28/09/11

Pensioni donne gli "ostacoli" interni

Sulla questione dell'aumento dell'età pensionabile alle donne, nel settore privato - quindi, vuol dire soprattutto delle operaie, lavoratrici, spesso già precarie, e che nella maggior parte fanno lavori stancanti, "usuranti", sotto padroni grandi o padroncini che spesso non sanno nanche cosa sia la dignità di una donna - pensiamo che occorra una risposta da un punto di vista appunto di donne, contro e rigettando l'insieme del significato politico, ideologico, pratico di attacco alla vita, oltre che al lavoro. Per questo non si tratta di "entrare nel merito" delle possibili contro
proposte, anzi sarebbe sbagliato, perchè oggettivamente metterebbe in ombra l'attacco generale di classe e di genere che questa manovra sta facendo.Sulla necessaria, ma effettivamente difficile lotta delle donne, dobbiamo anche una buona volta dire chiaro che, al di là delle difficoltà in "casa
nostra", chi ci rema pervicacemnete contro sono da un lato la Cgil, dall'altra una parte dei sindacati di base.La Cgil ha fatto passare già, senza nulla opporre, in passato controriforme
sulle pensioni, e oggi, la Camusso è una sciagura, che come per la questione dell'art. 8, da un lato alza le grida e dall'altro firma il 28 giugno un'accordo apripista all'attacco della manovra; così per le lavoratrici, da un lato denuncia oggi, in maniera molto blanda per la vertità, l'attacco
sulle pensioni, dall'altro mesi fa ha firmato l'intesa su conciliazione lavoro-famiglia, che è la cornice ideologica-politica al doppio lavoro delle donne.Ma anche i sindacati di base, remano contro le loro stesse compagne, lavoratrici.
Un paio d'anni fa, come ricorda Lidia Cirillo, anche noi insieme alle compagne della Cub, SdL abbiamo fatto circolare, e portato e sostenuto nelle loro assemblee un appello per una mobilitazione nazionale delle lavoratrici, a partire dall'attacco alle pensioni delle donne; in un'assemblea nazionale del 7 febbraio 2008 dei sindacati di base questo appello fu presentato
insieme alla proposta di "sciopero delle donne". Ma già la presentazione dell'appello fu un vera e propria battaglia da parte delle compagne con la presidenza, prevalentemente maschile; poi, nonostante l'impegno a far proprio l'appello alla mobilitazione delle lavoratrici, nella piattaforma
del documento conclusivo vi era solo citata, insieme ad altre decine di obiettivi, la questione di contrastare l'allungamento dell'età pensionabile per le donne, ma senza alcun riferimento alla questione della mobilitazione nazionale delle donne - opponendosi di fatto ad una battaglia di valore politico delle lavoratrici che non può essere ristretta solo in un punto della piattaforma; per non parlare del fatto che nel documento finale uscito qualche giorno dopo era sparito anche il riferimento nella piattaforma.

Oggi i sindacati di base hanno deciso un calendario di iniziative da ora
fino a quasi fine anno, su tutto e il contrario di tutto - Bene! Ma qualcuna
può trovare dove è una mobilitazione contro uno dei punti centrali della
manovra, quello delle pensioni delle donne?

Allora, quando parliamo della difficoltà della mobilitazione delle lavoratrici, diciamo anche che dobbiamo fare una lotta contro e liberarci di "questi ostacoli":Una mobilitazione delle donne o è autorganizzata, o già nella sua costruzione si afferma il punto di vista ricco femminista, di classe, di genere, o non c'è.
Lo "sciopero delle donne" è anche il frutto di una ribellione di delegate, iscritte, alle direzioni della Fiom, Cgil, sindacati di base, per una mobilitazione che non delega, che costruisce in maniera autorganizzata le condizioni della doppia lotta.

MFPR

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