.
Vedi io non ho capito
non ho capito che avrei potuto comprare una maglietta che dice 'Io merito di essere colpita'
non avevo idea ho potuto mettere su una scarpa che dice di fare tutto ciò che si vuole di me
Vedi, le tue esigenze vengono prima, dopo tutto sto indossando una gonna stretta invece di un vestito a prova di assalto e mi accorgo che tu hai  il giubbotto a prova di errore
Quindi è colpa mia credo
A quanto pare non ho detto No! tanto forte quanto i miei vestiti potrebbero dire di sì
Vedi io non sapevo che il mio No non è stato sufficiente
non ho capito che il mio corpo è diventato meno prezioso
a causa  alcuni abiti che mi hanno fatto apparire provocante
E credo che se  indosso il top sbagliato
allora il mio si è lo stesso che il mio 'Stop'
E tu non devi  proprio perché te lo dico io solo perché ti ho implorato di
io te lo chiedo  dimmi qual è il vestito magico e lo comprerò 
a quanto pare il mio No, non è stato  sentito anche quando ho gridato
Ho bisogno dei miei vestiti per essere tranquilla

http://aipwa-aipwa.blogspot.in/2012/12/what-was-she-wearing.html

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Manifestanti in marcia verso India Gate bloccati


NEW DELHI: Numerose persone oggi hanno marciato verso l'India Gate dal sud di Delhi chiedendo una maggiore sicurezza e protezione contro il panorama dello stupro di gruppo e la brutale aggressione nei confronti di una giovane ragazza in un autobus in movimento di 11 giorni fa.
Hanno marciato da Nizamuddin nel sud di Delhi verso India Gate, ma sono stati fermati all'incrocio di Zakir Hussain - Subramania Bharti Marg, nei pressi di India Gate, causando code di automobili nelle strade.
La marcia di protesta è giunta fino ai divieti, piazzati dentro e intorno a India Gate dopo la violenza.
I manifestanti chiedono il licenziamento del Commissario della polizia di Delhi, Neeraj Kumar, velocizzazione dei casi di violenze sessuali, sessioni speciali del Parlamento per la promulgazione di forti leggi contro le offese sessuali e migliore sicurezza per le donne.
La polizia ha annunciato che non sarebbe stato consentito di andare avanti verso India Gate per gli ordini inibitori. Hanno detto che se i manifestanti avessero voluto, avrebbero trasportato i manifestanti tramite un autobus a Jantar Mantar o a Ramlila Maidan per continuare lì la protesta.
Lo stupro di gruppo della ragazza 23enne ha suscitato indignazione in tutto il paese e ci sono state richieste di punizioni severe per i criminali

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Stupro di gruppo di Delhi: i medici di Singapore si battono per salvare la vittima in condizioni estremamente critiche

Singapore: i dottori a Singapore giovedì hanno combattuto per salvare la vita della ragazza che ha subito violenze orribili nello stupro di gruppo, dopo essere stata drammaticamente trasportata via aereo dal New Delhi's Safdarjung Hospital.
Il primo ministro Manmohan Singh ha promesso una giustizia rapida contro gli aggressori della 23enne, i dottori del Singapore's Mount Elizabeth Hospital hanno descritto la sua condizione in terapia intensiva come "estremamente critica".
Dr Kelvin Loh, primario presso l'ospedale ha detto in una dichiarazione: "alle 19 (1100 GMT), il paziente è rimasto in una condizione estremamente critica. La ragazza è in cura presso l'unità di terapia intensiva del Mount Elizabeth Hospital. Precedentemente al suo arrivo in questa unità, aveva già subito tre interventi chirurgici addominali e sopportato un arresto cardiaco in India. Un team multidisciplinare di specialisti si sta prendendo cura di lei e sta facendo tutto il possibile per stabilizzare la sua condizione".
Secondo la polizia, sei uomini, che avevano preso quell'autobus per una gita, si sono alternati nel violentare la donna e picchiarla con una spranga di ferro, lasciando con gravi lesioni intestinali, prima di essere buttata fuori dall'autobus.
La nazione è stata scossa da un'ondata di proteste dopo l'attacco, tra cui una a Delhi Giovedi, che ha portato centinaia di persone in strada. La polizia antisommossa ha impedito loro di marciare su edifici governativi.
Le proteste hanno riflesso non solo la ripugnanza per la natura selvaggia dell'attacco, ma anche la rabbia bollente contro il livello di violenza contro le donne.
I dati ufficiali indicano che 228.650 su un totale di 256.329 crimini violenti registrati lo scorso anno sono stati nei confronti delle donne, con il numero di stupri nella capitale in aumento del 17 per cento a 661 quest'anno.
Gli stupri di gruppo sono riportati su base giornaliera, la polizia rivela che lo scorso Giovediuna donna 42enne è stata trovata durante la notte scaricata su una strada nel sud-est di Delhi dopo essere stata imbavagliata, sedata e violentata da tre uomini.
Sei uomini sono in carcere in relazione con la violenze della studentessa. Singh, il cui governo è stato punto da critiche sul noto lento sistema indiano della giustizia, ha detto che il loro caso sarà trattato con "rapidità".
"Le leggi in materia di sicurezza delle donne sarà riesaminata," ha promesso Singh.





