20/01/11

Al fianco delle operaie Fiat

Ieri siamo state a Melfi, sia al Tribunale dove era in corso l'udienza per i tre operai licenziati, sia alla fabbrica; abbiamo parlato con le operaie che ci hanno raccontato come stanno peggiorando i carichi di lavoro alla Fiat Sata. In una sola linea del 'Montaggio' le macchine sono passate da 276 a 291, ben 15 in più e neanche un operaio in più. Ai motori, per 25 macchine sta solo 1 operaio. E' aumentata la velocità della linea.
L'aumento del carico alla catena di montaggio, si riflette inevitabilmente su tutte le postazioni di lavoro collegate. Due operaie, Giovanna e Maria, che si occupano della preparazione del materiale utilizzato alla catena, hanno detto che ora devono essere più svelte e preparare più pezzi di prima: circa 30 pezzi in più per due linee.
Ma non c'è solo l'aumento dei carichi e la riduzione dei tempi di lavoro, l'azienda diminuisce anche i lavoratori nelle postazioni. Prima – hanno raccontato le operaie – vi erano 2 operai per tutto il turno, ora restano 2 solo fino alle 18 e poi per le altre 3 ore e mezza vi è una sola persona. Gli operai le operaie non ce la fanno già più! La fatica aumenta, le braccia, le gambe, il corpo sono indolenziti già dopo poche ore (e a Mirafiori la Fiat pretende di far lavorare anche 10 ore!!). Poi per le donne la situazione è anche peggiore.
“Loro – hanno detto le operaie – non sanno cosa significa catena di montaggio. Dicono: “che cosa sono 10 minuti di pausa in meno...”, ma quando, come alla Sata, i bagni stanno a inizio e fine del reparto, per chi sta in mezzo ci vogliono 10 minuti solo per arrivarci al bagno! E per le donne? Chi ha il ciclo mestruale come deve fare?”.
“Non ce la facciamo più – hanno detto – stiamo tutti male, il personale è ridotto sulle linee”. “Ma qui prima o poi scoppiamo!”

“A Melfi - diceva una lavoratrice della Fiom - sembra che non ci sia una questione femminile, non c'è nessuna donna nella RSU, anche tra le operaie sembra che il problema non è sentito, delegano agli uomini...”
Noi pensiamo che non è proprio così. Perchè basta che le operaie parlano, si mobilitano e viene fuori l'intreccio continuo tra condizione operaia e questione femminile – come a Melfi (dove qualche anno fa facemmo un inchiesta e dove le operaie raccontavano anche il peso del doppio lavoro: fabbrica/famiglia), come a Mirafiori durante il referendum, e che ora è necessario contro il piano Marchionne costruire una mobilitazione diretta delle lavoratrici.

Dalla Fiat di Termoli viene una buona notizia: sabato prossimo le operaie che hanno dato vita ad un Coordinamento donne Fiat fanno un'assemblea nella sala consiliare. Le operaie protestano contro i turni imposti dall'anno scorso che penalizzano le donne con figli piccoli. “faccio i turni – racconta Romina – di mattina e pomeriggio ma sono del tutto inconciliabili con l'orario spezzato di mio marito. Tutte le mie richieste di cambiare orario sono rimaste senza risposta ... mia madre è costretta a venire a casa mia all'alba... noi donne siamo in gran parte concentrate nelle aree di montaggio a fine ciclo produttivo e se ci dislocassero in altre aree sarebbe più facile soddisfare le esigenze di tutti”. Ora hanno deciso di organizzarsi.

Le compagne del MFPR di Taranto

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