07/10/10

un'altro femminicidio

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una Compagna

un'altro femminicidio tremendamente annunciato, come tantissime donne desaparecide che non sono più tornate vive!

sarah, una di noi ,che ha trovato nella famiglia lo stupro e la morte, notizia che i media ricacciano nella cronaca nera , ma che invece è la questione politica più disconosciuta, e non affrontata ,perchè la violenza domestica è come se fosse un nemico intoccabile , proprio come la sacra famiglia... che dall' altra parte ,quella dello stato e delle istituzioni ,viene protetta e finanziata.
il bilancio di tutto questo sistema è un'altra ragazza assassinata, che si aggiunge alle altre 114 , solo di quest' anno...e solo in italia ; alle donne ,che ,come faith, vengono prima internate nei cie, poi, deportate illegalmente, alle donne lapidate da noi a Novi!, alle donne giustiziate per aver denuciato lo stupratore della figlia... a tutte noi , che vediamo i nostri corpi usati come un campo di battaglia...
e tutto questo non è un' emergenza di questi giorni, è la nostra quotidianità.
prima o poi tutti questi maschi violenti dovranno "pagarla cara" e "pagare tutto" ... un uomo morto non stupra!!!!

Layla, lesbica femminista operaia

concordo pienamente, total,mente: tripudio di cronaca nera e compiacimento che sia così da parte dei media e delle persone coinvolte. squallore assoluto nei squarci delle trasmissioni che sono riuscita a guardare. oltre non ce l'ho fatta.
la questione è davvero politica, di un becero personale che ormai si è fatto politico a tutto tondo: televisione prima, dopo, dichiarazioni, interviste, pianti sorrisi, il corpo delle donne per una compoarsata, assecondando i peggiori istinti e/o le peggiori nefandezze divenuite normalità di u na società maschilista che lo diviene sempre di più, per me e per tamte di noi, in modo sempre più insopportabile.
Sabato andrò a Novi che sta vicino a Mantova ma, francamente, non nutro speranze per la risposta politica che vorrei: con altre compagne femministe sono stata alla staffetta di Brescia dello scoros marzo a Brescia e l'impressione è stata altrettanto politica. anche quì in una direzione che non può essere di nessun interesse per le donne e per il ragionamento che ci interessa.
Tuttavia occorre una reazione chiara: permettere che le vicende di violenza sulle donne non siano relelegate e considerate come cornache di nera, morbosi aspeti degli angoli bui delle famiglie italiane, ribadire e urlare qual'è davvero la considerazione che questo tipo di società capitalista ha delle donne, smascherare i messaggi che vengono propagati e che appaiono oggi inattaccabili e intoccabili da ogni parte, senza distinzione, non stancarsi di ripetere e dimostrare lo squallore della imperante cultura maschilista, parte integrante della manipolazione e del totalitarismo capitalista.
Gli esempi che dice Layla sono gli esempi di tutti i giorni: ce ne sono a migliaia nella quotidianità, rischiano di ri - diventare la normalità.
Chiedere, esigere giustizia, replicare ad ogni attacco diventa indispensabile.
Se oggi siamo costretti a sorbirci le prediche mediatiche sugli operai che "sbagliano ed hanno sbagliato" ad alzare la testa (chiedevano solo il lavoro), rimembrando la vicenda torinese della Fiat degli 80, esaltando qui capetti venduti al padrone e che il padrone, raggunto lo scopo (il filotto lo chiama Caliari con spocchia da servo!) ha licenziato e prepensionato servendosi della nuova generazione di mabager più adatta a nuovi temnpi e scopo, cosa potrà mai avvenire (e rischia di accadera a partire dalla Lombardia) per le donne: l'abiura su aborto, divorzio, diritto di famiglia, autoderminazione. L'attacco è agli inizi: legge 40, RU 486, discipline normative della giunta filo CL della Lombadia, ritorno ai biechi stereotipi del passato mentre sugli schermi il corpo dlle done è solo merce.... non saranno i giudici che ammettono il rinvio alla Comnsulta di una legge (sia pur ipocritamente devastante che ha quindi giustamente aperto la via al giudizio costituzionale) a far crescere le coscienze, occorre tornare e rivendicarli e difenderli i diritti conquistati, con la lotta, la presenza nelle piazze, il conflitto per il diritto al lavoro ed alla autoderminazione nelle fabbriche. Niente ci è stato regalato e cuiò che abbiamo conquistato la borghesia non ce lo vuole lasciare per sempre, a differenza die propri privilegi che considera naturali.
Grazie Layla.

Monica Perugini (Mantova)

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