“Femminicidio? Le donne provocano” - Clerico-fascismo contro le donne


Ritirato il volantino shock del prete. L'ira del vescovo: Cancellate quelle parole

Il capo della diocesi di La Spezia ordina la rimozione de documento in cui il parroco di San Terenzo giustifica il femminicidio con l'atteggiamento provocante delle donne. Fole "tentare una inconsistente giustificazione" alle violenza sulle donne. Il presidente di Telefono Rosa chiede l'intervento del Papa : "Intollerabile". Sul sito dei cattolici ultraconservatori la replica contro la "crociata dei pezzenti"

di BRUNO PERSANO

"Rimuovetelo. Istiga violenza contro le donne"E' scomparso dalla bacheca della chiesa il volantino shock del parroco di San Terenzo che accusa le donne di 'provocare la violenza con abiti succinti'. E' stato il vescovo di La Spezia ad ordinare che il documento fosse subito rimosso: "In nessun modo - scrive monsignor Luigi Ernesto Palletti, tradendo un incontenibile disappunto per lo scandalo - può essere messo in diretta correlazione qualunque deprecabile fenomeno di violenza sulle donne con qualsivoglia altra motivazione, né tantomeno tentare di darne una inconsistente giustificazione".
La notizia però ha sollevato la replica ben più furiosa dal presidente del Telefono Rosa: "Intervenga subito il Papa e il vescovo di La Spezia e sia rimossa quella dannata lettera". E' inferocita Gabriella Carnieri Moscatelli, presidente dell'associazione a favore delle donne: "In Italia, che è il Paese con il maggior numero di femminicidi d'Europa e ha un altissimo numero di violenze consumate all'interno delle mura domestiche, un episodio come questo non è più tollerabile". Definisce il messaggio "una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne - scrive Telefono Rosa - così si offre un'inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse".
Don Piero: "Quando vede una donna nuda cosa prova?"
Stessa reazione è temuta dai cattolici ultraconservatori ma con toni opposti: anche loro temeno una reazione violenta, ma non contro le donne, bensì contro il prete addidato come sostenitore del femminicidio da "quei tuttologi dell'informazione che hanno lanciato una sorta di crociata dei pezzenti". Proprio così scrive un corsivista sul sito dei cattolici ultraconservatori Pontifex.it, lo stesso che ha pubblicato nei giorni scorsi l'intervento di don Piero Corsi, parroco di San Terenzo a Lerici, due passi da La Spezia. "Se il figlio della madre uccisa da un amante dovesse scagliare una pietra contro il sacerdote, a chi sarebbe ascrivibile la colpa?".

IL TESTO DEL VOLANTINO
La lettera affissa nella bacheca della Chiesa è stata ritirata. In quello scritto, don Piero Corsi attaccava le donne e le loro "responsabilità" nel caso di omicidi, stupri e violenze sessuali. La sua tesi è semplice: "Colpa della donna che provoca con abiti succinti". Nel documento si legge, testualmente: "Femminicidio: le donne facciano autocritica, quante volte provocano?" o, ancora: "Le donne cadono nell'arroganza e si sentono indipendenti" o, ancora: "Donne e ragazze in abiti succinti provocano gli istinti, facciano un sano esame di coscienza: forse se la sono andata a cercare".
Non è la prima volta che don Piero Corsi lascia sbigottiti con le sue iniziative. A inizio ottobre il sacerdote aveva esposto, sempre nella bacheca della sua chiesa, le vignette anti-islamiche all'origine delle reazioni musulmane in tutto il mondo. Qualche mese prima, don Corsi si era poi reso protagonista di un furibondo corpo a corpo con un clochard che chiedeva l'elemosina, con tanto di candeliere brandito in sacrestia contro l'intruso.

(26 dicembre 2012)

India, polizia vieta proteste contro gli stupri.

(Da La Repubblica)
India, polizia vieta proteste contro gli stupri. Folla inferocita dopo violenza a studentessa

I manifestanti non si fermano, scendono in piazza a migliaia da giorni e gli scontri con le forze dell'ordine sono diventati violentissimi. Le tv mostrano scene di guerriglia urbana. La gente chiede "sicurezza" e invoca la pena di morte contro il branco che ha violentato la ragazza di 23 anni una
settimana fa

NEW DELHI - Non si potrà più manifestare nel centro di Nuova Delhi. Lo ha deciso la polizia indiana che non riesce più a controllare gli scontri durante proteste che continuano incalzanti da una settimana. Ieri in migliaia, tra studenti, uomini e donne, sono scesi per le strade del centro
chiedendo "sicurezza" e lotta alla criminalità. Il corteo è sfociato in violentissimi scontri con la polizia. Le tv hanno mostrato la manifestazione spontanea che si è snodata per oltre due chilometri dal monumento ai Caduti di India Gate fino al palazzo presidenziale dove si trovano il Parlamento e
i principali ministeri. Quando i dimostranti sono arrivati in una delle zone più protette della capitale, la polizia ha tentato di bloccarli con manganelli, lacrimogeni e cannoni ad acqua. Ci sono state scene da guerriglia urbana. Pietre verso gli agenti, attacchi a camionette della polizia e autobus. Le donne hanno lanciato scarpe, braccialetti, monete e bottiglie d'acqua contro i poliziotti. Il divieto di oggi non sta placando la folla, e le manifestazioni continuano.

