17/10/08

Volantino per lo sciopero generale nazionale del 17 ottobre 2008

LA PRECARIETA' = SOSTANTIVO SINGOLARE DI GENERE FEMMINILE DA SEMPRE SIAMO PIÙ PRECARIE E PIÙ POVERE!

La precarietà è DONNA, è diventata il modello di riferimento, è in atto infatti un processo di “parità inversa, per il quale sono gli uomini ad acquisire le condizioni di precarietà delle donne.

Sono donne quelle costrette a firmare oltre al contratto d’assunzione, la lettera di dimissioni in bianco, che questo Governo si è affrettato rendere nuovamente lecita.

Il numero delle donne che perde il lavoro entro il primo anno di età del bambino (periodo in cui è vietato licenziarle) è in continuo aumento con punte in Emilia Romagna e Veneto (Dati ISTAT).

Sono donne quelle a cui si chiedono ulteriori 2 anni di lavoro in più per il raggiungimento della pensione. In pensione a 62 anni con un anno in più a partire dal 2009. Dini, nel 1995 aveva provveduto a portarla dai 55 ai 60 anni.

Sono soprattutto donne quelle a cui è ancora oggi è vietato cumulare la pensione di reversibilità con il reddito da lavoro.

Le immigrate sono il simbolo della precarietà, con il permesso di soggiorno legato al lavoro, con il lavoro legato all’esistenza in vita dell’anziano che accudiscono, quando lavorano come badanti nell’isolamento delle case, con i lavori sempre sottopagati.

Sono le retribuzioni delle donne ad essere, in media, inferiore del 20% di quelle degli uomini a parità di mansioni. Differenza retributiva che aumenta visto che spesso, siamo assunte anche con due livelli inferiori. La povertà oggi in Italia è soprattutto donna: di chi è in pensione, in maggioranza donne sole, e delle famiglie monogenitoriali condotte da una donna..

La Riforma del modello Contrattuale, firmata da CISL e UIL e tra poco anche dalla CGIL, ci renderà ancora più povere poiché lega gli aumenti retributivi alla produttività sul lavoro. Siamo noi donne quelle part-time o, comunque con i tempi contingentati dall’altro lavoro, quello che ancora oggi non ha valore espresso in Euro, che non rientra nel calcolo della produttività delle imprese, il lavoro di cura dei figli, dei padri, dei mariti, dei lavoratori di oggi, ieri e domani. Quel lavoro che aumenta di più ogni anno, in concomitanza con la finanziaria di turno e i tagli allo Stato Sociale.

Il “Ministro” Brunetta, visto che spesso lavoriamo nella Pubblica Amministrazione, ci ha tacciato di fannullone, dimenticandosi che noi abbiamo anche altre “assenze” per la maternità, la cura dei figli, dei parenti (Legge 104). Ci ha tagliato lo stipendio in caso di malattia e ci obbliga ad una reperibilità durante la malattia (8.00 – 20.00) che dimentica le donne che vivono sole con i loro figli. Il Ministro Brunetta ha tentato anche di ridurci i permessi della Legge 104.

I servizi sociali sono affidati dallo Stato in gran parte in appalto alle Cooperative Sociali, dove lavorano in maggioranza donne. Risparmia lo Stato e le stesse “false” Coop.Sociali che fanno profitti su salari più bassi adottando il salario medio convenzionale, e perché non si applica l’art.18 L.300 Statuto dei Lavoratori.

La ministra Gelmini col taglio alla scuola pubblica per favorire quella privata, taglia posti di lavoro soprattutto femminile, elimina il tempo pieno e ricaccia a casa le donne per badare i figli dopo la scuola, figli che la Ministra rende sempre più ignoranti e destinati alla sottooccupazione.

Come se non bastasse, anche il nostro corpo è precario! Dall’esporci come carne da macello in quasi tutti i programmi televisivi, al decreto della Ministra Carfagna che criminalizza le prostitute e non gli sfruttatori del loro lavoro, a volerci contenitori attaccando continuamente la legge sull’interruzione volontaria della gravidanza (L. 194/78) ed imponendoci se, quando e con chi accedere alle Tecniche di Riproduzione Assistita.

Occorre che noi donne riprendiamo la parola e ci organizziamo per i nostri diritti. Dentro le esperienze di autorganizzazione, dentro le organizzazioni del sindacalismo di base.

Oggi ci sono molti esempi di queste lotte dal nord al sud, a loro va la nostra solidarietà!

E’ per questo che saremo in piazza VENERDI’ 17 OTTOBRE 2008

PER LO SCIOPERO GENERALE NAZIONALE DEI SINDACATI DI BASE per dire

NO AD UNA VITA PRECARIA NO ALLA PRECARIETA’ DEI NOSTRI CORPI
SI ALLA LOTTA CONTRO QUESTO ATTACCO GENERALIZZATO
PERCHE’ PER LE DONNE TUTTA LA VITA DEVE CAMBIARE!!!


INVITIAMO TUTTE AD UNA GRANDE PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 22 NOVEMBRE 2008 A ROMA


Tavolo4 di discussione su "Lavoro/precarietà/reddito" della rete nazionale femminista e lesbica

mfpr@fastwebnet.it - lavoratriciaciinfo@tiscali.it - nifrabbo@tin.it

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