06/03/11

ribelliamoci contro l'attacco alla libertà di scelta delle donne

dall'espresso, di Caterina Visco

Il ministero sta provando a ridurre il periodo in cui le donne possono interrompere legalmente la gravidanza. Come? Con delle 'linee guida' che in apparenza non cambiano la legge, ma di fatto la stravolgono (01 marzo 2011)

Stravolgere la legge 194 con la scusa della scienza. Ci sta provando il sottosegretario Eugenia Roccella che, con apposite linee guida, vuole ridurre da 24 a 22 settimane e 3 giorni il limite massimo per l'aborto terapeutico. E questo, dice Roccella, perché "il limite di 22 settimane è largamente condiviso dalla comunità scientifica e rispetta lo spirito e la lettera della legge 194, che stabilisce il divieto di interruzione di gravidanza nel caso di "possibilità di vita autonoma del feto".

Ma è proprio la comunità scientifica a storcere il naso. Innanzitutto perché un feto di 22 settimane sopravvive autonomamente soltanto nel 5 per cento dei casi. E persino le linee-guida dell'Università Cattolica del Sacro Cuore e del cattolicissimo ospedale Gemelli di Roma, stabiliscono che, in caso di parto prematuro alla 22 settimana, non si deve rianimare il neonato, ma offrirgli solo cure palliative.

Non solo, spiega Elisabetta Canitano ginecologa e presidente dell'Associazione di Vita di Donna: "22 settimane è un limite molto vicino al periodo in cui viene fatta l'ecografia morfologica che permette di individuare eventuali malformazioni genetiche. Con un limite così stretto, dopo una diagnosi, una coppia non potrà scegliere di interrompere la gravidanza, e non le resterà che accrescere il numero di quelle costrette ad abortire all'estero".

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