I manifestanti scendono in piazza da una settimana, da quando una studentessa di medicina di 23 anni, è stata stuprata da sei persone. La gente è stanca delle violenze, ma la polizia non riesce più a controllare i cortei. La ragazza era insieme al suo compagno, un ingegnere informatico di 28 anni su uno scuolabus, al momento dello stupro. E' stata presa con lui.
Mentre alcuni lo tenevano fermo picchiandolo, lei è stata violentata dal branco, compreso l'autista del bus. Entrambi poi sono stati lanciati fuori dal veicolo in corsa: le condizioni della ragazza, ricoverata in ospedale, sono state definite subito "critiche". Negli ultimi giorni ha subito due interventi chirurgici. Resta ancora in terapia intensiva.

"Chiederemo al governo l'applicazione della pena di morte per questa gente", aveva dichiarato il capo della polizia della capitale indiana, Neeraj Kumar.
In India, gli stupratori possono essere condannati fino a dieci anni di carcere. E si tende comunque sempre a considerare le donne responsabili della violenza che subiscono. Ma quest'ultimo episodio ha provocato indignazione generale... Nel Paese i casi di stupro sono raddoppiati dal 1990 al 2008 e di 256.329 casi di violenza registrati lo scorso anno, 228.650 sono stati subiti da donne.

I violentatori del gruppo, compreso l'autista, sono stati arrestati. Ma è una settimana che la gente scende in piazza, "ne abbiamo abbastanza di molestie e stupri", urlano i manifestanti che quattro giorni fa avevano cercato di rimuovere le barriere a difesa della residenza del governatore di
Delhi, signora Sheila Dikshit e il 21 hanno marciato verso il palazzo presidenziale Rashtrapati Bhavan dove sono stati fermati da uno schieramento di polizia che ha fatto ricorso a cannoni ad acqua per disperderli. Sugli striscioni scritte come "non diteci come dobbiamo vestirci, dite a loro di
non stuprarci", o "non dite a vostra figlia come vestirsi, dite a vostro figlio di comportarsi bene". Alcuni slogan invocano l'impiccagione per i responsabili, molti accusano il governo di non fare a sufficienza per proteggere le donne.

...la giovane non è in grado di parlare, dopo una settimana è solo in grado di scrivere. Davanti al Safdarjung Hospital, dove è ricoverata, staziona da giorni un gruppo di donne. Il governo sta tentando di placare gli animi degli indiani. Singh, ha annunciato una serie di misure mirate a proteggere
le donne sui mezzi di trasporto pubblico: gli autisti dovranno tenere il documento di riconoscimento sempre in vista, dagli autobus saranno rimossi i vetri oscurati, e poliziotti in borghese saranno presenti a bordo dei mezzi di trasporto. Il governo indiano starebbe anche pensando di introdurre la
pena di morte per il reato di stupro.

Ma le manifestazioni di protesta contro la violenza sulla donne non si placano, nonostante il divieto delle forze dell'ordine e continuano a scoppiare a Nuova Delhi così come in altre città dell'India.

24/12/12

migliaia di donne indiane in piazza contro gli stupri ' vogliamo l'impiccagione degli stupratori'


  
Dopo la violenza di gruppo a New Delhi contro una studentessa 23enne, proteste di massa in tutto il paese, in una spontanea esplosione di indignazione e di rabbia. Decine di migliaia scesi in piazza ieri.

Decine di migliaia di persone hanno manifestato ieri a New Delhi e in altre città indiane, in una spontanea esplosione di indignazione e di rabbia provocata dall'ennesimo caso di violenza sessuale. Un episodio particolarmente brutale: la vittima è una giovane donna, una studentessa 23enne ora ricoverata in ospedale, in pericolo di vita. Domenica sera era andata al cinema insieme a un amico, poi insieme erano saliti su un autobus privato per tornare a casa. Il bus si è rivelato una trappola: a bordo erano sei uomini, incluso l'autista, che hanno pestato il ragazzo con una sbarra di metallo, poi picchiato selvaggiamente e violentato la giovane, infine scaricato entrambi al lato di una superstrada.
Una violenza così brutale ha suscitato grande attenzione pubblica. Ieri centinaia di studentesse e di studenti hanno manifestato davanti a una delle maggiori università della capitale. Centinaia di giovani sono andati a protestare davanti alla residenza della chief minister (capo del governo locale) di New Delhi, la signora Sheila Dixit - e sono stati dispersi dalla polizia a colpi di idranti, cosa che ha suscitato aspre critiche dell'opposizione. Gruppi di studentesse hanno bloccato il traffico per protesta: «Voglio che tutti sentano il disagio che le donne provano ogni giorno in città», diceva una ragazza. Altri sono andati a protestare davanti alla questura centrale di polizia, altri ancora davanti al parlamento. Molti accusano le autorità di ignorare colpevolmente la violenza subita dalle donne a vari livelli - dalla violenza domestica alle molestie sui luoghi di lavoro, alle aggressioni e stupri. «Ci sgoliamo da sempre a chiedere maggiore sicurezza per le donne e le ragazze. Ma il governo, la polizia, i responsabili della sicurezza pubblica ignorano la violenza quotidiana che si esercita sulle donne», dice Ranjana Kumari, sociologa e capo del Center for Social research di New Delhi (al quotidiano britannico The Guardian). Anche Sonia Gandhi, presidente del Partito del Congresso (al governo), dopo aver visitato la vittima in ospedale, non ha solo promesso una rapida azione giudiziaria ma ha anche chiesto che la polizia sia addestrata ad affrontare i reati contro le donne. «E' una vergogna per tutti noi che questi episodi ricorrano con tanta regolarità», ha poi scritto alla capo del governo di New Delhi.
In questo caso per la verità le autorità hanno prontamente risposto - tale è stata l'ondata di rabbia pubblica. La polizia ha rintracciato e arrestato quattro degli aggressori, di cui almeno tre rei confessi, e sta cercando gli altri due. Intanto l'opposizione (di centrodestra) ha lanciato feroci accuse verso il governo che non sa garantire la sicurezza dei cittadini: al punto che ieri il ministro dell'interno federale, Sushil Kumar Shinde, è stato costretto a intervenire per la seconda volta in due giorni: ha annunciato che saranno rafforzate le pattuglie di polizia in città di notte, poi che saranno vietati i bus con vetri oscurati, come quello su cui erano saliti i due ragazzi domenica sera, e tutti i guidatori di autobus e i loro assistenti saranno controllati - quel il bus era abusivo, senza licenza, cosa in realtà frequente. L'ennesimo caso di stupro così a rafforza un allarme criminalità che rasenta la psicosi a New Delhi, e come spesso accade butta in legge e ordine: deputati dell'opposizione hanno urlato in parlamento che ci vuole la pena di morte per gli stupratori, mentre sui giornali si parla di castrazione forzata. New Delhi, 15 milioni di abitanti (e 572 casi di violenza sessuale denunciati l'anno scorso), è stata descritta da alcuni come «la capitale dello stupro», anche se i dati smentiscono.
In un amaro editoriale ieri il quotidiano The Hindu osserva che «l'orribile stupro di gruppo a Delhi è parte di un continuum di violenza che milioni di indiane affrontano ogni giorno, dalle molestie sessuali in luoghi pubblici agli abusi fisici nell'intimo delle nostre case ancor più che nelle strade». Spesso la violenza contro le donne non viene neppure denunciata, in parte perché lo stigma sociale che circonda la vittima è fortissimo. Ma anche perché potrebbe succedere come a una giovane donna che mesi fa subì violenza a Kolkata: la polizia la tempestò di domande sui dettagli più scabrosi. O a Noida, città satellite di New Delhi: il commissario di polizia poi commentò che la vittima se l'era cercata. Spesso, denunciano le organizzazioni di donne, la polizia rifiuta di ricevere denunce per violenza sessuale, e in particolare violenza domestica. In ogni caso i procedimenti giudiziari possono richiedere anni, e appena un quarto dei casi si conclude con una condanna. Del resto, se le aggressioni alle donne sono in aumento è perché queste sono entrate in massa nello spazio pubblico: ma si scontrano con una cultura radicata di supremazia maschile. «La violenza contro le donne ha sempre la tacita approvazione della società», diceva l'attrice e attivista sociale Shabana Azmi di recente a Mumbai, durante un incontro di gruppi anti-violenza.


India:la polizia carica le manifestazioni di protesta

Posted on December 22, 2012 by reed
[In the capital of India, which the government has claimed is "the world's largest democracy," a brutal rape of a young woman has brought thousands of outraged protestors into the streets.  Rape is a common terror that women face in Delhi and throughout India.  What brought these massive protests to the streets, this time?  As the following articles point out, "Police figures show that, in Delhi, a rape is reported on average every 18 hours and some form of sexual attack every 14 hours....Indian novelist Arundhati Roy said rape is seen as a 'matter of feudal entitlement' in many parts of the country, and the reason this case had come to light is because the woman victim belongs to the affluent middle class".....She said attitudes towards women need to change in India, because a change in the law only will protect middle class women, but 'the violence against other women who are not entitled will continue'." -- Frontlines ed.]

[Tear gas and water cannon were used against protesters marching on the presidential palace]
Indian police have used tear gas and water cannons to keep back thousands of protesters marching in Delhi over the gang rape of a young woman.
Violence broke out as the protesters, mainly college students, tried to break through police barricades to march on the presidential palace.
There has been outrage in India over the attack on a bus last Sunday that has left the 23-year-old woman in a critical condition in hospital.
Six people have been arrested.
The government has tried to halt the rising anger over the attack by announcing a series of measures intended to make Delhi safer for women.
They include more police night patrols, checks on bus drivers and their assistants and the banning of buses with tinted windows or curtains.
But the protesters say the government’s pledge to seek life sentences for the attackers is not enough – many are calling for the death penalty.
Students chant anti-police slogans during a protest against the Indian government's reaction to recent rape incidents in India, on Saturday, December 22, in New Delhi, India. The demonstration was prompted by wide public outrage over what police said was the gang-rape and beating of a 23-year-old woman on a moving bus in the capital last Sunday.Some carried placards reading “Hang the Rapists” and “Save women. Save India” as they marched on Saturday.
Junior home minister RPN Singh appealed for calm after the clashes broke out. “This is not a way to protest,” he told India’s CNN-IBN television. “Trying to storm buildings and breaking barricades is not a way to start a dialogue.”
The woman and her friend had been to watch a film when they boarded the bus in the Munirka area intending to travel to Dwarka in south-west Delhi.
Police said she was raped for nearly an hour, both she and her companion were beaten with iron rods and thrown out of the moving bus into a Delhi street.
Doctors said on Saturday that the woman remained in a critical but stable condition, but had been removed from a ventilator.
“She is doing much better than yesterday,” said BD Athani, superintendent of Safdarjung Hospital.
The attack has prompted a week of candle-lit vigils and demonstrations amid some soul-searching about the safety of women in Delhi and other parts of the country.
Police figures show that, in Delhi, a rape is reported on average every 18 hours and some form of sexual attack every 14 hours.
Indian novelist Arundhati Roy said rape is seen as a “matter of feudal entitlement” in many parts of the country, and the reason this case had come to light is because the woman victim belongs to the affluent middle class.
She said attitudes towards women need to change in India, because a change in the law only will protect middle class women, but “the violence against other women who are not entitled will continue”.
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By Harmeet Shah Singh, Mallika Kapur and Laura Smith-Spark, CNN
Saturday. December 22, 2012

Students chant anti-police slogans during a protest against the Indian government’s reaction to recent rape incidents in India, on Saturday, December 22, in New Delhi, India. The demonstration was prompted by wide public outrage over what police said was the gang-rape and beating of a 23-year-old woman on a moving bus in the capital last Sunday.
Demonstrators react from tear gas fired by police during a protest calling for better safety for women. New Delhi alone reported 572 rapes last year and more than 600 in 2012.New Delhi (CNN) — Police in India blasted protesters with water cannon and tear gas Saturday as clashes broke out at a rally in New Delhi against rape, leaving scores of people drenched and angry.
The demonstration was prompted by wide public outrage over what police said was the gang-rape and beating of a 23-year-old woman on a moving bus in the capital last Sunday.
Her injuries were so severe she spent days in intensive care in a city hospital, battling for her life. Police said Saturday that she had recovered enough to give a statement to a magistrate from her hospital bed the previous evening.
Dozens of police, some equipped with bamboo canes, flanked the water cannon as it blasted out on to the thousands of protesters assembled by New Delhi’s historic India Gate.


Demonstrators react from tear gas fired by police during a protest calling for better safety for women. New Delhi alone reported 572 rapes last year and more than 600 in 2012.
Some demonstrators attempted to break through the security barriers blocking access to the country’s government district, parliament building and presidential palace.
Others chanted, punched the air in defiance and waved banners as the police sought to disperse them from Raisina Hill, the seat of Indian power.
“Hang them till death,” read the placard of one protester seeking capital punishment for rape suspects.
“Stop this shame,” read another. A third said, “Give them the same physical torture.”
Shouts of “We want justice” also rose above the large and diverse crowd, symbolizing a widely felt anger over attacks against women. Banners proclaiming the same message were marked with a hangman’s noose.
One young woman protester, who said her leg was injured by a blow from a police baton, lamented what she called a failure of democracy in the country.

“Today, I have seen democracy dying,” she said.
Police spray water and fire tear gas towards demonstrators.New Delhi’s police spokesman Rajan Bhagat said up to 35 protesters and nearly 40 police personnel were injured.
Thirty barricades were damaged in the course of the protest, he said, and police fired 125 tear gas shells. A number of vehicles were also damaged, he said.
Saturday’s furious protest was just the latest held across the country in the past week, where official data show that rape cases have jumped almost 875% over the past 40 years — from 2,487 in 1971 to 24,206 in 2011.
New Delhi alone reported 572 rapes last year and more than 600 in 2012.
Bhavyaa Sharma, a 19-year-old student at a leading women’s college in the capital, told CNN how she fears for her safety when she leaves the campus. Sexual assaults on women in the city have horrified her and her female friends.
“I feel vulnerable here,” said Sharma, accompanied by her classmates. “I am very sure about it. Delhi is not safe for women.”
Six suspects, including the bus driver and a minor, have now been arrested in connection with Sunday’s rape.
As fury about the assault gathered pace, some Indian lawmakers even called for treating rape as a capital crime.
“We’ll work collectively to see we make a law which is deterrent and preventive,” said New Delhi’s chief minister, Sheila Dikshit.
India’s Home Minister Sushilkumar Shinde told reporters Saturday that the government would work toward increasing punishment in “rarest of the rare” rape cases.
But pressed on whether the administration would agree to demands for death by hanging in such instances, he said: “We’ll have to see in what way it (the rape sentencing) can be enhanced.”
Shinde said the government was pushing for a speedy trial for the attack.
Authorities are also taking a number of steps to improve security for women in New Delhi, particularly on public transport, he said.
“(The) government shares the widespread concern and support that has been expressed throughout society for the girl who has so suffered. Government also respects the right of legitimate protest,” he said.
“At the same time, there is need to exercise calm at this juncture and for everyone to work together to improve the safety and security environment.”
In the meantime, the victim has been promised the best possible medical care, Shinde said.
A physician described the woman’s condition Saturday as better than a day earlier, but said there was still a risk of infection. She is receiving psychological as well as medical care, he said.

Police spray water and fire tear gas towards demonstrators.
Following the brutal assault, the country’s human rights body shot off notices to city police and federal authorities, demanding an explanation.
“The incident has raised the issue of declining public confidence in the law and order machinery in the city, especially in its capacity to ensure safety of women, as a number of such incidents have been reported in the national capital in the recent past,” the National Human Rights Commission said in a statement Tuesday.
Home Secretary R. K. Singh announced the suspension of five police officers in the wake of Sunday’s rape.
Meantime, some observers say anti-women acts in India stem from the country’s largely patriarchal social setup.
Indians’ preference for sons over daughters, for example, has manifested itself in a worrisome population imbalance. The 2011 census of the world’s second-most populous nation recorded an alarming drop in the percentage of girls among country’s preschoolers.
For every 1,000 boys up to 6 years old, the census counted 914 girls, a drop from 927 a decade ago. It’s illegal in India to abort a child because of its sex, but such abortions happen, often aided by illegal clinics.

India... la vera causa della violenza contro lo donne è lo Stato borghese


Quanto ipocriti e falsi risuonano “gli interventi” del primo ministro indiano Manmohan Singh e della  leader del partito del Congresso, Sonia Gandhi, in merito all’ennesimo brutale episodio violenza sessuale contro una giovane donna accaduto a Delhi, in India.

Il ministro Singh , la Gandhi,  nonostante sulla carta l’India sia definita “la più grande democrazia del mondo”,  rappresentano invece uno dei governi borghesi tra i più reazionari del mondo che da anni sta mettendo in atto un vero e proprio genocidio contro il suo stesso popolo, un miliardo e duecento milioni di abitanti, di cui la maggioranza vive con circa 50 centesimi al giorno mentre le grandi ricchezze sono concentrate in pochi uomini della grande borghesia e dei latifondisti. E’ un governo che permette il massiccio sfruttamento e rapina delle risorse e materie prime del paese da parte delle “multinazionali” dei paesi imperialisti libere di operare in esso senza vincoli, che costringe  milioni di persone allo stato di  profughi nel loro paese, espulsi dalla terra dove i loro antenati hanno sempre vissuto, ad una condizione di pesantissima oppressione e  cancellazione dei diritti anche più basilari, che  in particolare per le donne si trasforma in una tripla, quadrupla oppressione, di classe, di genere, di casta, religiosa… di cui la violenza sessuale è la piaga più tragica.

Ma di contro da anni contro tutto questo  il più grande partito rivoluzionario del mondo, il partito comunista maoista indiano,  guida una grande “guerra di popolo” per mettere fine a questa barbarie che si traduce in continui morti per fame, suicidi e uccisioni da parte di polizia ed esercito governativi contro chi si ribella, una guerra popolare in cui le donne, le compagne maoiste, partecipano a migliaia, donne per le quali in molteplici casi  la violenza e gli stupri subiti, usati dal governo come arma di repressione di stato, si sono trasformati in  leva per ribellarsi e unirsi ad una guerra di popolo che avanza giorno dopo giorno, come la più grande  parte della generale corrente rivoluzionaria che infine rovescerà  l’attuale sistema sociale capitalista e imperialista.

Movimento femminista proletario rivoluzionario

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ESTERI


IL MONDO / esteri / 19 Dicembre 2012

India/ Stupro ragazza a Delhi, interviene anche premier Singh

23enne violentata da un branco di uomini ubriachi su un autobus
 

Nuova Delhi, 19 dic. Dopo la leader del partito del Congresso, Sonia Gandhi, anche il primo ministro indiano Manmohan Singh è intervenuto sulla vicenda della giovane indiana stuprata da un branco su un autobus. Singh ha condannato "l'odiosa" violenza di sei uomini ubriachi su una ragazza, stuprata ripetutamente, e sul suo fidanzato. "Queste violenze non devono essere solo condannate, è necessario uno sforzo concertato per combatterle", ha scritto Gandhi in una lettera inviata al governatore di Delhi, Sheila Dikshit.
La polizia ha arrestato quattro persone, tre delle quali hanno confessato e sono rimaste in carcere. Il capo della polizia di Delhi, definita la "capitale degli stupri", ha chiesto che questo crimine, ora punibile con pene massime di dieci anni di carcere, venga sanzionato con la pena di morte. Altri due stupratori sono
ricercati.
Il governo sta tentando di placare gli animi degli indiani annunciando una serie di misure di sicurezza. Ma le
manifestazioni di protesta si sono ripetute a Nuova Delhi e in altre città dell'India contro la violenza sulla donne. La polizia è anche intervenuta con i cannoni ad acqua per disperdere la folla.
Anche l'attore superstar di Bollywood, Amitabh Bachchan, ha invitato tutti gli indiani sulla sua pagina Facebook a "diventare vigili, dei soldati per una lotta forte e convinta contro queste
violenze".
In India i casi di stupro sono raddoppiati dal 1990 al 2008 e di 256.329 casi di violenza registrati lo scorso anno, 228.650 sono stati subìti da donne.

AFP
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A seguire stralci dell’intervento delle compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario alla Conferenza Internazionale del 24 Novembre ad Amburgo a sostegno della guerra popolare in India

“…Domani è il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulla donne, e visto che questa conferenza cade proprio a ridosso di questa giornata di lotta auspichiamo che attraverso di essa si crei una sorta di ponte: vogliamo portare da qui, come compagne del Mfpr, organismo generato del Pcm Italia, a tutte le donne indiane che fanno la guerra popolare la nostra solidarietà e sostegno. Questo significa sia far conoscere alle masse proletarie e popolari femminili nel nostro paese la guerra del popolo indiano e il protagonismo diretto in essa delle tante compagne e migliaia di donne indiane, sia trovare forza e esempio per fare avanzare anche nel nostro paese il processo rivoluzionario che veda protagoniste le donne, in particolare le proletarie.
n queste iniziative di lotta abbiamo fatto appello alle donne, che si stanno mobilitando in Italia intorno a questa giornata del 25 novembre, a mandare il loro saluto e solidarietà alle donne indiane che lottano nella guerra popolare oggi più grande e incisiva che dà una risposta liberatrice anche alla condizione di dura violenza sessuale e oppressione, che in India le donne - e nel mondo - subiscono in maniera feroce.

In India molti stupri sono di guerra, compiuti da militari e paramilitari per reprimere ed annichilire la rabbia e la forza delle donne. Ma per tantissime donne la violenza e gli stupri subiti sono diventati una leva per ribellarsi per unirsi alla guerra popolare trasformandosi, in combattenti in “prima linea” del Partito Comunista maoista nella lotta rivoluzionaria, per la “rivoluzione nella rivoluzione”; e molte donne oggi hanno ruoli di dirigenti nella guerra e nel partito, ed esse sono un forte esempio per le donne in ogni parte del mondo.
“O vincono loro, l'imperialismo, lo Stato, i governi, i padroni… o vinciamo noi!” abbiamo detto in un'assemblea nazionale di donne proletarie che si è tenuta a Palermo nell'8 marzo scorso. E noi dobbiamo per forza vincere, costi quel che costi, perché siamo nel giusto, perché attraverso la "rivoluzione nella rivoluzione" noi donne dobbiamo lottare per una nuova società, una società socialista, per una nuova umanità. E la grande lotta delle compagne e donne indiane questo dice con forza: non solo di una lotta "per sé" si tratta, ma di una lotta complessiva che chiami a fare i conti con che tipo di nuova società si vuole costruire.
Dall'India al mondo intero… scateniamo la ribellione delle donne come forza poderosa della rivoluzione!

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia

20/12/12

aggressione fascista a firenze racconto

Il racconto veridico e diretto del pestaggio contro Anna in S.Croce a Firenze:
Controinformiamo che 

in data 07/12/2012, in via Ghibellina, strada centrale a senso unico molto trafficata fino a tarda notte, vicino all'incrocio con via verdi, alle h 23.00 circa,  in concomitanza con l'uscita dallo spettacolo al teatro verdi (spettacolo in data unica di M. Ranieri), mi stavo avvicinando alle strisce pedonali per attraversare l'incrocio con via verdi e recarmi verso la mia abitazione molto vicina a quel punto. Parcheggiato sul marciapiede, c'era un suv di colore scuro che impediva l'accesso al marciapiede, l'accesso alle strisce pedonali ed occupava parte delle strisce pedonali a terra. Davanti a me c'era, inoltre, una coppia di anziani anch'essi impossibilitati a camminare e ad attraversare. Di fronte all'ennesimo atto di non rispetto nei confronti di pedoni anziani o con disabilità motoria, che ogni giorno trovano ostacoli e difficoltà per muoversi per le strade della zona,  ho inziato a battere le mani sul cofano della macchina nella speranza si attivasse l'allarme, con l'intento di attirare l'attenzione del proprietario, ovviamente sconosciuto. Ho girato attorno al potente mezzo ed ho rinvenuto a terra un pezzo di plastica nero, che si è poi rivelata la targa del veicolo. In quel momento dall'altro lato del marciapiede si staccava dal flusso dei passanti un gruppo di persone che hanno attraversato e mi sono venute incontro incolpandomi del danno alla targa. Il gruppo era di una decina di persone, in maggioranza uomini ed alcune donne, sui circa 40 anni, che mi hanno subito accerchiata e picchiata, aggredita, ingiuriata, minacciata. 

12/12/12

Tor Vergata, dà fuoco alla moglie

calci, pugni, morsi e infine dà fuoco alla compagna. E le chiamano lesioni e non tentato omicidio; le cause? la chaimano gelosia e non odio, potere assoluto sulla vita, la mente, il corpo delle donne, solo i casi estremi di uccisioni e/o tentativi con gravi conseguenze vengono riportate dalle cronache.
abbiamo scritto nell'intervento" Noi odiamo gli uomini che odiano le donne" sul foglio dell' mfpr di giugno: " I mass media hanno in questo un ruolo fondamentale. Su alcuni casi, come ad esempio quello  dell'uccisione di Sarah Scazzi a Taranto hanno costruito vergognosi talk show, su altri o si riducono a meri fatterelli di cronaca nera o addirittura non sene parla, deviando o indirizzando così l'opinione pubblica in un certo modo per diffondere idee, giudizi spesso razzisti, di classe che comunque hanno lo scopo di utilizzare i casi di violenza o uccisioni delle donne perperpetuare/ rafforzare la politica, l'ideologia "dominante" in questo sistema -rappresentato al massimo grado/degrado dal governo Berlusconi ma che continua nella fase del governo Monti/Fornero in cui, guarda caso, riprendono anche i reazionari attacchi al diritto d'aborto-nascondendo invece le cause sociali della violenza strettamente legata alla condizione della donna in questa realtà sociale"
 

11/12/12

Storia di una compagna

Violenza maschile, minacce poliziesche e giudizi ideologici: e la solidarietà dov’è andata a finire?

Una compagna di Reggio ha intrattenuto una relazione con un ragazzo, HAMDI ABDERRAHIM (che chiameremo lo stronzo), inizialmente felice ma poi trasformatasi in un incubo.
L’incubo è iniziato quando lo stronzo, vedendosi rifiutata una richiesta di denaro, ha reagito dandole una testata alla quale è seguita una querela per percosse.
Successivamente la compagna ha saputo dai suoi vicini di casa che lo stronzo aveva umiliato il figlio di lei davanti a tutti mentre giocava con altri bambini, con offese del genere: “Sei un handicappato”, “Sei un bambino di merda”, “Sei figlio di un bastardo”. Al che la compagna lo ha querelato per maltrattamenti su minore.
Dopo un breve periodo lo stronzo si è ripresentato a casa di lei chiedendo altri soldi e al rifiuto ha risposto spaccandole il naso.
Ma l’episodio culmine è avvenuto quando lo stronzo ha tentato di ucciderla buttandola fuori strada con la macchina. Per fortuna lei è ancora viva ma con una vertebra incrinata che avrebbe potuto portarla alla perdita dell’uso delle gambe. La denuncia è partita d’ufficio perché la prognosi superava i 21 giorni; le indagini sull’“incidente” sono ancora in corso e lo stronzo ha avuto la faccia tosta di controdenunciarla dichiarando che lui avrebbe tentato di salvarla mentre lei si buttava fuori strada.
Nonostante le querele, le denunce e i tentativi della compagna di allontanarlo in tutti i modi, lo stronzo è tornato sotto casa di lei e sotto i suoi occhi ha strappato via i tergicristalli dalla macchina nuova appena comprata, visto che l’altra auto era stata rottamata. Al che la donna è andata dagli sbirri a sporgere denuncia, su consiglio del carrozziere, per riuscire a farsi pagare i danni dall’assicurazione.
Arrivata nella caserma di Guastalla il maresciallo Cassetta ha messo in dubbio la versione di lei riguardo all’“incidente” in macchina, affermando: “Lui è quasi forse più credibile di te… da vedere così non sembra un cattivo ragazzo”. Si è quindi rifiutato di formalizzare la denuncia per stalking e quella per il danneggiamento della macchina nuova, dicendo che di denunce ce n’erano già abbastanza “per sistemarlo”. A questo punto lei è andata via, il maresciallo Cassetta la ha accompagnata fuori dalla caserma e le ha fatto capire che sapeva della sua militanza politica e le ha detto “Se tu torni con quelli posso anche fare una segnalazione al Tribunale dei minori e mandarti gli assistenti sociali”.
Questa storia ci pone diverse questioni come compagne: sebbene consapevoli del fatto che denunciare legalmente non è una tutela per nessuno ci rendiamo conto ogni volta di più che non esiste una rete capace di dare solidarietà e supporto a una donna che viene aggredita e molestata. Non ci sentiamo quindi di giudicare una compagna che ha pensato che una delle vie d’uscita poteva essere la denuncia, anche per la tutela del figlio e della propria autodifesa.
Sulle forze dell’ordine cosa c’è da dire? Niente di nuovo. Sono i tutori del solito ordine maschilista e patriarcale: in questo caso hanno addirittura mostrato di superare il loro consueto razzismo (visto che lo stronzo è di origine magrebina) dando più considerazione alle sue dichiarazioni che a quelle di una compagna che lotta contro i Cie.
Questa non è una questione personale ma una questione che tutte e tutti dovremmo iniziare ad affrontare in modo politico. Per questo in alcune abbiamo deciso insieme alla compagna che è stata minacciata dalla polizia di tirare fuori la sua storia che purtroppo è solo una delle tante che spesso rimangono nell’ombra, sperando che anche altre comincino a spezzare il silenzio.
Non è certo la prima volta che una compagna si trova sola a lottare contro la violenza maschile, tra le minacce dei detentori dell’ordine costituito da una parte e i duri giudizi dei/lle compagni/e per aver usato la denuncia legale, giudizi che restano ideologici e sterili se non accompagnati da una proposta concreta di supporto e alternativa. Sarebbe invece il caso di rimboccarsi le maniche e usare la testa per lottare insieme contro una violenza maschile protetta e perpetrata dallo Stato.

Alcune Compagne per l’Autodifesa e la Solidarietà tra Donne